di Mariantonietta Sorrentino
Sulla carta l’Alto Cilento è parte montana del Parco Nazionale del Cilento, Alburni e Vallo di Diano. Sulla carta è un zolla di salernitano piuttosto amena, selvaggia quasi, regevole per le varie specie animali e vegetali. Va da sé che ogni territorio abbia un’esistenza virtuale fino a quando non ci si entra in contatto. Un contatto che può avere diversi gradi di conoscenza (diretta o indiretta) e di profondità. Ma entrare in rapporto con uno dei paesi del Cilento può rivelarsi sconcertante. La parola “igiene” è variamente interpretata. Sacco, tanto per citarne uno del quale ho diretta esperienza, potrebbe essere un gioiello, se non fosse per la reiterata nonché pessima abitudine di buttare buste squarciate di patatine “et similia” a terra. Queste si incontrano non tanto lungo l’unica strada che lo attraversa quanto nei vari vicoletti che si inerpicano in alto, verso “il Chiaio o Piaggio” ed in basso verso la provinciale 142 che lambisce Sacco come un serpente. Capita a via Lavinaio dove gli abitanti son costretti quasi ad una pulizia giornaliera. Un tempo nelle scuole si insegnava l’educazione civica, ma dinnanzi a questo comportamento dissennato mi chiedo: che si insegna nelle famiglie, prima e, nelle scuole, poi? Quale educazione viene data o quale esempio dagli adulti se lattine di varie bibite o bottigle di birra si rinvengono spesso abbandonate, manco se il Comune non avesse dotato Sacco di cestini di spazzatura e campane di vetro? Poi si parla di turismo, di paesi albergo. Se questa è la situazione igienica del paese, mi viene da pensare che pure nelle case si viva sporchi. Oppure si fanno due pesi e due misure? Un giorno, tra 200 o 300 anni. quelle lattine testimonieranno per noi questa inciviltà. E Sacco sarà ricordato non per la bellezza del Sammarto, per la sontuosa chiesa parrocchiale, ma rimarrà ai posteri per l’incività dei suoi abitanti che, miopi, continuano a sporcarlo senza rispetto. Io son certa che cento anni fa si era più puliti nonostante la presenza delle stalle e la mancanza di servizi igienici. A darmi questa certezza son i commenti degli anziani del paese. Quando capiamo che il decoro dei vicoli e dei paesi non è un “optional”, ma una necessità?