La “Grande Mela” assaggiata con quattro piccoli “morsi” che saranno ricordati per sempre…
Il primo è stato l’arrivo con il bus della catena Peter Pan.
Il secondo è stato un vortice di sensazioni provenienti da ogni direzione che ha reso difficile l’orientamento.
Il terzo è stato vissuto sul bus scoperto che ci ha dato la visione d’insieme del distretto di Manhattan.
Il quarto abbiamo ripassato la “lezione”. Io mi sono concesso il piacere di correre sul ponte di Brooklyn, sia all’andata che al ritorno. Il resto della giornata l’abbiamo dedicata al relax che concedono i negozi quando non hai niente da comprare.
Il 13 settembre lasciamo la casa di Flavia Tiso e Ronald Montvit a Southborough che ci hanno ospitato alla grande.
Il treno sul quale saliamo a Southborough ci ha portati per la seconda volta a Boston, la prima ci siamo arrivati in auto con Flavia.
Dalla bellissima stazione dei bus partiamo per New York con un bus della Peter Pan che ci farà scendere in piena Manhattan dove, con un taxi, raggiungiamo l’hotel Athon dove soggiorneremo per 4 notti.
Disfatte le valige, scendiamo in strada immediatamente ad esplorare street e avenue circostanti…
Ci rendiamo conto di essere a pochi passi dal World Trade Center … cerchiamo e troviamo i due “rettangoli” dove, fino all’11 settembre del 2001, si alzavano, primeggiando in altezza, le Torri Gemelle.
Al loro posto ci sono due immensi “buchi” nei quali sprofondano verso il nulla cascate d’acqua senza soluzione di continuità.
I muri, dove sono adagiate le lapidi di uomini e donne morte in quella data fatidica, sono ricoperti da bandierine a ricordare la nazione di provenienza. Gli “addobbi” sono il segno delle celebrazioni che si sono svolte i giorni precedenti al nostro arrivo.
Poi ci appare il World Trade Center e lo spazio prende forma, il cielo si apre punzecchiato da costruzioni le cui punte si fanno inseguire dagli occhi che quasi chiedono al corpo di sdraiarsi per raggiungerle lì dove solo il sole la può fare da padrone.
Arriviamo, poi, dove il mare ha fatto la storia che si può toccare con mano … ecco che tra cielo e mare si alza la statua della libertà con al suo fianco Ellis Island dove sono sbarcati, ripuliti, sfamati, controllati, instradati … milioni di persone “visionarie, che scelsero di puntare tutto su un solo “numero”: quello della promessa di un mondo migliore di quello che si erano lasciati alle spalle.
Infine, scende la sera e, lentamente, spuntano luci che, gradualmente, prendono il potere sulla notte della città che “non dorme mai”.