Ritorna puntuale la spinosa questione legata alla soppressione del punto nascita dell’ospedale di Polla. E anche in queste ultime settimane il Vallo di Diano è con il fiato sospeso per una decisione che potrebbe riguardare il “Luigi Curto” di Polla. Secondo le ultime dichiarazioni del presidente della Regione Campania Vicenzo De Luca pronunciate nel corso della cerimonia d’apertura del reparto di Cardiologia a Eboli, sarebbero a rischio chiusura i punti nascita di Sapri e Polla. Il motivo è che questi due presidi ospedalieri non raggiungerebbero le 400 nascite annuali stabilite come limite minimo dal Ministero della Salute, ragion per cui, potrebbero chiudere battenti in breve tempo. Sulla questione è intervenuto il primario di Ostetricia e Ginecologia di Polla, il dottor Francesco De Laurentiis: “Entro il 2022 dovremmo raggiungere e magari superare il minimo di nascite previste – ha precisato – mentre i dati di fine 2021 sono nettamente a nostro favore rispetto ai presidi di Sapri e Vallo della Lucania che nelle parole di De Luca non è nemmeno citato, ma che in realtà registra meno parti rispetto alla stessa Sapri. E non capisco infatti perché viene tralasciato. Tra i punti nascita, invece, dove si adotta la laparoscopia è proprio Polla in tutta la provincia di Salerno”. Poi prende fiato e dice: “Il problema che a me interessa tutelare, l’ho detto già in passato ma lo ribadisco anche adesso, non tocca solo al sottoscritto ma l’utenza del Vallo di Diano che verrebbe privata di un bene primario quale poter nascere nel proprio territorio. Dobbiamo tutelare non solo l’evento nascita ma dobbiamo vedere la complicanza dell’evento nascita come il distacco di placenta, l’emorragia, il post parto tutte problematiche che impongono una immediatezza d’intervento. In 30 anni e più non abbiamo avuto dati relativi a nati morti o mamme morte a causa del parto ma dobbiamo iniziare a parlarne per ribadire dati positivi che maturano in questo ospedale. De Luca prima di parlare dei punti nascita parla del Dea a Eboli e Battipaglia, parla poi di Nocera e Sarno e cita Dea di Agropoli e Vallo della Lucania e, così direi che a Eboli si è fermata la sanità campana. La zona a Sud di Eboli non esiste? Parliamo quindi di Dea, assistenza medica allora non assistenza alla natalità. Oliveto Citra, noi, il Golfo di Policastro non siamo campani dunque? Ho parlato anche con il sindaco di Polla della vicenda e anche perché si deve avere l’onestà intellettuale di dire ciò che in realtà pensa chi decide e dispone. Se parliamo quindi di numeri, quelli sono in netto favore nostro. Altri punti nascita sono esattamente al nostro stesso livello e chi va a partorire altrove potrebbe fare un danno proprio a questo territorio. Potremmo arrivare poco sotto o poco sopra le 400 nascite previste in quest’anno. E poi non dobbiamo mangiarci le mani per soli dieci parti in meno registrati altrove, per un decimo cioè, dobbiamo rischiare di perdere un punto nascita, spero proprio di no. A tutela di questo territorio, quante di queste persone seguite in altri centri, hanno un’emorragia o un bimbo che non si muove e non si sente e arrivano all’ospedale di Polla. Occorre cioè che si capisca che hanno un vantaggio che potrebbero facilmente sfruttare. Non esiste solo l’evento parto ma per qualsiasi cosa tu hai l’ospedale sotto casa dove ti possono visitare. Il problema quindi è più specifico non solo va sollevato per tutelare l’occupazione del posto ma soprattutto per la gente che saprebbe dove andare per giunta vicino casa. Il disagio cioè sarebbe quello di privare l’utenza di una possibilità, di un bene primario”. Privato il territorio del tribunale, della ferrovia e di qualche altro servizio, per il primario del “Curto” di Polla, il Vallo di Diano è stato depauperato ed è un dato tangibile. E se decidono di chiudere anche l’ospedale la situazione diverrebbe gravissima. Un allarme insomma che richiama alla mente altre condizioni che quest’area sta patendo da troppo tempo ormai. “Siamo un bacino di utenza inferiore rispetto all’agro nocerino – sarnese, rispetto a Eboli Battipaglia e dintorni – prosegue De Laurentiis – ma non si può fare così per la popolazione che ci vive e che contribuisce con le tasse come altri cittadini del Nord e che perciò deve poter usufruire degli stessi pieni servizi e diritti”. Il primario richiama anche l’importanza di acquistare attrezzature idonee a gestire le situazioni che di volta in volta si presentano. Un disagio più volte ribadito e una condizione di incertezza che inficia anche la programmazione necessaria a gestire meglio il servizio. Un disagio che richiama anche le forze politiche a fare quadrato sulla situazione attuale.
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