L’ennesima tornata elettorale è alle porte … Ci si augura che i temi e le argomentazioni dei candidati sindaci eletti e “sconfitti” non restino “lettera morta”. Soprattutto quelli che saranno stati contrapposti a quelli premiati dal risultato uscito dalle urne non siano riposti nel cassetto per essere tirati fuori alla prossima competizione.
Infatti, alle nostre latitudini accade spesso che le aggregazioni di uomini e donne che vanno a comporre le liste durano appena il tempo della campagna elettorale.
A volte, gli stessi protagonisti soccombenti si lamentano di aver avuto poco tempo per “spiegare” i loro progetti di cambiamento.
In verità, quello che accade periodicamente quando c’è il confronto politico è un vero atto di presunzione sociale!
I protagonisti che, di volta in volta, si affacciano sui palchi fisici e virtuali per conquistare il sostegno elettorale basano le loro tesi su luoghi comuni consolidati invece di scavare a fondo sui bisogni veri dei loro concittadini che necessitano di essere portati in chiaro.
È questa quest’ultima la vera missione di chi si candida ad amministrare un comune, piccolo o grande che sia.
Però, se pure è da apprezzare lo sforzo fatto nei 40 giorni di campagna di sensibilizzazione in occasione delle elezioni, c’è la necessità di riempire lo spazio temporale della lunga traversata tra un’elezione e un’altra con un’azione sistematica di coinvolgimento, chiamata alla presa in carico dei problemi, una ricerca condivisa delle soluzioni …
Ecco perché chi si affaccia al “balcone” della politica deve scendere, prima di risalirvi, e “camminare”, passo dopo passo, sia fisicamente sia intellettualmente nella vita reale che oltre ad essere il vero centro d’interesse dell’agire politico.
Infine, si tratterà di assolvere bene il ruolo di “oppositori” assegnato ai perdenti dal corpo elettorale in Consiglio Comunale, un aspetto importante, ma non risolutivo. Il sindaco e la maggioranza che lo sostiene, governa, hanno motivazioni, risorse e mezzi per affermare il suo punto di vista.
La minoranza ha il diritto e il dovere di pungolare chi governa nelle sedi istituzionali ma deve anche dare il via, fin da subito, alla “campagna elettorale” che l’attende fra cinque anni. Se non lo farà, vorrà dire che le velleità di governo messe in campo erano solo “fuffa”. Oopporsi” intanto che a governare sono quelli che hanno vinto, vuol dire prepararsi a governare meglio quando arriverà il proprio turno di entrare nelle stanze del potere.
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