La Risurrezione genera movimento: c’è chi corre al sepolcro, chi diffonde l’annuncio, chi si
allontana deluso per le aspettative mancate.
La liturgia ci propone un racconto evangelico di grande bellezza imperniato sul cammino di due
discepoli di cui è riportato il nome di uno solo: Cleopa. Illusi e delusi i due scappano da Gerusalemme,
vogliono lasciarsi alle spalle l’avventura vissuta con Gesù, bella finchè è durata, vogliono ritornare alla
normalità della loro vita.
Parlano fra loro cercando speranza, quella speranza che era morta dopo aver constatato il
totale fallimento sulla croce. Stanno percorrendo la strada della delusione e il camminare insieme è aiuto
reciproco. Ecco che il Signore prende ancora una volta l’iniziativa, si fa compagno di viaggio, li ascolta e, al
momento giusto, parla con loro, spiegando le Scritture.
I due viandanti non lo riconoscono, per loro è uno straniero, ma nello stesso tempo avvertono
una presenza che infonde sicurezza. Hanno fame di compagnia per cui lo invitano a fermarsi a casa, e quindi
a tavola con loro. Solo alla preghiera di benedizione e allo spezzare e al donare il Pane della vita, con grande
stupore, Lo riconoscono. I loro occhi, vicini alla cecità, d’improvviso vengono abbagliati da una luce viva e,
mentre Gesù scompare alla loro vista, ritrovano vigore, entusiasmo, e ritornano sui loro passi, fiduciosi
verso la testimonianza.
La vicenda raccontata da Luca illumina, nel condividerla, una delle esperienze più frequenti,
eppure così difficili da accettare, che caratterizzano la nostra condizione umana: quella della delusione.
Aspettative, sogni, illusioni ma poi, prima o poi, la realtà non corrisponde a ciò che avremmo desiderato.
Tutto sembra crollare.
La delusione ci apre allora alla tristezza, se non addirittura alla disperazione. Ci fa allontanare
dai nostri cari, dagli amici; il pianto, lo sconforto ci sono compagni. Ma, spesso, è proprio la delusione che ci
invita a voltare lo sguardo per tornare sui nostri passi, per riscoprire il bisogno di aprirci al dono che ci viene
attraverso i fratelli che incontriamo.
Più leggiamo il passo del Vangelo più ci convinciamo che i due discepoli di Emmaus possono
essere impersonati da ciascuno di noi. L’interesse che suscita in noi la loro avventura deriva dal fatto che
riflette la nostra condizione rispetto al Signore. Gesù ci cerca, cammina accanto a noi, ma quante volte non
lo sappiamo riconoscere!
Quanto poco conosciamo il suo Vangelo e quanto poco ascoltiamo le sue parole! Lui però ci
segue, si mette sulla nostra strada e ci indica la via da intraprendere, se abbiamo imboccato quella
sbagliata. E’ forza, ispirazione, ci riempie di speranza, ci sprona nell’incertezza, ci guida e ci conforta nei
momenti non facili.
Se lo ascoltiamo impareremo a riconoscerlo. Riconoscere, credere, gioire e testimoniare
sono le esortazioni che possiamo cogliere nella pagina del Vangelo. Quando riconosciamo Gesù nei gesti e
nelle parole rinnovati in ogni celebrazione eucaristica e quando raccontiamo agli altri di come abbiamo
incontrato il Risorto, il Risorto viene ed è in mezzo a noi.
Di questo non dobbiamo dubitare ma esserne convinti!
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