La Regione Campania ha puntato molto sulla valorizzazione del patrimonio culturale: circa 98 miliardi per lanciare in modo definitivo l’economia turistica della Regione. Questa strategia è destinata ad avere successo o a fallire se nell’importante snodo istituzionale della Soprintendenze si trovano ad agire persone capaci. Ecco perché il “Il Valcalore” ha voluto conoscere e fare conoscere la Dottoressa Giuliana Tocco.
Dottoressa Tocco, come si diventa Soprintendente?
A partire dal 1985, in applicazione della legge sulla dirigenza, per concorso. Il concorso può essere per titoli, per titoli ed esami e per soli esami, come è successo a me con mia grande soddisfazione. Dall’86 sono alla Soprintendenza di Salerno.
Quali sono le competenze dell’ufficio da lei presieduto?
Ha il compito istituzionale di tutelare il patrimonio archeologico. In aggiunta provvede alla gestione di musei e parchi archeologici e alla loro valorizzazione. In quest’ultimo aspetto può essere affiancata dagli Enti Locali: Regione, Provincia e Comuni.
Come sono i rapporti con gli enti locali del territorio di sua competenza?
La Soprintendenza di Salerno è competente per il territorio delle province di Avellino, Benevento e Salerno. Si tratta di un territorio che comprende i 2/3 della regione Campania e molto ricco di presenze archeologiche. Le due più rilevanti si trovano sulla fascia costiera e precisamente le due colonie greche Paestum e Velia, però non meno importanti sono le altre realtà archeologiche del retroterra. Pertanto abbiamo rapporti istituzionali a tutti i livelli. Essi sono impostati sulla collaborazione anche se momenti di crisi non mancano, ma questo fa parte della normale dialettica quando ci si confronta su cose importanti.
Quali sono stati i lavori più importanti fatti nella zona archeologica di Paestum negli ultimi anni?
In primo piano ho messo l’ordinaria manutenzione. E credo che posso affermare, senza falsa modestia, che Paestum e Velia, siano i siti archeologici meglio tenuti della Regione. In un secondo tempo mi sono posta l’obiettivo della valorizzazione. A tale fine è stato posto in essere un progetto che, sia pur ideato dal mio predecessore, è stato attuato sotto la mia responsabilità: il progetto finanziato dai fondi F.I.O (Fondi investimenti Occupazione) che riguardavano il restauro di tutti i monumenti più importanti del sito archeologico tra cui i templi, alcune case private, la piazza del foro, e poi all’interno del museo le lastre dipinte e così via. Con fondi ordinari del ministero, nel 1997/98, abbiamo avviato un primo intervento di restauro al cosiddetto Tempio di Cerere, facendo un’analisi globale del monumento. Non ci siamo fermati alla realizzazione di questo progetto, che era comunque di notevole estensione ed impegno (38 miliardi), ma abbiamo attinto da altri finanziamenti (10 miliardi fondi provenienti dal Lotto) per portare a compimento il restauro degli altri templi.
E nel museo?
Con fondi europei ottenuti dalla Regione abbiamo realizzato una nuova sezione espositiva all’interno del Museo Archeologico: la sezione Romana che ci ha consentito di mettere a disposizione del pubblico un patrimonio di materiale di estremo valore risalente all’epoca romana della città che dimostrano come Paestum fosse una città fiorente e importante anche negli ultimi secoli di vita. Un capitolo di storia che per molti anni era rimasto sconosciuto a tutti e che adesso si può ammirare nell’ultimo piano del museo. Con fondi europei, concessi al settore turismo, per migliorare i servizi di accoglienza, abbiamo dotato il Museo di un apparato didattico bilingue di prodotti editoriali, che sono ancora in corso di stampa, che quanto prima verranno messi a disposizione del grande pubblico. Ci sono poi le audio guide, le video-guide, un book shop e una saletta didattica.
Sono conclusi i lavori per il museo di Heraion di Foce Sele. Quale sarà la sua funzione?
