Leonardo Paterna Baldizzi (Palermo 1868 – Roma 1944), architetto e docente universitario che dopo gli studi presso l’Istituto di Belle Arti dell’Università di Palermo, si trasferì dapprima a Roma nel 1894 ove vinse il concorso per la borsa triennale del Pensionato Artistico Nazionale, poi a Torino ed infine nel 1905 a Napoli, dove tenne la cattedra di disegno architettonico presso l’Università. Autore di studi e ricerche nell’ambito della storia dell’arte, dell’architettura e del restauro dei monumenti.
Verso la fine del 1894 iniziò a scrivere i “diari”, a lui particolarmente cari, che lo accompagnarono per tutta la vita e nei quali sono descritti anche tutti i luoghi visitati. Infatti effettuò innumerevoli viaggi in Italia e all’estero per visitare città e paesi, immortalati sempre nei suoi diari e carnet. Tra questi luoghi anche Paestum nel 1901 e nel 1927 , Altavilla, Eboli, Castelcivita nel 1908.
Tutto l’archivio, i documenti, diari, biblioteca…, dell’architetto Baldizzi sono conservati presso l’Accademia Nazionale dei Lincei di Roma. I contenuti dei 24 diari sono stati digitalizzati e resi disponibili, per la sola consultazione, gratuitamente al pubblico. Tutte le modalità di accesso e di consultazione del Fondo Baldizzi, sono riportate al seguente link http://193.206.236.60/index.php/About e inserendo, nell’apposito campo Search, la località o qualche altro riferimento di interesse, verrà presentato il risultato della ricerca.
Per le località della nostra zona , sono presenti schizzi/grafici , anche a colori, e descrizione dei luoghi e del soggiorno effettuato. Di seguito riporto la trascrizione delle tavole relative alle quattro località.
Paestum è riportato nel Diario 8 con 4 tavole del 3 settembre 1901 e nel Diario 20 con 4 tavole del 3 aprile 1927 . Riporto di seguito, per ogni località, la trascrizione dei contenuti delle tavole.
Tav. 28- Pesto 3 settembre 1901. La notte ultima è stata passata in treno dalle 17 e ½ sino alle ore 6 di stamane quando ci siamo fermati ad Agropoli. Il nome prometteva molto, mi pareva di dover trovare una città greca intera nel suo fiorente sviluppo ma purtroppo nulla vi esiste di greco altro che il nome; un castello in alto che fa pensare alle denominazioni medioevali offre una buona prospettiva, e poi casupole e casupole… ripreso il treno ci siamo fermati a Pesto.
Pesto è l’antica Posidonia vuolsi fondata dai Dorici venuti da Dora nella Fenicia ed ora chiamata così forse per l’aria pestilenziale che fa strage degli abitanti che per attivismo o per bisogno di impegno, lì debbono vivere. Al posto delle rose e dei fiori cantati da Ovidio, Virgilio, Marziale,vi nasce ora il cardo ed ogni sorta di arbusto selvaggio che fa notare dippiù l’abbandono di cui gli uomini d’ora tengono gli eccelsi monumenti dei romani. Il più grande di questi è il tempio di Nettuno e altri due, la Basilica e il tempio di Cerere hanno molto dei loro elementi esistenti, del tempio di Ercole ne han fatto la chiesa madre del Paese, del resto quasi nulla un po’ di mura …. Più che ornati devoti, si aggira uno stuolo di grossi e neri pipistrelli , che nei momenti di riposo, decorano il soffitto di ributtanti stallattiti fatti dai loro penzolanti e addormentati corpi.
Tav. 29- Pesto 3 settembre 1901. Nel Tempio di Nettuno. Questa è la costruzione più completa dal tempo di Pisistrato. Notevole il secondo ordine di colonna delle celle che sorreggono il tetto (550 a.C.)
Tav. 30- Pesto 3 settembre 1901. Profilo di capitello Basilica
Tav. 31-Pesto 3 settembre 1901. Dalla casa del Custode Basilica Tempio di Nettuno. Dopo una non poco gradita colazione fatta pero’ in vista di questa splendida natura selvaggia e di questi imponenti monumenti di storia civile ed architettonica, abbiamo abbandonato Pesto per Battipaglia, ore 13,25.
