Assessore Matera, sono due anni che ha assunto la carica di Assessore Regionale al Turismo. Quali sono le azioni intraprese per la valorizzazione del Turismo al Sud della provincia di Salerno?
In questi due anni abbiamo messo in campo diverse azioni finalizzate allo sviluppo e promozione del turismo. Siamo partiti dall’ascolto dei territori, attività di fondamentale importanza, senza la quale nessuna strategia può condurre a seri risultati. Il confronto è stato ampio e nello stesso tempo serrato. Ritengo che il Sud della provincia di Salerno è un ambito territoriale vasto, che da Eboli a Sapri, mostra volti diversi, tutti affascinanti e da visitare nell’intero arco dell’anno. Mare, Natura, Gastronomia, Cultura, Archeologia, Tradizioni religiose sono settori turistici che possono essere proposti insieme. Sono i lati di un’unica medaglia. Stiamo lavorando affinché il nostro territorio sia una unica destinazione turistica, un unico ed affascinante mondo da scoprire e riscoprire e una meta in cui ritornare. Si è dunque programmato un sistema di mobilità turistica che collegasse i grandi attrattori a quelli meno noti, si è progettato un brand relativo alle Certose, affinché la Certosa di Padula non restasse un luogo isolato ma una tappa di un circuito integrato con la Certosa di Capri e la Certosa di San Martino a Napoli. In questa direzione si è messo in campo un altro progetto i ‘Cammini dell’anima’ un viaggio nella natura, riscoperta anche grazie agli attrattori religiosi del territorio a Sud di Salerno partendo ovviamente da Paestum come forza trainante dell’area.
A proposito di turismo, a quanto ammontano le risorse che la regione investe nel settore in termini assoluti e relativi?
Il passato è stato contrassegnato da un Assessorato con un portafoglio ricco. L’attuale Governance ha ricevuto risorse che devono essere considerate all’interno di un sistema integrato, dove anche i progetti che dirottano fondi su ambiente, agricoltura e beni culturali sono in stretta connessione con il turismo. Se il mare è pulito, si ottengono più bandiere blu, come è avvenuto quest’anno, e spiagge pulite e balneabili rappresentano gemme del turismo campano.
Relativamente al Cilento, è stata dichiarata una forte volontà a fare della Dieta Mediterranea, dichiarata patrimonio immateriale UNESCO, un punto nevralgico per rilanciare la produzione enogastronomica Campana nel mondo. A che punto è lo sviluppo del progetto?
La Dieta Mediterranea, nata nei nostri territori, è uno stile di vita, non semplicemente una scelta di piatti da gustare. Bisognerebbe puntare sulla pratica costante di questo stile di vita e non soltanto sulla propaganda. L’obiettivo deve essere di sensibilizzare giovani e meno giovani a rispettare questo stile di vita. Le proposte culinarie devono diventare un modo di alimentarsi e vivere scegliendo, ad esempio, prodotti genuini in uno con passeggiate all’aria aperta.
La conferma dell’attivazione di Freccia Rossa e Metrò del mare è stata decisa con ampio anticipo rispetto agli altri anni. Possiamo ritenerli servizi permanenti anche per il futuro?
L’attivazione del Freccia Rossa e del metrò del mare con il Cilento blu, sono azioni strategiche per fare in modo che le aree interne siano costantemente collegate ai grandi attrattori così da fare diventare l’intera costa campana, con le isole, una meta turistica da visitare. Abbiamo esteso le proposte prevedendo i collegamenti ferroviari con il Freccia Rossa anche il venerdì e una ulteriore fermata a Centola, proprio per migliorare il servizio. Il turista che parte da Milano può arrivare a Sapri e da qui partire alla volta delle Eolie. Inoltre, l’attivazione di treni storici per Pompei-Paestum, e da quest’anno anche per Ercolano, fermandosi a Velia e Sapri, è un progetto sinergico per una fruizione completa dei nostri tesori.
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È stato anche attivato un collegamento per isole Eolie. Cosa si aspetta da questo ampliamento della proposta?
Sapri, grazie ad un imprenditore privato, diviene attraverso i collegamenti con le Eolie, un porto di snodo del Mediterraneo. La Campania con la sua estrema punta costiera si collega alle isole siciliane per proporsi, in linea con gli usi del turismo contemporaneo, come tappa turistica di un percorso più ampio, che prevede visite in luoghi distanti ma facilmente raggiungibili. È una idea interessante che valorizzerà sia le aree costiere che interne. Pensiamo sia giusto proporre itinerari di viaggio integrati e diversificati. Due anni fa lei sottoscrisse la Carta di Paestum nell’ambito della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico. Cosa prevedeva e quali passi avanti sono stati fatti per la sua attuazione? La Carta di Paestum è partita quale azione di valorizzazione dei siti come, ad esempio, Paestum. Un patto, avviato con il precedente Governo per un sistema di collegamento anche tra siti del Sud d’Italia. Ed inoltre, che ha reso possibile i treni storici da Pompei a Pastum e da Ercolano per Velia e Sapri. Una grande scommessa è l’itinerario della Magna Grecia nella prospettiva di far diventare Paestum una località di riferimento sia sul percorso locale che interregionale. I rapporti devono essere rafforzati anche con la regione Calabria.
Il 2019 sarà l’anno di “Matera capitale Europea della cultura”. Come il suo assessorato vorrà raccordare la Campania e, in particolare, il territorio a Sud di Salerno per accompagnare la regione Basilicata nella riuscita del grande evento?
Sono attivi i contatti con la regione Basilicata e la Fondazione Matera 2019 per immaginare percorsi coordinati che servano ad una valorizzazione anche del nostro territorio. L’esperienza di una capitale europea della cultura va nella direzione di promuovere e sviluppare il turismo anche nelle località collegate.
Il Vallo di Diano, la realtà da cui lei proviene essendo di Teggiano, potrebbe sfruttare questa opportunità per proporsi in modo efficace come soggetto più attivo e passivo nel settore turistico. Ci sono progetti specifici a proposito?
Il Vallo Diano è una parte attiva di una vasta area, cioè di un ambito territoriale, che comprende la zona che va da Eboli a Sapri, e contrariamente a quanto fatto in passato, si deve programmare in maniera integrata. Lo sviluppo di singole aree si è rivelato indicatore di povertà. Il Vallo Diano deve essere considerato con il Cilento e non in sua contrapposizione. Il potenziamento della valorizzazione della Certosa, delle grotte e dei centri storici deve avvenire mediante azioni integrate all’interno di un ragionamento più ampio. Il Vallo di Diano, il Cilento e gli Alburni devono essere un’unica grande destinazione turistica seppur nella diversificazione dell’offerta. Stiamo lavorando anche per il ripristino della linea SicignanoLagonegro