Capita spesso, anche agli adatti ai lavori, di commettere errore di parlare di cose molto interessanti, dando per contato che lo siano anche per chi ascolta. L’esperienza fa poi ricredere e ci spinge a trovare strategie nuove o forse vecchie ,dandoci la gioia di capire che la strada è forse quella della giusta. E’ quanto ho potuto sperimentare con un Progetto Ambiente, realizzato dalla scuola elementare di Bellosguardo nello scorso anno. Era capitato anche nella nostra scuola che spesso si parlasse di ambiente, magari per l’ennesima notizia di catastrofe o per un percorso didattico a ragione inserito nella programmazione; ma, a mio parere, si aggiungevano al già nutrito curricolo, altre pagine da studiare, altre ricerche da fare, altri decaloghi da elaborare, senza che essi incidessero troppo nella modifica dei comportamenti. Forse o certamente era sbagliato l’approccio: mancava le nostre esatte teorie, al nostro voler dare doverose informazioni, la componente emozionale, mancava l’anima, perché l’ambiente non può essere solo qualcosa che è scritto sulla carta, libri, giornali, cartelloni; l’ambiente non può essere una serie divieti, di ricette elaborate dai grandi e uguali per tutti. L’ambiente è qualcosa di straordinariamente grande che diventa straordinariamente semplice e straordinariamente bello, quando te ne invaghisci, Ma perché scoppi “il colpo di fulmine”, lo devi incontrare, lo devi conoscere: allora forse te ne innamori e fai di tutto per volergli bene, proteggerlo, difenderlo. E mi rividi, mentre andavo meditando queste cose, giovane maestra in una suola di campagna. Che cosa non avveniva intorno a me, anche senza il mio impegno; un superbo trionfo di forme, colori, di torpore, di vita, di malinconia, di letizia Fu allora che scoppiò la mia passione, all’inizio alimentata solo dalla curiosità di sapere il nome dei fiori, delle erbe, delle piante, apparentemente uguali oppure cosi diverse. Poi scopri anche il sommerso mondo di creature che in esso abitano e una curiosità soddisfatta ne suscitava altre. Era ormai amore e mi sembrava impossibile che si potesse passare disincantati tra tanta bellezza, anzi se ne mediasse lo scempio, Non avevo capito che ero stata fortunata e che la mia successiva e convinta condotta di rispetto ambientale non mi è costata fatica, perché ho difeso qualcosa che mi piace e mi appartiene. Ho voluto allora, con il Progetto Ambiente, provare a suscitare nei bambini, sentimenti di affetto attraverso la scoperta operativa, concreta e forse I’ input è partito se sono ancora in grado di interpretare i segnali di motivazione ed emozioni registrate nel percorso di un anno. L’ altro giorno, nel comunicare la notizia che a breve si riparte con il Progetto Ambiente, ho chiesto ai bambini di indicare le preferenze; il giorno successivo ho trovato sulla cattedra semi, ori, foglie dai toni già autunnali : benedetti, meravigliosi ragazzi, che voi volevate amare l’ambiente come me, aspettavate solo d’ incontrarlo e di conoscerlo!
Trending
- Giuseppina Di Stasi: “Felitto e Old Forge sono un’unica comunità”
- Valentina Germain Nipote di Frank Germain che giocò nella “Gira”basket a Bologna
- l’omeopatia può aiutare anche quando si mangia troppo
- Convergenze Spa sbarca a Salerno con l’apertura di una nuova sede. Inaugura nuovi uffici nella struttura adiacente al Convergenze Innovation Center di Paestum
- Oksana Casella, dall’Ucraina in Pennsylvania, ma felittese di “adozione”
- Valditara smentito dal Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati
- “ISTANTI”: la Mostra Personale di Roberto Bellucci al Museo La Fornace di Agropoli
- Linda e Richard Brown, La nonna di Linda era di Carrara, si recò a Felitto per conoscere la famiglia del marito da vedova