Passate per l’autostrada e verso Battipaglia e vi vien voglia dei kolossal dell’architettura di una volta, i templi. Non cercate subito la risposta più ovvia, Paestum. Vi arriverete comunque ma, ma dalla Statale 18, cercate la rotatoria più grande, Santa Cecilia, e presa la direzione Eboli, dopo qualche chilometro, quando vedete le inconfondibili forme delle fabbriche degli anni Trenta, scegliete di dirigervi verso Altavilla Silentina. Un’altra rotatoria, assai più piccola, e siccome non avrete il “pass” per inoltrarvi nella zona militare, per il momento dovrete rinunciare al piccolo, ma non tanto “Palazzo Reale” vanvitelliano di Persano con l’immersione in una piccola cittadina dal chiaro sapore settecentesco con gli orologi pubblici che sono delle meridiane solari. Oltrepassata Borgo Carillia, mezzo secolo di storia agroindustriale vivacissima, il primo tempio (l’oggetto della nostra ricerca), è interamente dedicato alla mozzarella. Grandi mura in cemento lo separano dalla strada, l’ingresso è ben segnalato, e una cartellonistica degna del più accorsato centro commerciale, già vi ha avvertito su come si chiama: “A muzzarella doc La Contadina”. Se chiedete a qualcuno, ma nessuno lo fa più nell’era dei navigatori satellitari, chiedete più o meno così “Addò don Alfonso Di Masi”, è il nome dell’ideatore di questa cittadella della mozzarella, ma anche dell’architetto che ha progettato la struttura. E dal cognome Di Masi sono legate le origini di tutti gli altri caseifici locali e l’influenza si estende anche alla vicina Serre. Che dire del nuovo complesso alberghiero “l’Araba Fenice” che dà punti finanche al più blasonato Savoy, dal punto di vista dell’abbondanza dei volumi costruiti e delle forme. Visti i templi dedicati alla mozzarella – con acquisti di grandi quantità a prezzi abbordabili e genuinità garantita – e all’architettura del moderno neoclassicismo con vista sul più grande allevamento di bufale all’aperto d’Italia, ovvero l’intera Altavilla Silentina – in stanze da sogno e ottimo rapporto qualità – prezzo, dirigetevi verso la vicina Matinella e poi Paestum, off course. Archiviata questione templi, passiamo al resto. Mettiamo che siete due amanti più o meno clandestini o solo in cerca di tranquillità e privacy, Altavilla è proprio ciò che fa al caso vostro. Tra agriturismi e b&b dispersi in quasi 60 chilometri quadrati di territorio non c’è localizzatore satellitare che tenga! Anche qui i prezzi sono abbordabili e la cucina molto casalinga con gli ingredienti a chilometro zero! Bello anche il parco pubblico (ma non troppo) della Foresta, dove di atmosfere romantiche ne troverete a profusione. Se avete interessi cultural religiosi presso la chiesa di San Biagio c’è una reliquia, nelle altre chiese ci sono finanche affreschi di Solimena e di Nicola Peccheneda e nel Sali e tabacchi ora dei Di Sarli è stato scritto il più famoso libro su Altavilla. Non sono mai riuscito a determinare dove fosse “la Coria”, un tunnel che porterebbe diritto all’inferno. Di ciò – pur trovandosi traccia nella letteratura storica altavillese – io non ne sono convinto… perché più vado avanti con l’età e più mi convinco che il mio paese, nonostante tutto, è quanto di più vicino al paradiso ci sia…
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