I fondi utilizzati per recuperare questa area sono arrivati, ancora una volta, dall’Unione Europea. Il museo è ormai completato e a settembre, probabilmente, verrà inaugurato. E’ un museo che daremo in gestione perché non abbiamo personale. L’Heraion accoglie i resti di un santuario della dea Hera che fu fondato tra fine del VII e l’inizio del VI secolo a.C. Doveva essere un santuario di fama internazionale per l’epoca, tuttavia ne restano soltanto le fondazioni degli edifici templari. Questo sito è ancora oggi di grande fascino e di grande suggestione, si è mantenuto intatto nel tempo ed anche luogo di grande interesse naturalistico perché riconosciuta come oasi naturalistica del W.W.F. E’ stata ristrutturata la masseria “Precuiali” per utilizzarla come spazio museale che mira a fornire gli elementi di comprensione. Per questo si chiama “Museo Narrante” perché nei vari spazi si racconta al grande pubblico la storia degli scavi, della scoperta, come funzionava il santuario, quali erano i riti… facendo ricorso a tutti gli strumenti che si hanno oggi: la cinematografia, la multimedialità, le riproduzioni, i plastici… io lo vedo come la meta di gita tra la cultura e il paesaggio. Nelle immediate prossimità sono già sorti un Agriturismo e un piccolo ristorante. Questo dimostra che l’archeologia serve a salvaguardare i beni archeologici, le radici della nostra storia, l’ambiente ed a dare imput per creare nuove imprese.
La Regione Campania ha individuato i grandi attrattori culturali come punti fermi per la sua strategia di sviluppo destinando grandi risorse alla loro valorizzazione. E’ soddisfatta?
Evidentemente questo impegno della Soprintendenza, che ha portato ad un incremento sensibile e costante di visitatori, ha convinto la Regione Campania e Antonio Bassolino in primo luogo (che è venuto a prendere visione direttamente dello stato dei lavori) che Paestum e Velia potessero essere considerati grandi attrattori culturali regionali, allo stesso livello di Pompei ed Ercolano.
Dottoressa Tocco, cidia un po’ di numeri su Paestum: quanti dipendenti, visitatori, reperti esposti o catalogati…
I visitatori sono già oggi a 500.000 (cifra raggiunta alla fine dell’anno scorso), i dipendenti del museo di Paestum sono circa 100 tra addetti alla vigilanza, tecnici, ricercatori e amministrativi. I reperti sono svariate centinaia, quelli esposti; e migliaia, quelli catalogati.
Molte gite scolastiche hanno come meta Paestum e Velia. Che consigli si sente di dare a docenti e studenti?
Consiglio di documentarsi bene prima di affrontare la visita ad un sito archeologico o ad un museo, di prepararli in modo che i ragazzi arrivino già informati. Noi poi assicuriamo un’assistenza didattica con degli assistenti museali che, se pur lavoratori precari, svolgono il loro compito con dedizione.
E’ possibile effettuare stage per studenti medi a Paestum e Velia?
Le scuole si sono attivate per arricchire la preparazione degli studenti con attività integrative. Alcuni di questi prevedono una collaborazione da parte nostra. Quando riteniamo che le proposte siano significative e qualificate, non facciamo mancare il nostro appoggio e la nostra collaborazione.
In un’intervista a “il Valcalore”, il neo senatore Fasolino ha ventilato la possibilità di modificare la legge speciale 220 che vieta in modo netto gli interventi edilizi nelle immediate vicinanze dell’area archeologica. Cosa ne pensa?
Ogni volta che c’è un rinnovo di classe politica questa ipotesi viene affacciata. E’ una proposta che assolutamente non può essere presa in considerazione. Se Paestum è sostanzialmente integra, nonostante qualche abuso, è proprio grazie a questa legge. Posso inoltre affermare che il sito archeologico di Paestum insieme a quello di Velia, all’interno della cinta muraria, è il meglio conservato di tutta la regione Campania e, oserei dire, d’Italia.
A proposito della cinta muraria. La pulizia esterna lascia un po’ a desiderare. Per quale motivo?
La responsabilità del diserbo è senz’altro della Soprintendenza. Tuttavia è un’operazione che richiede molte risorse che noi non abbiamo. Per effettuare la pulizia ci avvaliamo della collaborazione con il comune di Capaccio-Paestum e di associazioni che operano sul territorio come la Legambiente di Capaccio Paestum. Nell’ambito del programma F.I.O. è stata sistemata una prima parte della cinta muraria e bonificata la zona prospiciente. Nell’ambito dei nuovi finanziamenti regionali sarà restaurato un altro ampio tratto di cinta muraria.
Che importanza dà alla comunicazione con la popolazione locale?
La comunicazione è molto importante. Sarebbe bello potere tenere aggiornata la comunità locale sui risultati dei nostri progetti. Mi riprometto di farlo in futuro in modo più sistematico di quanto, in qualche occasione, abbiamo fatto finora.