La strana sensazione che ci pervade in questa calda estate del 2020 è quella che si prova quando, durante una corsa si è superata la parte più difficile e ci si accinge ad imboccare il rettilineo dove è stato posto il traguardo.
Ci si ritrova sorpresi ad avere ancora energie da spendere per rosicchiare qualche secondo al cronometro e, allo stesso tempo, si ha la consapevolezza della fatica fatta per arrivare fino in fondo e che si ha necessità di recuperare energie e voglia di continuare a lottare per poter essere pronti alla prova successiva.
Anche la nostra corsa per tenerci lontani il più possibile dal Covid 19, da una gara di 10 Km si è trasformata in una “maratona” nella quale lo striscione del traguardo è cangiante: a volte appare vicino, altre lontanissimo altre ancora disperiamo di raggiungerlo!
Intanto, abbiamo preso d’assalto le spiagge piantandovi l’ombrellone e posteggiando lettini e sdraio. Il nostro sguardo si allunga verso l’azzurro mare che, mai come quest’anno possiamo definire “nostrum” perché lo abbiamo rivalutato sia per questioni affettive sia per necessità di rimanere a “casa” dove, in fondo la pandemia sembra averci lasciato tempo e spazio per godercelo.
Ovviamente, sono arrivate molte altre persone che hanno deciso di venire a godersi ferie e vacanze nei luoghi soliti oppure scegliendo una meta più prossima alla città di residenza avendo rinunciato a vacanze più esotiche.
Per cui i bagnanti autoctoni e quelli foresti si sono “sdraiati” sulle spiagge dove sventolano le “Bandiere blu”, sedersi sugli scogli cilentani che si specchiano nel mare trasparente, incamminarsi lungo i fiumi e farsi accarezzare del vento, scarpinare sui sentieri che si imbucano nelle faggete o nei castagneti, entrare in chiese aperte solo al culto della curiosità intellettuale … tutto questo stando sempre allerta con il cellulare a portata di mano per scrutare se all’orizzonte “sanitario” ci dovessero essere focolai virali che possano mettere in pericolo la salute propria o dei nostri cari.
Il lungo periodo di confinamento al quale ci siamo dovuti attenere ha lasciato strascichi evidenti in tutti noi. La dimostrazione sta nel fatto che, in ogni caso, dobbiamo essere muniti di mascherina e metterla in opera ogni qualvolta dobbiamo entrare in un luogo chiuso sia esso pubblico o privato. Non potremo programmare le uscite serali con le puntate nelle storiche sagre enogastronomiche, ma possiamo prenotare nei ristoranti, pizzerie, pub, sederci davanti ai bar, camminare sui sentieri, visitare piccoli borghi che di notte “brillano sulle colline …
A guardare in modo disincantato la realtà potrebbe sembrare che tutto è come prima: caseifici presi d’assalto sia dentro sia fuori, hotel che segnano il tutto esaurito nei fine settimana, i camping non hanno più piazzole da assegnare, i villaggi hanno esaurito i bungalow. Anche i ristoranti e bar, nonostante abbiamo avuto la possibilità di occupare più suolo pubblico, fanno fatica ad accontentare tutti i clienti che cercano posto sia per la necessità di dover allargare la distanza tra i tavoli ma anche perché le valvole di sfogo costituite dalle sagre paesane sono chiuse.
Soffrono di più i negozi di abbigliamento e di oggettistica in generale perché si è molto consolidata la tendenza ad acquistare on line: solo quelli che si sono organizzati a fare altrettanto hanno potuto ridurre l’impatto negativo causato dal confinamento forzato.
Gli anziani sono quelli più penalizzati in quanto, essendo i soggetti più a rischio, preferiscono restare a casa anziché avventurarsi alla ricerca di spazio fuori porta.
È evidente il quasi azzeramento dei presenze turistiche provenienti da altri paesi europei, dal resto del mondo gli arrivi sono del tutto azzerati!
Dopo il “traguardo” di settembre, ci ritroveremo di nuovo a fare i conti con il Coronavirus, con le paure che ha inoculato nelle nostre coscienze e che ha prodotto un forte arretramento della convivenza sociale. Si riapriranno le scuole e ci ritroveremo in piena campagna elettorale per le elezioni regionali.
“Del futuro non c’è certezza!” È vero, però, che dovremo continuare a vivere e a confrontarci con una realtà cangiante che solo la nostra illimitata capacità di adattamento, filtrata dalla nostra intelligenza, potremo “domare” ed evitare di farci fare troppo male …
Buone vacanze!
Bartolo Scandizzo