Oggi, festa dei proff.
Con l’adozione dell’Obiettivo 4 di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, “Istruzione di qualità”, gli insegnanti vengono riconosciuti come soggetti chiave per l’attuazione dell’Agenda 2030 sull’educazione. Il loro impegno infatti è fondamentale per fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva e opportunità di apprendimento per tutti, con l’obiettivo di incrementare il livello di alfabetizzazione globale e ridurre l’abbandono scolastico precoce, contribuendo a migliorare la vita delle persone e a raggiungere lo sviluppo sostenibile.
“Non c’è mai stata attenzione per quanto riguarda la formazione degli insegnanti o degli aspiranti tali, ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.. Non esiste un vero e proprio percorso per iniziare la carriera di docente. Serve la ridefinizione di un ruolo, di una carriera dell’insegnante. Carriera dell’insegnante non è una brutta parola. Bisogna fornire gli strumenti per dialogare con i ragazzi. Dobbiamo ricostruire il ruolo degli insegnanti e dei dirigenti. La scuola non può tornare ad essere messa in un angolino della Pubblica amministrazione, ma deve essere posta al centro del processo di sviluppo del Paese“. A partire dal 1994, in tutto il mondo, il 5 ottobre, si celebra la festa laica dell’insegnante. A che serve festeggiare? Sicuramente a incentivare e apprezzare la figura dell’insegnante. In undici nazioni, tutte rientranti nel mondo arabo (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Giordania, Arabia Saudita, Yemen, Bahrain, Emirati Arabi Uniti e Oman) il prof viene festeggiato il 28 febbraio. La figura del docente è fatta bersaglio nel nostro Paese, da qualche decennio, di una vera e propria aggressione. Diffusi sono i pregiudizi che colpiscono la categoria. E allora veramente può servire una festa volta a mettere al centro i proff, a valorizzare la preziosa funzione che i proff svolgono! Discriminati, non amati perché attaccati al posto fisso e sicuro, perché fortunati a causa dei tre mesi di ferie, ben pagati secondo alcuni, se il compenso s’intende collegato all’opera reale, (..quella che si vede). E poi mediocri e poi oziosi e poi pigri.. Insomma di tutto e di più. Un agire modulato da una forma retorica che, nel tempo, ha indotto allo svilimento della sua funzione, al mancato autentico riconoscimento dell’azione valoriale dei docenti di ogni ordine e grado. Questa retorica ha danneggiato fortemente l’immagine dei proff., è crollata la stima verso gli insegnanti, malgrado ogni adulto ricorda un maestro, una maestra un prof, una prof che ha lasciato un segno indelebile nella crescita, nella formazione, fornendo un indiscutibile apporto al cambiamento migliorativo della propria esistenza, determinando una mutazione felice nel processo evolutivo umano e professionale. “La perdita di credito della figura dell’insegnante, scrive giustamente Roberta Errico, non è solo frutto di una narrativa distorta, ma è anche la conseguenza delle norme che regolamentano il sistema scolastico. In Italia, le numerosissime riforme che si sono succedute negli anni hanno contribuito a denigrare gli insegnanti delle scuole pubbliche in molti modi. La totale subalternità delle riforme scolastiche a una visione mercatocentrica ha trasformato la scuola da istituzione ad azienda, tale da rendere profetiche le parole pronunciate nel 1955 dal premio Nobel per l’economia Milton Friedman: “Le scuole saranno più efficienti se saranno sottoposte alle leggi del mercato capitalistico e, come tutte le aziende, entreranno in concorrenza le une con le altre per attirare i loro clienti: gli studenti”. In Italia, l’inizio di questa svolta risale a più di vent’anni fa: la legge Bassanini del 1997, prima, e la riforma dei cicli scolasticidel 2000 a firma di Luigi Berlinguer, poi, avviarono il percorso giuridico dell’autonomia scolastica. Una strada lunga che passa per la riforma Moratti del 2001, i correttivi del ministro Fioroni nel 2003, i drastici tagli del personale effettuati dal ministro dell’economia Tremonti in concerto con l’allora ministro dell’istruzione Maria Stella Gelmini nel 2008, fino alla “Buona scuola” del governo Renzi, diventata legge nel 2015. Nella recente storia italiana, ogni governo ha voluto influire sul sistema scolastico, ma nessuno ha contribuito a porre davvero il valore della cultura e dell’insegnamento al centro del dibattito politico. Le varie riforme hanno invece reso la scuola l’anticamera del mondo del lavoro – con risultati non sempre efficaci come nel caso dell’alternanza scuola-lavoro, il cuore della riforma della “Buona scuola” – e pochi sembrano essersi posti il problema di far diventare quei futuri lavoratori prima di tutto dei cittadini coscienti e preparati”. Questa Giornata, chiarisce la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, commemora la sottoscrizione delleRaccomandazioni dell’UNESCO sullo status di insegnante, la principale struttura di riferimento per i diritti e le responsabilità dei docenti su scala mondiale, ed ha come obiettivo fondamentale quello di suscitare riflessioni sul ruolo dei professionisti della formazione, sulle sfide che affrontano quotidianamente, sulle difficili condizioni di lavoro a cui sono spesso sottoposti. Con l’adozione dell’ Obiettivo 4 di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, “Istruzione di qualità”, gli insegnanti vengono riconosciuti come soggetti