Di Monica Acito
Personaggio irriverente, astro nascente del panorama cilentano, musicista scanzonato e poliedrico. In occasione dell’uscita del suo nuovo singolo “Ma la domenica”, abbiamo chiesto a Martino Adriani chi sia effettivamente Martino Adriani.
1)Insomma, il tuo nuovo singolo “Ma la domenica” parla della lotta tra i deliri della fidanzata che ti vorrebbe a sua disposizione e la tua volontà di guardare la partita senza interferenze esterne. Ecco, la domanda di rito che sicuramente stavi aspettando, magari con una punta di noia: quanto c’è di Martino Adriani in “Ma la domenica”?
1) In “Ma la domenica” c’è tanto di Martino Adriani, faccio parte di quella frangia di maschietti italiani che segue il calcio in maniera integrale: compro la Gazzetta, gioco al fantacalcio, puntualmente accendo il Televideo a pag. 201, d’estate seguo il calciomercato etc. La canzone, però, non è autobiografica: non mi è mai capitato di avere alla domenica “problemi” di questo tipo. E menomale!
(Non ti ho risposto annoiato, più che altro ho pensato alle domeniche d’estate senza campionato, che noia…)
2) Come definiresti il tuo stile? Quali sono state le pietre miliari di Martino Adriani, le sue influenze e tutto ciò che lo ha reso esattamente com’è ora? Raccontaci un po’.
2)”Ma la domenica” è un brano molto scanzonato, ma nella gran parte delle mie canzoni mi piace raccontare ciò che del mondo non mi va giù usando l’arma micidiale dell’ironia, del sarcasmo, della derisione. Non so se riesco a farne buon uso, ma ci provo. In repertorio, poi, ho anche molte canzoni d’amore, in cui rimane sempre viva la vena bizzarra, mi piace scrivere d’amore in modo buffo, burlesco. Ma ho in bagaglio anche brani mesti, struggenti. Insomma, non so ben definire il mio stile, ma credo vada dal paranoico al comico, dal critico al demenziale, dal malinconico al buffonesco.
Per quel che riguarda le mie influenze, inizierei dai mostri sacri del cantautorato italiano, Gaber, Rino Gaetano, Lucio Dalla e Paolo Conte su tutti. Degli altri miti personali, cito quelli che, chi prima chi dopo, mi han letteralmente cambiato la vita e aperto mondi: Beatles, Pink Floyd, Nirvana, Nick Cave, Robert Whyat, i primissimi Litfiba, Marlene Kuntz, Cccp-Csi-Pgr, Elio e Le Storie Tese, Bugo, Quintorigo.
3) Sei originario di Abatemarco, un paesino dell’entroterra cilentano. Quali sono le opportunità per un ragazzo con velleità artistiche del nostro territorio? Ci sono incentivi e opportunità per la crescita?
3)Qualche realtà carina c’è, credo che il Cilento sia perfetto per affrontare un’ottima gavetta. Ma vuoi o non vuoi, ad un certo punto, per confrontarsi, per crescere, per non rischiare che tanto impegno profuso rimanga fine a se stesso, bisogna far capolino e sgomitare oltre il territorio Cilentano, soprattutto se non presenti un genere vicino a quelle che sono le “abitudini cilentane”.
4) Ho notato una particolare cura nei tuoi testi, assonanze varie, citazioni e anche un certo lavoro stilistico: come nascono i tuoi testi?
4)Le mie canzoni nascono un po’ per caso. Non ci sono quei giorni in cui: “Ok: oggi scrivo una canzone”. Può essere che scrivo dopo aver letto un articolo, un libro, una cazzata, o dopo aver osservato un vecchietto che passeggia col suo cane, dopo aver ascoltato lo sfogo di un amico, dopo aver visto un quarto d’ora di un programma di merda in TV, dopo una discussione sulla politica con uno stronzo al bar, dopo aver notato un mio difetto fisico, dopo aver pianto, dopo aver riso, dopo una partita di pallone, appunto! E’ raro anche che scrivo un testo tutto d’un fiato, piuttosto butto giù frasi, parole, rime, prendo la chitarra e abbozzo delle linee melodiche. E poi ci sono quei giorni in cui son particolarmente preso e mi cimento nella composizione del puzzle.
5)Hai supportato, qualche tempo fa, con una tua canzone,”Marika Discarica”, il movimento contro le discariche nel Cilento. Quanto c’è di attivismo e impegno sociale in te? Pensi che la musica possa incentivare una specie di pseudo cambiamento nella coscienza collettiva?
5)Per quel che posso cerco di non starmene nelle mani in mano di fronte a temi particolarmente “sensibili”, come fu quello della discarica. Per quel che riguarda la musica, si, credo che possa riuscire a smuovere alcune coscienze, ma son sincero, non credo che concretamente possa essere l’input per un cambiamento collettivo.
6) E quali sono i tuoi progetti futuri dopo l’uscita del singolo “Ma la Domenica”?
6)In realtà ho un disco già bello e pronto, ma non so ancora dirvi quando vedrà la luce. I prossimi passi li deciderò insieme all’etichetta di cui sono entrato a far parte proprio con “Ma la domenica”, la Bit & Sound Music. Magari con l’inizio del campionato…