Tutto è stato rinviato. Se saranno tempi migliori non si sa. Dal 15 settembre scorso Agropoli non solo è senza ospedale ma il cosiddetto Psaut potenziato è stato… depotenziato. Nessuno nega più lo stop al Psaut rafforzato di Agropoli. È durato praticamente un paio di mesi il potenziamento del punto di primo intervento dell’ospedale civile di Agropoli. Passato il periodo di boom di presenze in città, per via della stagione estiva, termina l’emergenza di assistenza sanitaria e con questo cessano anche le speranze per un riavvio di tutte le funzioni del nosocomio cilentano. Tutto torna alla sua “normalità”. Altri pochi giorni e dal mese prossimo ci sarà di nuovo un Psaut che è poco più di una guardia medica, vista la presenza dell’ambulanza. La partita politica per un’esistenza serena dell’Ospedale Civile di Agropoli è ancora da giocare all’interno della nuova programmazione sanitaria regionale quando questa uscirà dal commissariamento nazionale. Lo ammette anche il sindaco Franco Alfieri che sulla riapertura immediata si è giocato la sua credibilità a sostegno della esasperata ricerca di consensi per presidente Vincenzo De Luca.” E’ evidente che il futuro dell’ospedale di Agropoli sarà deciso nel piano ospedaliero che la nuova dirigenza della Regione Campania elaborerà, – dice il primo cittadino – superando miopi campanilismi e reddite di potere personali. Lo Psaut di Agropoli – continua il sindaco Franco Alfieri – è stato messo, finalmente, in condizione di svolgere il suo ruolo, cioè soccorso e stabilizzazione del paziente critico. Per fare ciò è stato implementato con personale medico specialistico di emergenza, coadiuvato dai servizi di radiologia e analisi clinica. Tale compito è svolto tutti i giorni della settimana e a tutte le ore del giorno. Altre informazioni sulla funzionalità della struttura sono fuorvianti e non veritiere. . D’altronde i numerosi accessi che si sono avuti nei mesi estivi dimostrano come il presidio di Agropoli sia assolutamente necessario ed indispensabile». La situazione sul campo non autorizza però entusiasmi. Non c’è stata alcuna proroga, come qualcuno sperava, quindi si ritornerà ad un punto di primo soccorso con tre ambulanze a disposizione con il compito di stabilizzare il paziente e trasferirlo, qualora necessario, in altre strutture. Se il Psaut rimane e persiste, il presidio ospedaliero sembra ritrovarsi nel buio più totale. Un pronto soccorso senza un ospedale, senza dei reparti a disposizione, quando l’emergenza c’è ed è anche costante, serve sì ma davvero a poco. Di fronte a una situazione del genere c’è, però, anche chi vuole farsi sentire con l’intento di ottenere un chiaro quadro della situazione sul futuro che spetta all’ospedale di Agropoli. Giovanni Basile, responsabile del comitato cittadino ‘Salviamo l’ospedale di Agropoli’, dà un po’ di numeri: «Dal giorno 01/01/2015 al giorno 01/09/2015 sono transitati presso il Psaut di Agropoli 571 utenti. 571 persone, pur sapendo che presso la struttura di Agropoli c’è il nulla, si sono rivolte al presidio per avere delle cure. Il dato – riporta Basile – esprime tutta la necessità, per il nostro territorio, di avere una struttura efficiente. Di fatto un pronto soccorso attivo è tale se ha dei reparti a supporto. Escludere i reparti (l’ospedale) equivale ad escludere il pronto soccorso dal ruolo che potrebbe avere”. Chi dice che la riapertura estiva è stata un bluff forse esagera e forse no.
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