Tav. 134 – 3 Aprile 1927. Ieri, con una splendida giornata di primavera, come avevo predisposto, alcuni giovani della N.P. e alcuni giovani allievi, con me e i miei assistenti Solimene e Gerbasio, sono venuti a Pesto. Eravamo circa 60, Solimene si era occupato di ottenere le riduzioni e ne ha il conto esatto. La mia Enrica mi dice che la mia conferenza sulla storia e sulla struttura della città è stata ottima, del suo giudizio tengo gran conto essendo Lei la più severa tra coloro che criticano l’opera mia. Partiti alle 7,35 eravamo a Pesto alle 11 e ne siamo tornati per mancanza di altri treni utili alle 14 e ¾ circa – poco tempo per ammirare i resti importantissimi, ma la impressione dal vero è piu’ completa di qualunque altra fatta dai libri o dalle stampe avute. Nell’8° di questi album da pag. 28 a 31 sono riportate le mie prime impressioni su questi importanti resti di una civiltà già spenta – la Greca- alla quale si era sovrapposta la civiltà imperiale romana che rivive ora per affermare la nostra vigoria.
Tav. 135 – 3 Aprile 1927. Sullo stereobate del Tempio di Nettuno, parlando della Magna Grecia e di Posidonia ai 60 intervenuti.
Tav. 185 – 3 Aprile 1927. Al professore Leonardo Paterna Baldizzi colto dall’obbiettivo della mia macchina, mentre dal Tempio Nettuno a Pesto con vibranti e sentite parole rievoca l’arte e la storia della dorica colonia agli allievi del secondo anni di Ingegneria. Devotamente Ettore Gennarello. Napoli 3 aprile 1927.
Tav. 186 – 3 Aprile 1927. Ricordo fotografico del Barone Emerico Gerbasio. Lamberto Solimene, la Sig.ra Gioconda Tolgherano Solimene, Italo Solimene, Carlo Massara, Io …. Leonardo Paterna Baldizzi, la piccola Bianca Maria Solimene, la mia Enrica-Enrica Giavagnoli Paterna, la signoara Maria Cappanera Massara , nel campo dell’antica estesa città davanti il Tempio di Nettuno , colazionando.
Altavilla è descritta nelle tavole 23 e 24 del Diario 13.
Tav. 23 – Altavilla Silentina 14 Ottobre 1908. Da Salerno siamo partiti alle ore 9,10. A Battipaglia si cambiò treno per Albanella stazione di Altavilla. Il treno si fermò per via per più di due ore- si era guastata la macchina- purtroppo materiale di scarto e locomotiva a consumazione sono inviati in questa reietta bassa Italia. Siamo arrivati ad Albanella alle ore 12 e mezza passate mentre vi si doveva arrivare alle 10 e mezza. Ad Albanella una vettura carica di scatole ci attendeva, un prete, un contadino. Alla meglio vi si fece largo e si potè andare con una fame terribile che ci ha accompagnato sino qui dove mi trovo in casa di una donna che fa da trattoressa, da moglie di contadino, da contadina, da venditore di cose varie.; mi pare di un paradosso ma parecchia rudimentalità e sporcizia amabilissima!!! Il Sindaco un giovane avvocato da me fatto avvertire (avv. Francesco Mottola) nipote del parroco della chiesa di Sant’Egidio e rettore del Convento di Sant’Antonio, di San Francesco, ancora non si sa , dei minori conventuali, dove io debbo fare la ricognizione di opere e arredi sacri di valore artistico. Intanto tutto ci piace per la varietà.
Monastero ingresso 16 ottobre 1908. Ieri unitamente all’ing. Giovanni Borrelli dell’Ufficio Tecnico delle Finanze di Salerno ho passato a San Francesco tutto il giorno e al Municipio per redigere la ricognizione e il relativo verbale o relativi verbali. Cosa strana gli oggetti sacri nel 1871 furono consegnati a due uomini che facevano le funzioni di Sindaco e vice sindaco e che hanno sostituito persone all’ufficio che occupavano e si sono appropriati dell’argenteria e di tutto. Oggi siamo andati un po in giro per il piccolo e rudimentale paese e poi al Monastero dove mi sono fermato a fare questo schizzo e il seguente.
Tav. 24 – Altavilla Silentina 16 Ottobre 1908. Il Monastero di Altavilla Silentina ebbe origine verso il 1435 nell’anno del pontificato di Eugenio IV come si rileva dal P. Conzaga e dagli annuali del P. Wadingo. Dalla tradizione e dalla platea a colori risulta da un fondatore San Bernardino da Siena e lo confermano i manoscritti di Luigi Staibano ricercatore di memorie storiche della costiera di Amalfi (A. dei Baroni Ferrara – Cenni storici su A. S., 1898).
Eboli è descritto nelle tavole 25 del Diario 13.
Eboli Tav. 25 – Eboli 17 ottobre 1908 – Antico Castello Angri. Ieri alle ore 16 e ½ abbandonammo Altavilla per Albanella dove arrivammo alle 18 ½. Alle ore 19,55 un treno ferroviario ci portò a Battipaglia. Qui ieri sera ho provato una grande soddisfazione un mio allievo antico Sig. Santo Vito che mi aveva riconosciuto all’arrivo venne a mettersi a mia disposizione ed io gettai il pensiero gentile che è per me una vera consolazione. Chi poteva costringere a ciò altro che un sentimento di devozione verso di me? Bastava benissimo non venire pur avendomi visto e nessuno doveva fargliene appunto se non avesse egli nutrito simpatia per il suo maestro! Oggi mi ha accompagnato per la città e in sua presenza in meno di mezz’ora ho fatto lo schizzo di questa pagina ma che riproduce una delle torri del castello di proprietà della principessa Colonna.