chiave per l’attuazione dell’Agenda 2030 sull’educazione. Il loro impegno infatti è fondamentale per fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva e opportunità di apprendimento per tutti, con l’obiettivo di incrementare il livello di alfabetizzazione globale e ridurre l’abbandono scolastico precoce, contribuendo a migliorare la vita delle persone e a raggiungere lo sviluppo sostenibile. In occasione di questa Giornata, domani 5 ottobre l’Associazione Culturale “Network Arene di Roma” organizzerà alcuni eventi nell’ambito del “Roma Intercultural Festival”, nei quali verranno coinvolti docenti, scuole, rappresentanti della comunità, istituzioni e associazioni del territorio. Il messaggio del Direttore Generale dell’UNESCO, Irina Bokova, in occasione della Giornata degli insegnanti:“Gli insegnanti costituiscono un fondamento essenziale della forza a lungo termine di ogni società – essi forniscono ai bambini, ai giovani e agli adulti le conoscenze e le competenze necessarie per soddisfare le proprie potenzialità. Tuttavia, in tutto il mondo, troppi insegnanti non hanno la libertà e il sostegno di cui hanno bisogno per svolgere il proprio lavoro, che è di vitale importanza. È per questo che il tema della Giornata Mondiale degli Insegnanti di quest’anno – “Teaching in Freedom, Empowering Teachers” – ribadisce il valore degli insegnanti e riconosce le sfide che molti incontrano nel corso della loro vita professionale in tutto il mondo. Essere un insegnante accreditato significa avere accesso a una formazione di alta qualità, salari equi e opportunità continue per lo sviluppo professionale. Significa anche avere la libertà di sostenere lo sviluppo di curricula nazionali e l’autonomia professionale per scegliere i metodi e gli approcci più adeguati che permettano un’educazione più efficace, inclusiva ed equa. Inoltre, significa essere in grado di insegnare in totale sicurezza durante i momenti di cambiamento politico, instabilità e conflitti. In molti paesi, tuttavia, la libertà accademica e l’autonomia degli insegnanti sono sotto pressione. Ad esempio, nelle scuole primarie e secondarie in alcuni paesi i rigidi schemi di responsabilità hanno esercitato un’enorme pressione sulle scuole affinché fornissero risultati su test standardizzati, ignorando la necessità di assicurare un curriculum di ampio respiro che soddisfi le diverse esigenze degli studenti. La libertà accademica è fondamentale per gli insegnanti a tutti i livelli di istruzione, ma è particolarmente importante per gli insegnanti di istruzione superiore, sostenendo la loro capacità di innovare, esplorare e rimanere al passo con le più recenti ricerche pedagogiche. A livello universitario gli insegnanti sono spesso impiegati a tempo determinato e su base contingentale. Ciò può generare a sua volta una maggiore insicurezza del lavoro, minori prospettive di carriera, un carico di lavoro più elevato e stipendi inferiori – fattori che possono limitare la libertà accademica e danneggiare la qualità dell’istruzione che gli insegnanti possono offrire. A tutti i livelli di istruzione, la pressione politica e gli interessi commerciali possono porre dei freni alla capacità degli educatori di insegnare in libertà. Gli insegnanti che vivono e che lavorano in paesi e comunità colpiti da conflitti e instabilità affrontano spesso sfide maggiori, tra cui aumento dell’intolleranza, discriminazione e restrizioni sulla ricerca e sull’insegnamento. Quest’anno è il 20° anniversario della Raccomandazione dell’Unesco del 1997 sullo Status del personale insegnante di istruzione superiore, che integra la raccomandazione UNESCO/ILO del 1966 sullo Status degli insegnanti. Insieme, questi strumenti costituiscono il principale quadro di riferimento sui diritti e sulle responsabilità degli insegnanti e degli educatori. Entrambi sottolineano l’importanza dell’autonomia dell’insegnante e della libertà accademica nella costruzione di un mondo in cui l’istruzione e l’apprendimento sono veramente universali. Mentre tutto il mondo lavora per realizzare la visione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, ci rivolgiamo ai nostri partner nei governi, nel settore privato e nel mondo dell’istruzione affinché si impegnino a costruire una forza lavoro altamente qualificata, valorizzata e rafforzata. Ciò costituisce un percorso cruciale per la realizzazione dell’Obiettivo 4, che prevede un mondo in cui ogni ragazza, ragazzo, donna e uomo abbia accesso a un’istruzione di qualità e alle opportunità di apprendimento lungo tutto l’arco della vita. Ciò significa garantire condizioni di lavoro dignitose e stipendi equi per tutti gli insegnanti, anche a livello universitario. Significa fornire agli insegnanti formazione e sviluppo. Significa aumentare il numero di insegnanti di qualità, soprattutto in quei paesi con un elevato numero di insegnanti impreparati. Significa eliminare restrizioni inutili sulla ricerca e sull’insegnamento e difendere la libertà accademica a tutti i livelli di istruzione. Infine, significa migliorare lo status degli insegnanti in tutto il mondo in un modo che onori e rispecchi l’influenza che essi hanno sulla forza della società. In questa Giornata Mondiale degli Insegnanti unitevi a noi nel a permettere agli insegnanti di insegnare in libertà affinché ogni bambino e ogni adulto siano a loro volta liberi di imparare – a beneficio di un mondo migliore”.
Emilio La Greca Romano