È sabato 26 del mese di ottobre e la pianura del Sele si presenta in tutta la sua luminosa bellezza … con il sole d’autunno che stende i suoi raggi in ogni direzione e invita a uscire dai “recinti” di case e giardini per entrare nella dimensione che ha resa Paestum immortale.
Ecco perché mi lascio convincere da Ginetta a uscire per una passeggiata da “consumare” nell’area archeologica ponendo la condizione di camminare intorno alla cinta muraria che misura circa 5 Km.
Lasciamo l’auto a monte della stazione ferroviaria di Paestum e, utilizzando il sottopasso della stazione, ci avviamo verso Porta Sirena senza superarla; svoltiamo a sinistra e proseguiamo sulla passerella di legno che avrebbe bisogno di “cure” per restituirla ad un uso “sicuro” a chi vuole dare un senso compiuto all’idea progettuale di consentire di camminare in compagnia della storia che la maestosa cinta muraria, prima i Greci e poi i Lucani, che la rafforzarono, posero a difesa della città.
Infatti, sono centinaia le assi che traballano e decine quelle divelte. Senza parlare della manutenzione del verde sotto e sopra le mura che è del tutto assente favorendo la “crescita” della vegetazione che rende impraticabile l’accesso.
Ma non siamo tipi che si arrendono … ed eccoci sbucare sul lato Sud che è il meglio tenuto, almeno nella parte di competenza del comune di Capaccio Paestum mentre, quella sezione che per oltre venti anni è stata affidata alla cura della Legambiente di Paestum, è nello stesso stato in cui versano tutti gli altri lati: desolante!
Ricordo che, meno di un anno addietro, la direttrice del Parco Archeologico di Paestum e Velia, Tiziana D’Angelo, convocò un incontro presso il museo archeologico nazionale con imprenditori e stampa per invitare tutti a concorrere alla soluzione della manutenzione continua del verde sotto e sopra la mura!
Evidentemente, nonostante i proclami e la disponibilità ad essere compartecipi degli interventi, nulla è stato messo in essere …
All’ingresso sud, quello dove un tempo c’era porta Giustizia, imbocchiamo il comodo e ben tenuto marciapiedi che conduce fino a Torre di mare e consente una visione comoda e sicura dell’altra metà della cinta muraria. Qui è giusto fermarsi sulla panchina personalizzata e addobbata per scattare una foto e godere dello spettacolo che offre la vista della Basilica e del tempio di Nettuno che sembrano un tutt’uno.
Riprendiamo il cammino fino all’angolo delle mura che, quasi ad angolo retto, ci indirizza verso Porta Marina. Siamo sulla SP 11, delimitata da un parapetto in legno che cade a pezzi e senza una “pista” protetta sulla quale spostarsi a piedi. Il cartello indica che il limite di velocità è di 30 Km orari (una velocità che renderebbe abbastanza sicuro l’andare dei pedoni, ma le automobili sfrecciano nelle due direzioni a velocità tripla di quella consentita senza badare a chi cammina. Eppure, ci sarebbe abbastanza spazio a ridosso delle mura per ricavarne un percorso pedonale che metterebbe d’accordo tutti!
La sosta per ammirare, ancora una volta, la bellezza di Porta Marina, molto simile a quella di Pompei e Ercolano, fa da controcanto agli inconvenienti che deve subire di vorrebbe solo fare una passeggiata.
Procediamo con molta attenzione sul lato sinistro della strada senza alcuna protezione … finalmente possiamo spostarci sulla destra in quanto i blocchi di travertino sono stati allineati a debita distanza dal ciglio della strada. Procediamo in via delle Tavernelle in un orario di “apertura” al passaggio delle auto. Anche nella strada dello street food lo spazio tra la strada e le mura è lasciato nel completo abbandono …
Sbuchiamo in via Magna Graecia dove, un tempo, era situato l’ingresso nord della città antica (Porta Aurea). Invece di proseguire costeggiando le mura, entriamo nell’area archeologica dove esiste un marciapiedi che costeggia la spianata situata tra le mura del settore nord e il tempio di Cerere. Superiamo, senza entrarvi, piazza Basilica, passiamo davanti all’ingresso del Museo Archeologico Nazionale e svoltiamo sulla stradina, dove da due anni è stato aperto il Museo dei Materiali Minimi, che ci porterà di nuovo a Porta Sirena e poi alla stazione di Paestum.
Quando siamo nel sottopasso della stazione, mi rendo conto che, finalmente, sono funzionanti gli ascensori per scendere e salire sui binari … dopo una mattinata a “mugugnare” per molte cose che non vanno ecco un buon motivo per continuare a sperare che, lentamente, le cose possono cambiare.