Ogni promessa è debito. Valditara, dov’è finito il pagamento del Mof?
“Entro il 31 agosto le risorse del MOF saranno attribuite alle scuole”. Così Valditara nella calura ferragostana. Mario Di Fazio lamenta l’inadempimento della promessa Valditara. “Per conto e in difesa di tutti i colleghi docenti e in particolare in qualità di RSU all’interno del mio istituto scolastico, scrive Di Fazio, affermo che è vergognoso il trattamento che la classe docente continui a ricevere da un Ministero che dovrebbe far crescere il nostro Paese, assicurare la formazione e il futuro dei nostri giovani”.
Nel corso dello scorso mese, il Ministro del MIM, Giuseppe Valditara, esordì con un comunicato promettente, fissò la data del 31 agosto per l’attribuzione delle risorse del MOF alle scuole: “Quest’anno la firma del contratto integrativo nazionale con cui si ripartiscono le risorse del MOF destinate al Fondo di istituto (FIS), risorse necessarie per retribuire le attività aggiuntive svolte dal personale scolastico nell’a.s. 2022/2023, è avvenuta soltanto nel mese di luglio avendo dovuto attendere, a differenza degli anni passati, la firma del Contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto, che ha rifinalizzato una quota parte proprio del MOF, oltre a dare seguito ad alcune osservazioni sollevate dal MEF conseguenti alla procedura di rinnovo del contratto nazionale in corso. Subito dopo la firma del contratto integrativo abbiamo interloquito con il MEF al fine di procedere con l’attribuzione delle risorse così da evitare ritardi. Le procedure di assegnazione dei fondi alle scuole sono in corso di perfezionamento e al vaglio degli organi di controllo. Gli uffici del MIM, cui ho dato precise indicazioni in tal senso, stanno lavorando per fare in modo che entro il 31 agosto le risorse siano attribuite alle scuole e che entro il mese di settembre i compensi siano effettivamente percepiti dai titolari”. Così Giuseppe Valditara, nella calura ferragostana. Il ritardo, ebbe a dichiarare il Ministro Valditara, era conseguenza inevitabile della tempistica prolissa per la firma del contratto integrativo nazionale avvenuta solo nel mese di luglio 2023. Con l’inizio del mese in corso, purtroppo, l’impegno non è stato mantenuto. Mario Di Fazio su “Tecnica della scuola” lamenta l’inadempimento della promessa Valditara. “Per conto e in difesa di tutti i colleghi docenti e in particolare in qualità di RSU all’interno del mio istituto scolastico, scrive Di Fazio, affermo che è vergognoso il trattamento che la classe docente continui a ricevere da un Ministero che dovrebbe far crescere il nostro Paese, assicurare la formazione e il futuro dei nostri giovani. Si parla sempre di nuova contrattazione collettiva, per avere cosa? Mai un aumento stipendiale adeguato, non solo adeguato ai Paesi europei ma adeguato alla dedizione che i docenti mettono nel fare il proprio lavoro; e come veniamo ripagati? Non veniamo giusto appunto ripagati, neanche quei pochi spiccioli stratassati di funzioni aggiuntive, così come tutti i progetti PON, POR, PNRR, che ci ritroviamo a svolgere per il bene della comunità scolastica e per un efficiente miglioramento dell’organizzazione istituzionale. Forse sarebbe il caso che la classe docente si mobiliti rifiutandosi di svolgere qualunque altra funzione se non quella delle proprie ore di insegnamento, almeno da garantire la formazione dei ragazzi”. Sicuramente non è cosa virtuosa assumere un impegno per poi tirarsi indietro. La parola data deve essere mantenuta nei termini, così come va onorato un debito. “Omne promissum de iure debitum est”. Ogni promessa è debito!
elgr