A queste continue immagini di distruzione e morte, è bello rispondere con una notizia positiva che mostra l’altro volto dei giovani e arriva proprio dal Cilento grazie all’associazione “Giovani Speranze”, promotrice dell’iniziativa “Adotta una capra”. A parlare di questo progetto e di quelli che sono i suoi obiettivi è la portavoce Valeria Romanelli. Quando e perché è nata questa associazione? Le origini dell’associazione sono abbastanza lontane. Se ne è parlato per la prima volta nel 2012 quando sei/sette ragazzi novesi si rivolsero a don Aniello Panzariello (parroco di Novi, ndr) e a me che all’epoca ero Assessore alle Politiche Giovanili, perché non volevano lasciare il loro territorio ma, anzi, investire in esso con un allevamento di capre. Purtroppo non disponevano né di soldi, né del terreno, né delle capre. Il papà di don Aniello, a San Mauro La Bruca, aveva un terreno che non utilizzava più e, così, avendo sentito il progetto di questi giovani, decise di darlo a loro in comodato d’uso gratuito. Inoltre c’era già una stalla che aveva bisogno di essere risistemata. A questo punto mancavano solo le capre il cui costo di ognuna è di almeno 250€. Per puro caso un’amica mi suggerì l’idea di “adottare una capra”. La proposi a don Aniello e ai ragazzi e inizialmente mettemmo un annuncio sul giornalino parrocchiale anche per tastare con mano se questa nostra idea potesse essere accolta dalla gente. Fortunatamente questa notizia è rimbalzata, anche attraverso i social, su tutti i media cilentani e non solo, perché anche ‹‹Napoli.fanpage›› o ‹‹la Repubblica Napoli›› si sono interessati a questa iniziativa. Così sono iniziate ad arrivare le adesioni al progetto mediante le donazioni e, ad oggi, a San Mauro abbiamo circa 50 caprette (tutte cilentane) che sono regolarmente registrate alla ASL. Ogni donatore possiede la carta d’identità della sua capra che può andare a visitare quando vuole. Chi sono i donatori e cosa ricevono in cambio della donazione e del rinnovo annuale della stessa? I primi donatori erano persone che conoscevamo e che quindi si sono basati sulla fiducia quando hanno aderito a questo progetto. Successivamente sono arrivate donazioni da tutta Italia. C’è un grande rapporto di fiducia tra i donatori e l’Associazione, perché condividiamo con questi ultimi tutto ciò che riguarda le capre. Ci impegniamo a dare loro il formaggio prodotto anche se non c’è un’effettiva corrispondenza tra la cifra donata e il formaggio realizzato, ma chi ci sostiene entra nella famiglia di “Giovani Speranze” e ha “diritto” al formaggio. Recentemente un’analisi effettuata dall’Università Federico II di Napoli, su un campione di latte delle vostre capre, ha dimostrato che nel latte prodotto ci sono percentuali di acido oleico che possono aiutare il nostro sistema cardiovascolare. Sì, gli esiti di questa ricerca sono un ulteriore tassello positivo che si aggiunge al nostro progetto. L’analisi ha accertato che questo latte ha componenti simili al latte vaccino e umano e, inoltre, presenta una quantità di acido oleico pari a 1/3 di quello che troviamo nell’olio extravergine d’oliva. Questo grasso vegetale fa bene al cuore e al sistema cardiovascolare. Naturalmente l’analisi va ripetuta e si deve indagare sulle cause, molto probabilmente alimentari, che rendono tanto benefico questo latte. Tuttavia io dico che donare fa bene due volte al cuore: scegliendo di sostenere questa iniziativa e mangiando il formaggio. Quali sono i progetti futuri dell’Associazione? Vorremmo trasformare l’Associazione in una Cooperativa Sociale Agricola, perché ci teniamo a mantenere la componente sociale nel nostro lavoro per far sì che i guadagni ottenuti siano a beneficio di tutti e non solo dei singoli. Vorremmo, per questo, impiantare un caseificio per commercializzare i prodotti caseari fatti col latte di capra. Tuttavia, per fare ciò, stiamo chiedendo aiuto perché occorrono almeno 40mila euro per la realizzazione della struttura. I giovani che sperano e che si rimboccano le maniche sono indubbiamente il volto più bello dell’Italia e del Cilento. Perché fin quando resta la speranza che fa volare alto, il mondo può ancora apparire come un bel posto in cui abitare.
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