di Diodato Buonora Non so a voi, ma a me capita ogni tanto di aver voglia di una giornata diversa. Pochi giorni fa, sono stato a Napoli ed ho trascorso una giornata tra vino, gusto e bellezze partenopee. L’occasione mi è stata data dalla 12a edizione di Vitignoitalia, il salone dei vini e dei territori vitivinicoli italiani, che si è tenuta al trecentesco Castel dell’Ovo sul lungomare partenopeo. Vediamo la giornata nelle fasi salienti. Il tutto è iniziato con il prendere il treno a Paestum alle 11 e 19, con cambio a Salerno, sono arrivato a Napoli alle 12 e 43. Tutto sommato, il viaggio è stato comodo. I posti liberi c’erano ed il costo è stato solo di 5 euro 90. All’arrivo, avevo urgentemente bisogno di andare al bagno. Sicuramente quelli di una stazione ferroviaria non sono l’ideale, ma sappiamo bene che ai bisogni fisiologici non si comanda. Vi chiederete perché vi sto raccontando questo episodio? Ebbene, non mi era mai successo, ma per poter usufruire di questo servizio ho dovuto pagare 1 euro. Fortunatamente avevo la moneta giusta da mettere nella macchinetta che mi permetteva di aprire la piccola sbarra, altrimenti avrei passato “brutti” 5 minuti. Mi chiedo come avrebbe dovuto fare un “povero Cristo” se gli fosse capitata la stessa cosa. Poi, aggiungo che il tutto aveva dei problemi tecnici: igiene approssimativa, alcuni rubinetti e asciugatori elettrici che non funzionavano. Francamente non è stato un bel biglietto da visita. Uscito dalla stazione, come faccio annualmente, seguendo l’istinto, mi sono avviato a piedi verso Castel dell’Ovo (circa 5 km). Erano da poco passate le 13, un po’ di fame c’era. Mi viene voglia di pizza. Direte voi: sei a Napoli, quale posto migliore? Ed ecco che passo davanti alla Pizzeria Trianon da Ciro in via Pietro Colletta. Il posto è tipico, forno a vista, arredo semplice e folkloristico, c’è una buona affluenza. Mi sembra il posto giusto. Entro, mi accomodo e prontamente un cameriere mi porta il menu con sopra anche l’interessante storia del locale. Fondata nel 1923 dai coniugi Leone, la pizzeria prende il nome dal teatro nel quale, in quell’epoca, si esibivano i migliori artisti napoletani ed italiani. In questa pizzeria, Totò, Macario e Nino Taranto gustarono la pizza detta a “Ruota di carretto” (così detta per le enormi dimensioni), attratti dall’aroma che giungeva fino a teatro. Da allora, per ben 4 generazioni, la pizzeria si vanta di aver saputo conservare tutto il sapore della tradizione. Inoltre è menzionato che importanti riviste culinarie americane e giapponesi hanno definito la pizza del Trianon “the best in the world”. Sul menu sono elencati i prodotti utilizzati: mozzarella di bufala campana Dop, fior di latte di Vico Equense prodotto solo con latte italiano, ricotta 100% con latte di pecora, parmigiano reggiano Dop 12 mesi, pecorino romano Dop, prosciutto crudo nazionale, pomodori pelati prodotti in Campania, pomodorini del piennolo del Vesuvio Dop, olive nere di Gaeta e olio extravergine d’oliva ottenuto solo con olive italiane. La lista comprende solo pizze, 35 a scelta. I prezzi vanno da 4 euro (Maria Sofia “Margherita” con pomodoro, fior di latte, pecorino e basilico) a 10 euro (Pizza Gran Trianon, 8 gusti). Alcune pizze sono a STG (Specialità Tradizionale Garantita), marchio di origine introdotto dalla Unione europea volto a tutelare produzioni che sono caratterizzate da composizioni o metodi di produzione tradizionali. Una pizza per fregiarsi del titolo “napoletana Stg”, deve avere un diametro non superiore ai 35 cm, il bordo rialzato fra 1 e 2 cm e nel condimento solo pomodori pelati, mozzarella di bufala campana Doc o la mozzarella Stg, aglio, un filo d’olio, sale e foglie fresche di basilico. La cottura deve avvenire esclusivamente in forni a legna e, appena uscita dal forno, la pizza dovrà avere una consistenza morbida ed elastica. Personalmente ho scelto la “Margherita con bufala pizza napoletana S.T.G.”, a 7 euro e 50, con mozzarella di bufala campana Dop, pomodoro, basilico, parmigiano e olio extravergine d’oliva. Mi è piaciuta tantissimo. Bella da vedere e ottima da mangiare. Cotta al punto giusto, croccante e morbida quanto basta, ingredienti di grande qualità e un’eccellente digeribilità. Sono rimasto molto soddisfatto. Il mio conto è stato di 12 euro e 65, compreso una Nastro Azzurro (50 cl. a 3 euro e 50) e il 15% di servizio. Per quello che ho preso, potrebbe sembrare caro, ma sappiamo bene che la qualità si paga. Per informazione, la “Trianon” ha anche una sede a Salerno in Piazza Flavio Gioia, che appena posso andrò a testare per verificare se offrono la stessa qualità. Ho continuato la mia passeggiata, passando vicino al Castello del Maschio Angioino e il lungomare fino ad arrivare alla mia meta. A Vitignoitalia esponevano 200 cantine per un totale di circa 1.000 etichette. C’erano aziende che provenivano da tutta la penisola. Per la provincia di Salerno c’erano solo 2 cantine, la rinomata San Salvatore di Giungano e la Cicalese Rossella di Eboli, azienda vinicola che non conoscevo. Poi, ho fatto un giro soprattutto per salutare vecchi amici come quelli delle aziende Alepa (Caserta), Cautiero e Quadrigato (Benevento), Sorrentino e Federiciane (Napoli). Comunque è sempre affascinante girare tra le antiche sale del castello e degustare vino. Solo per la cronaca, per il ritorno ho raggiunto la stazione con un taxi (solo 13 euro). Lo dissi lo scorso anno e lo ridico adesso: il prossimo anno ritornerò e … per andare al bagno andrò in un bar, prenderò un caffè e chiederò di usufruire dei servizi. Costa meno e inizierò la giornata con un buon caffè. Nella foto: L’esterno della Pizzeria Trianon
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