Castelcivita è descritta nelle tavole 26 e 27 del Diario 13.
Castelcivita Tav. 26 – Eboli 19 ottobre 1908. Dalla Civita distrutta nel secolo XII in una lotta fra Sibariti e Cotronesi e da Castelluccia , con Decreto Reale del 1863 si fece Castelcivita (Castelluccia di Civita). E’ posta sulla china meridionale dell’ Alburno nella valle del Calore a 425m sul livello del mare, riparata dal lato nord dal monte Civita altro m. 987 mentre i punti piu alti dell’Alburno ascendono a m. 1700-74 . Fu patria di Giovanni Albino lo storico delle guerre aragonesi. Era feudo degli Spinelli, e nel 1799 contava circa mille abitanti . Contro Castelluccia andò stoltamene ad urtarsi Giuseppe ….. che guidava la spedizione repubblicana diretta in Calabria e qui il 17 aprile 1799 fu rotto e fugato da Gerardo Curcio detto lo Sciarpa.
Ieri scrissi la relazione di accompagnamento al verbale fatto col Dr. Borrelli ad Altavilla; stamattina alle 8 la vettura da me presa a nolo ci prese ad Eboli e per la valle del Calore serpeggiando nelle molteplici vie che superavamo , fa salita ripida ci condusse in questo paesetto; prima vista un nuovo alberguccio che porta nel prospetto una enorme tabella dipinta sul muro e a lettere cubitali annuncia al passeggiero stanco delle 4 ore del viaggio , malgrado i due cavalli che sempre trottano, che c’è da ristorarsi e riposare; ed è abbastanza per l’entità del paese. Credo che la mia presenza sia perfettamente inutile in questo inventario di arredi sacri della Chiesa e Monastero di S. Sofia tenuta sino al dicembre 1902 dalle Clarisse ed ora dal Parroco di S. Cono Rev.do Francesco Zonzi coadiuvato dal giovanissimo sacerdote Raffaele Perrotta, Enrico Clori Segretario Comunale Patrocinatore legale mi ha fornito qualche indicazione.
Castelcivita Tav. 27 Visitata il 20 ottobre – Eboli 21 ottobre 1908. Tutta la mattina sino alle 12 ½ ieri passò sull’apprezzamento artisitico e sulla ricognizione della Chiesa e Monastero di S.Sofia , avevo iniziato il lavori quando alle 9 è venuto il Signor Giovanni Eugenio Vandano in rappresentanza del Fondo Culto egli è ricevitore del registro alla vicina Rocca d’Aspide. Un bel calice, un ostensorio del XVII secolo , un calice del XVI e il quadro della deposizione firmato: 1627 Pietraefisianus f , sono gli oggetti di pregio in quella raccolta di arredi e decorazioni chie…… affidate ora al Rev.do Raffaele Perrotta vice Parroco di S.Cono. Dopo aver mangiato, alle 14 e ¼ ci avviammo verso la valle del Calore che brillava serpeggiando alla luce del sole meridiano. Un luccichio largo ci indicava il mare lontano dove il Sele raccoglie le acque dei monti e il Calore lucano , sbocca in mare rendendo malsana tutta la Pianura Pestana. Lungo la via , il cui primo tratto discesa accentuata abbiamo fatto a piedi, ci fermammo per portar via una impressione del paesaggio generale, pochi minuti non più di venti perché ho dovuto aspettare che qualche tinta si asciugasse. Alle ore 18 e ¼ siamo discesi all’albergo di Eboli dove avevo lasciato a mia disposizione la camera ripulita con direzione e condivisione con la mia Enrica.
35 Km netti dividono Castelcivita da Eboli e la via è una vera montagna russa in qualche punto specilamente vicino al ponte sul Sele. Qui riposandoci dalla fatica improba di questi giorni riordino oggi le mie carte e farò un po di relazioni per accompagnare il lungo verbale redatto ieri. Dopo tanto bel tempo piove oggi e fa richiamare …… al riposo.
Lungo la via di Castelcivita fermati al distrutto ovile per pochi minuti.
Buona consultazione!
Tutte le immagini e le relative descrizioni sono riprodotte per gentile concessione, del 16/02/2021, della Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana di Roma, ove tutte le opere sono conservate. Per eventuali informazioni è di riferimento il seguente link http://193.206.236.60/index.php/
Bruno Di Venuta