Quando il divertimento sfocia in violenza, quel divertimento dimostra di essere malato fin dentro la parte più profonda dell’anima. La sera in cui la nostra nazionale di calcio, ha vinto la partita contro la Spagna, subito dopo, durante i rituali festeggiamenti per la nostra vittoria, si è verificato, in una piazza di Cagliari, un episodio di violenza, che definirlo deplorevole e vergognoso, è proprio il minimo sindacale delle parole. Un gruppo di giovinastri, nell’euforia della vittoria, ha aggredito un cinquantenne, padre di due figli, che per poter vivere, stava portando le pizze con la moto, a casa delle persone che le avevano ordinate. Questa gentaglia, che scambia la gioia della vittoria, con la voglia di un atto di violenza gratuita, meritetebbe una punizione esemplare, perché non si può aggredire impunemente una persona di mezza età, con pugni, con calci e con l’asta del tricolore sbattuta sul corpo di quel povero malcapitato, solo per dare un sfogo al piacere di una vittoria. Questo episodio di inciviltà, fotografa perfettamente lo stato delle cose in cui si trova questa nostra società, dove nemmeno più il lavoro gode del dovuto rispetto e della sua sacralità e dove la parola civile ha smarrito, da tempo, il suo preciso significato, perché le persone scambiano la loro libertà individuale, con la possibilità di poter arrecare violenza ad altre persone che, con grande dignità, cercano di lavorare per vivere. Questo episodio, contiene una verità amara per la nostra società, perché i valori sono spariti dalla coscienza di molte persone e sono stati sostituti da disvalori che mettono in cattiva luce l’immagine di uno Stato, in quanto la licenza di una sfrenata violenza, ha ormai preso il sopravvento sul normale svolgimento della vita sociale delle persone. Meditare su questi episodi, è un atto dovuto da parte di tutte le persone perbene, che credono ancora nei valori dei principi etici, giuridici e morali che sono la base su cui si regge la vita di una comunità di persone.