Il progetto “Tarammurria” si e’ distinto sul panorama della musica inedita cilentana all’incirca due anni fa, con la pubblicazione dell’album “Voci del Sud” dal quale vengono estratti e rilasciati diversi singoli su piattaforme on-line. Spiegaci come nasce il collettivo musicale e a cosa fa riferimento la scelta del suo nome.
La formazione “Tarammurria” nasce per dar voce a storie di vita quotidiana dei piccoli paesi del Sud Italia, dove la vita scorre ancora senza troppa frenesia e conserva ancora qualche tradizione del passato. Nasce altresì, per raccontare nelle nostre canzoni di problematiche dei nostri borghi. L’idea mi venne nel periodo della pandemia, quando mi spinsi repentinamente a contattare Raffaele, il nostro bassista, che ha sposato da subito e con piacere la mia causa. Da lì, poi, sono arrivati gli altri musicisti; Pierfrancesco, Milena, Feliciano e Antonio. Man mano poi la formazione iniziale ha subìto qualche trasformazione e al posto di Antonio si è aggiunto Romolo e successivamente Angelo.
Il nome “Tarammurria” prende forma unendo alcune lettere delle parole “Tarantella”, “Taranta” e “Tammurriata”, in pratica gli stili musicali che portiamo in giro per le piazze e i locali durante i nostri spettacoli.
Spesso la musica popolare che si fruisce in giro, dopo essersi abbondantemente inflazionata negli anni, ripercorre a grandi linee un repertorio rivisitato da diverse realtà. In controtendenza i “Tarammurria”, offrono il loro modo di intendere il filone artistico con la produzione di brani nuovi. Quanto e’ importante per te Nello, diffondere il proprio lato creativo e inedito?
È verissimo che i gruppi di musica popolare, per grandi linee, hanno quasi tutti lo stesso filone artistico, come anche, più o meno, lo stesso sound; nei “Tarammurria” abbiamo cercato, in ciascuno dei nostri brani, di unire sempre la tradizione cilentana, napoletana e pugliese con delle sonorità o contaminazioni “etniche” di altri luoghi, anche con radici lontane dell’Italia stessa. Penso sia proprio questo che possa contraddistinguere un gruppo affinché, oltre a dargli una propria identità, possa trasmettere la particolarità del proprio sound e dei propri testi per non uniformarsi alla linea comune degli altri gruppi popolari.
Il brano “Ciliento” descrive momenti genuini di una normalità’ cilentana, di colori e percorsi vissuti da chi ha avuto la fortuna di crescere in un nostro borgo. Da dove nasce questa verve neorealistica?
“Ciliento” è nato semplicemente osservando quotidianamente tutto ciò che di più semplice avviene nei nostri paesi; dalla mamma che sgrida il figlio perché ha sudato troppo col pallone, alle nonne premurose che raccontano storie del loro passato ai nipoti, dal contadino distrutto dopo una giornata di lavoro. Dall’amore rubato di due ragazzini che per potersi incontrare devono “nascondersi” dalle “comari” pettegole, alle vecchiette che quotidianamente vanno a confessarsi dal parroco. “Ciliento” è proprio come hai detto tu, un brano genuino, semplice e diretto. È un racconto in musica e ovviamente proprio perché parla dei nostri paesi cilentani, una tarantella cilentana.
Nei tuoi brani troviamo l’amore verso la propria terra, l’amore verso un figlio, l’amore verso una mamma e la voglia di un cambiamento socio-politico-economico. Appunto sul “cambiamento”, che apporto puo’ offrire il lavoro creativo di un compositore/autore collocato in questo spicchio di modernità’?
La comunicazione è da sempre il mezzo più potente conosciuto per diffondere un messaggio. Purtroppo il nostro amato Sud, la mia terra, e il suo valore, non camminano di pari passo col resto del mondo. Non sto qui a farne un discorso politico perché non ne sarei capace, ma posso in musica cantare di problemi più grandi presenti nella nostra realtà. È così che è nato il brano “Rivolta Popolare”. Allo stesso tempo posso cercare di trasmettere il senso di famiglia, l’amore incondizionato verso un figlio o di un figlio verso la madre, raccontandolo in versi e in musica. Più si riesce a far colpo sulla gente, più il messaggio sarà diffuso e trasmesso agli altri e ai posteri. Credo che il compito di un compositore, ma anche di un semplice musicista, sia quello di toccare il cuore della gente parlando e raccontando di problematiche e/o sentimenti comuni a noi tutti. È solo così che si può, tutti insieme, anche e soprattutto tramite la musica, cercare di arrivare ai piani alti e smuovere le coscienze di chi più di noi, in modo fattivo e competente, può cercare di cambiare in meglio la nostra terra e di valorizzarla per ciò che merita.
I prossimi impegni e le prospettive future dei “Tarammurria”?
I prossimi impegni estivi sono qualche festa di paese, qualche sagra e qualche locale all’aperto. Fortunatamente dopo due anni di pandemia si sta pian piano riprendendo a vivere normalmente le piazze attraverso feste e sagre.
Le prospettive future sono quelle di lavorare per migliorarsi e puntare, oltre a raggiungere sempre più persone, a suonare anche in qualche festival e manifestazione di importanza nazionale e poi, con molta calma e meticolosità, pubblicare il nostro secondo disco.
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