Cari lettori di Unico, secondo voi ci sono più luci o più ombre all’Ospedale di Polla? Beh, per accendere la luce di solito basta pigiare sull’interruttore, anche se a volte pur pigiando forte non è detto che s’illumini l’ambiente.
Molti non lo sanno ma c’è stato un momento in cui l’Ospedale di Polla davvero poteva chiudere. Ho sentito di recente il governatore De Luca attribuirsi il merito di averlo salvato. Ma per chi l’ha salvato? Per chi ci lavora o per chi ne ha bisogno per ricevere cure? Molti si fanno queste e tante altre domande e spesso me le son fatte pure io mentre aspettavo il mio turno o quello di un mio familiare.
All’inizio di quest’anno si è insediato all’Ospedale di Polla il nuovo Dirigente Responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale di Oculistica, il dottor Alfonso Pellegrino, molto stimato nel settore, che arriva dall’Ospedale di Eboli. Il suo arrivo è un primo bagliore di luce per l’Ospedale di Polla, che aveva perso il precedente Primario Gianni Iovieno. Il dottor Alfonso Pellegrino potrà continuare a garantire alti standard ad uno dei reparti più rinomati dell’Ospedale di Polla.
E’ una luce, e per luce io intendo una buona notizia per il Luigi Curto. Negli ultimi mesi sono stati ben 14 i medici specialisti assunti presso il nosocomio del Vallo di Diano, altre luci che si aggiungono alla prima dopo un periodo di sole ombre, tante ombre. Oltre ad Alfonso Pellegrino, sono infatti subentrati il responsabile di Radiologia Giacomo Faenza, Virginia Tagliamonte presso il centro Trasfusionale, Giancarlo Messali a Radiologia, Cristina Manzi a Urologia, l’Anestesista Giuseppina Di Palma, Tommasina Strazzullo e Luca Montesarchio in Chirurgia, Silvia D’Arienzo per Anestesia e Carla Contaldi, Antonella Paglia e Lucia Di Napoli in Cardiologia, Anna Silvestro in Neurologia, ed infine Antonio Innac Dirigente Medico Responsabile di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e quindi del Pronto Soccorso.
Finalmente qualche luce si sta accendendo sul Luigi Curto, qualche buona notizia sta arrivando per la sanità e per i cittadini del Vallo di Diano e territori limitrofi. Dopo anni di enormi difficoltà vissute dall’Ospedale Luigi Curto di Polla per la cronica carenza di personale e per problematiche legate all’effettuazione di esami diagnostici per inoperatività delle apparecchiature, iniziano ad intravedersi alcuni risultati positivi.
Pare che finalmente qualcosa stia davvero cambiando, come ci conferma il Dott. Luigi Mandia, direttore sanitario dell’Ospedale Luigi Curto: “Le novità legate all’arrivo delle nuove apparecchiature, il laser ad eccimeri, la nuova TAC e presto il nuovo mammografo, sono solo un primo passo verso un servizio sanitario efficiente. Tanto ancora si può fare. Anche le difficoltà legate alla carenza di personale sembrano in via di risoluzione. Negli anni e nei mesi scorsi non sono mancate le polemiche in tal senso. Medici ed infermieri si trovavano spesso costretti a dover affrontare turni massacranti per riuscire a garantire la piena operatività dei diversi reparti. Anche in questo senso ci sono novità importanti seppur non risolutive”.
Sono luci, le prime luci, ma restano ancora tante ombre da dissipare. “Il pesce puzza dalla testa” è un’espressione che spesso ho sentito utilizzare dai pazienti per indicare la mancanza di organizzazione nei reparti, esasperati da lunghissimi tempi di attesa, fino a quattro ore, magari per una semplice medicazione che poteva fare il proprio medico di famiglia. Bastava semplicemente dire al paziente di non andare all’ospedale in quanto non ce n’era bisogno. E’ una fattispecie che rientra decisamente tra le ombre.
Pochi giorni fa, in un reparto dell’ospedale, in attesa di una visita per un mio caro, dopo ben quattro ore di attesa, mi sono molto arrabbiato con un’infermiera che faceva passare gli ultimi arrivati. Le ho chiesto “Perché non mettete i numeri in modo da evitare futili discussioni tra pazienti che diventano irascibili e impazienti”? Mi ha risposto che se l’erano rubato l’aggeggio dove c’erano attaccati i numeri. Pensavo che mi stesse prendendo in giro, e invece… Mi son girato ed effettivamente ho visto vicino alla porta due fori nel muro. Qualcuno aveva davvero staccato e rubato il pezzo dove c’era il rullino con i numeri. Era vero quello che aveva detto l’infermiera. In ogni caso la stessa infermiera poteva rimediare prendendo, al posto dei numeri dei pazienti, le carte con i nominativi e chiamare secondo l’ordine di arrivo visto che le prenotazioni erano tutte allo stesso orario. A volte basta davvero poco per essere efficienti. Basta ragionare, basta usare la logica. Magari sotto stress non ci aveva badato ma ciò denota mancanza anche di un minimo di organizzazione tra i reparti. Rientra sicuramente tra le ombre che il direttore Mandia deve far diventare luce al più presto. Basta poco.
Poi c’è da dire che alcuni infermieri (non medici) trattano i pazienti con “strafottenza” travestita da “dolce arroganza”, a volte “indifferenza”. Pure questo è da attribuire al troppo stress? Al caro direttore Mandia le soluzioni. A volte basta davvero poco, ma quel poco è fatto di dettagli e i dettagli fanno la differenza trasformando una luce in un’ombra e viceversa.
De Luca si è attribuito il merito di averlo salvato l’Ospedale di Polla. Ma si deve ancora capire se è davvero un bene che l’ha salvato, come dice lui. Se l’ha salvato solo per chi ci lavora, non è un bene. Un ospedale deve essere prima di tutto efficiente a livello organizzativo. Non si possono perdere ore ed ore in attese spasmodiche ogni volta che si deve fare una visita o peggio ancora un semplice controllo. Oggi c’è la tecnologia che viene in soccorso. Spesso chi ci lavora, in un pezzo di Sud come il nostro, pur stressato, è da ritenersi comunque un privilegiato. Uno che lo stipendio lo riceve eccome ogni mese da tanti anni e per tanti anni deve immedesimarsi in colui o colei che gli sta di fronte. In un ospedale la cura del paziente inizia ancor prima della cura della malattia o della patologia magari cronica. I pazienti sono prima di tutto persone e in quanto tali meritano rispetto.
L’Ospedale di Polla non è stato salvato solo per chi ci lavora, per cui chi ne ricevere le cure vuole vederlo funzionare meglio. Ricordiamoci tutti che la Costituzione italiana riconosce il diritto alla salute definendolo un diritto fondamentale dell’individuo. Da questo pezzo di Sud confidiamo che nel nostro Ospedale ci siano sempre più luci e sempre meno ombre!