ORESTE MOTTOLA
La “rete”, per quasi 400 voti correttamente espressi e qualche altro centinaio lanciati liberamente, ha indicato il nome di Riccardo Ruocco, avvocato penalista e segretario del Pd di Vallo della Lucania ma Pino Palmieri l’ha tallonato spalla a fino all’ultimo voto. In ballo c’era una sorta di elezioni primarie al vertice del Parco ora guidato monocraticamente dall’avvocato Amilcare Troiano. “Qual è il nome che gradireste di più alla presidenza del Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano”. In sintesi, più o meno questa era la domanda che è stata rivolta dalla piattaforma poll.com (sondaggi gratuiti in rete). Siamo andati poi postare il tutto su tutti i gruppi che sui social network si occupano di Cilento e del Parco e con l’attenzione di coinvolgere anche i “briganti” e i “cacciatori”, ovvero i settori più critici verso la gestione attuale di una delle aree protette più grandi d’Europa. Alla platea sono stati sottoposti nove nomi (tanti quanti ne permetteva il software) e scelti tra coloro che in questi ultimi mesi sono stati più presenti e protagonisti della discussione. Un intellettuale del calibro di Giuseppe Liuccio, sindaci come Tommaso Pellegrino e Pino Palmieri, il rofranese Mimmo Pandolfo, presidente nazionale ed europeo degli escursionisti e trekker, per finire a un politico d’esperienza come Antonio Valiante. Molti dei partecipanti si sono prodigati anche altre candidature, dall’editore Ernesto Apicella a Ettore Liguori, sindaco di Pisciotta. La prima impressione sull’esito finale e sulla partecipazione complessiva è che Ruocco, poco più che trentenne, già organizzatore nel Cilento di un recente campionato europeo di calcio degli avvocati e di una raccolta di firme itinerante sul disastro viabilità, sia stato più “attrattivo” del sindaco di Roscigno, già consigliere regionale del Lazio. L’avvocato Ruocco ha più volte espresso la sua idea di decine di “free tax zone” legate ai tanti prodotti tipici all’interno dell’area Parco. Palmieri è invece ritenuto legate alle ali più radicali dei cosiddetti “Briganti” che del Parco contestano la perimetrazione territoriali e l’attuale gestione attuata da Amilcare Troiano, o comunque in suo nome. Le comuni radici e presente politico tra Palmieri e Troiano contribuiscono a portare confusione in una discussione che dopo le elezioni regionali, a prescindere dall’esito, promette d’infuocare il Cilento.