Con i suoi edifici religiosi, i palazzi nobiliari e la Torre normanna che vigila dall’alto, Novi Velia custodisce le vestigia di un Cilento nobile e antico.
E’ lunga e complessa la storia di Novi Velia, gioiello medievale dall’affascinante e antica storia testimoniata dalla maestosa torre normanna che domina la valle. Arroccato su uno sperone del Monte Gelbison, il suo nome originario era ‘Novi’, a cui fu affiancato nel 1862 il determinativo ‘Velia’, dal nome dell’antica città della Magna Graecia i cui ultimi abitanti ripararono nell’entroterra, in quello stesso territorio che in epoca romana aveva fatto da presidio alla via del sale. Recenti scoperte archeologiche sembrano confermare che già gli Enotri vi costruirono un’antica fortezza, poi rafforzata dai Velini. Novi Velia fu territorio bizantino, poi longobardo. I Normanni contribuirono a fortificarlo, dandogli l’assettondifensivo che tuttora lo caratterizza, erigendo una serie di costruzioni fortificate di cui resta ancora visibile, e visitabile, la torre normanna a pianta quadrata che, alta circa 15 metri ed eretta sul punto più alto del paese, si erge sul territorio circostante di cui nei secoli passati è stato presidio difensivo. Costruita in pietra locale sul crinale della più alta collina, la spettacolare torre medievale era punto di avvistamento per controllare la valle.
La prima notizia documentata su Novi Velia risale al 1005, a un diploma con cui il principe di Salerno Guaimario IV dona i suoi possedimenti in territorio ‘de Nobe’ all’abate del monastero di Santa Barbara.
Il feudo normanno detto “di Novi” era costituito da Cinque Terre: Novi, Cuccaro, Gioi, Magliano e Monteforte. Successivamente, i baroni dello “Stato di Novi”, che ricoprirono ruoli apicali nella corte del Regno di Napoli, governarono su 13 casali: Novi, Angellara, Cannalonga, Ceraso, Cornito, Grasso, Massa, Massascusa, Pattano Soprano, Pattano Sottano, San Biase, Santa Barbara e Spio. Nonostante gli stravolgimenti che nei secoli si sono verificati, fin dall’adesione dei baroni di Novi alla Congiura dei Baroni, il feudo riuscì a evitare l’avocazione alla corona e la gestione feudataria del territorio di Novi fu autorevole e rimase quasi ininterrotta fino alla fine del regime feudale. A partire dal ‘600 diversi vescovi elessero Novi a Sede Vescovile.
Col suo ricchissimo patrimonio, Novi Velia custodisce e tramanda una storia che affonda le radici in un lontano e suggestivo passato. Sulla cima del Monte Gelbison sorge il Santuario della Madonna del Sacro Monte, che si ritiene fondato dai monaci basiliani italo-greco. Chiesa principale di Novi Velia, la Chiesa Santa Maria dei Longobardi fu costruita tra il X e l’XI secolo fuori dalla cinta muraria, nella parte bassa dell’abitato, perché fosse sia luogo di culto che fortezza. Un altro edificio di origine longobarda è il Convento dei Celestini, che divenne Seminario Diocesano prima di essere dimora residenziale. Ci sono inoltre l’antichissima ex Chiesa di S. Michele dei Greci, quella di S. Michele Arcangelo, la Chiesa dell’Annunziata …; e i tanti antichi palazzi nobiliari: Palazzo Peschilli, Palazzo Prignani, Palazzo Cocelli, i seicenteschi Palazzo Licteris e Palazzo Positano…
Con i suoi edifici religiosi, i palazzi nobiliari e la Torre normanna che vigila dall’alto, Novi Velia custodisce le vestigia di un Cilento nobile e antico.