La Fondazione Giulia Cecchettin rivela la sua pagina virtuale, è un’iniziativa, nata dalla volontà di Gino, Elena e Davide per onorare la memoria di Giulia, figlia e sorella e trasformare il dolore in un’opportunità per la società. Con un forte impegno verso l’inclusione e la lotta contro la violenza di genere, la Fondazione si basa su valori fondamentali come integrità, onestà e rispetto dei diritti umani. Attraverso campagne di sensibilizzazione e progetti innovativi, mira a promuovere un cambiamento sociale e culturale, creando un ambiente in cui ogni individuo possa sentirsi al sicuro e valorizzato. Il loro lavoro è essenziale per costruire una comunità più giusta e solidale. Giulia era una giovane donna piena di vita, speranza e amore. Il suo tragico destino non può essere vanificato; la sua luce continuerà a illuminare il cammino di coloro che combattono contro la violenza di genere. Fondazione Giulia si propone di mantenere viva la sua memoria e di diffondere il suo messaggio di amore e speranza. La violenza di genere è un nemico insidioso e spesso invisibile che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Con Fondazione Giulia ci impegniamo a portare questa violenza alla luce, a sensibilizzare l’opinione pubblica e a fornire sostegno a coloro che ne sono vittime. Oggi, lunedì 18 novembre, alle ore 11.30, nella Sala della Regina di Montecitorio, si svolgerà la presentazione della “Fondazione Giulia Cecchettin”. Si collegheranno, a breve, il Parlamento europeo e le scuole italiane. È data opportunità di seguire la manifestazione in diretta sul sito della Camera dei deputati e su quello del Ministero. Queste le linee essenziali del programma: a seguito del saluto del vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, interverranno il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, la vicepresidente del Senato Anna Rossomando, la presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, Martina Semenzato. Ovviamente sarà presente e interverrà il presidente della Fondazione, Gino Cecchettin; a seguire poi: la vicepresidente, Anna Maria Tarantola, la rettrice dell’università degli studi di Padova, Daniela Mapelli, il prefetto Maria Luisa Pellizzari, la consigliera della Fondazione, Federica Pellegrini, la docente di pedagogia di genere università degli studi di Firenze, Irene Biemmi, il presidente dell’associazione Maschile plurale, Stefano Ciccone, la prorettrice alle politiche di equità e diversità università degli studi di Trento, Barbara Poggio. In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne., fissata per il prossimo 25 novembre, le scuole potranno riconsiderare questo momento, a mezzo collegamento. Questa opportunità, come suggerisce il MIM, risulterà eventualmente utile anche per offrire una utile risposta secondo le Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione Civica. Occorre dire che il Ministero dell’Istruzione e del Merito è fattivamente impegnato da anni sul fronte della prevenzione di ogni forma di violenza ed è intervenuto in più occasioni sul tema, con specifiche normative e utili strategie di intervento col fine di arginare i comportamenti a rischio. “L’attività della Fondazione, scrive Gino Cecchettin, sarà un percorso partecipato che coinvolgerà al massimo possibile gli attori istituzionali, le organizzazioni e le persone che in questo periodo hanno dimostrato interesse a sostenere la nostra missione per garantire partecipazione, pluralità e trasversalità. L’ampia partecipazione sarà garanzia di un impatto maggiore e duraturo. Un percorso partecipato, prosegue, richiede tempo e pazienza, ma come afferma un noto proverbio africano: Se vuoi andare veloce corri da solo, se vuoi andare lontano vai insieme a qualcuno. Le attività che la Fondazione metterà in atto richiederanno risorse umane ed economiche, ed ognuno potrà dare il proprio contributo di affetto, di idee e di risorse economiche, che verrà messo a frutto dalla Fondazione seguendo criteri di massima responsabilità, efficacia e trasparenza. Comincio io, mettendo a disposizione della nascente Fondazione Giulia i proventi netti derivanti dai diritti d’autore del libro che è stato appena pubblicato. Insieme possiamo onorare la memoria di Giulia, e con lei di tutte le donne vittima di violenza in ogni parte del mondo, e costruire un mondo più giusto, sicuro e compassionevole per tutti”. Uccisa con 75 coltellate da chi diceva di amarla, la ventiduenne di Vigonovo morì l’11 novembre 2023 per mano di Filippo Turetta. “La perdita di Giulia, dichiara il padre Gino, ha scosso le fondamenta della mia esistenza e mi ha spinto a un impegno incrollabile contro la violenza di genere.” Seguì un libro dopo la tragica vicenda: “Cara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia” Gino Cecchettin (Autore), con Marco Franzoso. Sono “le parole di un padre che ha scelto di non restare in silenzio. Un appello potente alle famiglie, alle scuole e alle istituzioni. Il libro è parte di un progetto più ampio a sostegno delle vittime di violenza di genere. Dal giorno dei funerali della figlia Giulia, Gino Cecchettin ha scelto di condividere il proprio dolore cercando di affrontarlo e renderlo costruttivo perché possa essere di aiuto alle giovani e ai giovani del nostro Paese. In questo libro, attraverso la storia di Giulia, si interroga sulle radici profonde della cultura patriarcale della nostra società. «Tu in questi giorni sei diventata un simbolo pubblico», scrive Gino Cecchettin alla figlia Giulia e a quanti vorranno ascoltare le sue sofferte parole di impegno, di consapevolezza e di coraggio. «Sei la mia Giulia e sarai per sempre la mia Giulia. Ma non sei più solo questo. Tu dopo quanto è successo sei anche la Giulia di tutti, quella che sta parlando a tutti. E io sento forte il dovere di manifestare al mondo che persona eri e, soprattutto, di cercare attraverso questo di fare in modo che altre persone si pongano le mie stesse domande». Oggi non basta non dimenticare Giulia, ma occorre rivendicare l’importanza dell’educazione sessuale nel mondo scuola. Dopo Giulia Cecchettin, nel nostro Paese, fino ad oggi, si contano altri novantuno femminicidi. Cosa serve davvero per porre fine a questo dilagante orrore? Secondo Giuseppe Valditara, Capo del dicastero di Viale Trastevere, bisogna ripartire da un’educazione sana e consapevole; questa è l’unica possibilità che abbiamo per formare delle generazioni più sensibili e attente al tema e per sradicare la cultura della violenza che permea la nostra società. La richiesta degli studenti delle scuole superiori: «Programmi di educazione sessuale, affettiva e al consenso in ogni istituto, che ci educhino a costruire rapporti umani sani e rispettosi dell’autodeterminazione dell’altro, basati su un approccio orizzontale e transfemminista».
Oggi, alla Camera, la presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin. Presente Valditara.
Uccisa con 75 coltellate da chi diceva di amarla, la ventiduenne di Vigonovo morì l'11 novembre 2023 per mano di Filippo Turetta. “La perdita di Giulia, dichiara il padre Gino, ha scosso le fondamenta della mia esistenza e mi ha spinto a un impegno incrollabile contro la violenza di genere.” Valditara: "Bisogna ripartire da un’educazione sana e consapevole; questa è l’unica possibilità che abbiamo per formare delle generazioni più sensibili e attente al tema e per sradicare la cultura della violenza che permea la nostra società. La richiesta degli studenti delle scuole superiori: “Programmi di educazione sessuale, affettiva e al consenso in ogni istituto, che ci educhino a costruire rapporti umani sani e rispettosi dell’autodeterminazione dell’altro, basati su un approccio orizzontale e transfemminista".