di Massimiliano De Paola Il tema del trasporto nel Vallo di Diano, ma anche nel Cilento e soprattutto sugli Alburni, è tra i temi più discussi e mai risolti. Possedere un’auto da queste parti aiuta a sentirsi meno soli e soprattutto liberi, liberi di viaggiare e di muoversi. Non averla equivale a sentirsi stretti nella morsa di una sorta di prigione. Quando ci hanno tolto la ferrovia è come se ci avessero tolto pure un po’ di libertà. Cercandoli, i collegamenti si trovano pure, ma non è la stessa cosa. Da quando ci hanno tolto la linea ferrata ci sentiamo un pochino defraudati. Comunque non ci dobbiamo lamentare perché c’è sempre chi sta peggio, ma questo non può bastare a consolarci. Del resto col tempo ci siamo dovuti abituare e adeguare, per forza! Al netto di tutto questo ragionamento, c’è chi è stato capace di trasformare una grave perdita in una meravigliosa e rigogliosa risorsa. A Montesano sulla Marcellana, grazie ad una geniale intuizione, una locomotiva della Linea C della Metropolitana di Roma, diventerà “sala ristorante” presso l’ex stazione ferroviaria di Montesano-Buonabitacolo. Il progetto è nato da un’idea dei coniugi Giovanni Monaco e Olga Di Carlo che da tre anni gestiscono il Bar/Pizzeria/Rosticceria dell’ex stazione ferroviaria di Montesano Scalo e l’apertura è prevista per i primi giorni di settembre. Ubicato sui binari ormai dismessi della linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro, nel vagone ristorante “Il treno” potranno trovare posto 48 persone, in un ambiente particolarmente suggestivo, provvisto di tutti i comfort, rappresentando sicuramente una caratteristica unica nel suo genere. Tra il Bar della Stazione e la “sala ristorante” allestita all’interno della locomotiva, sarà, inoltre, realizzata una “sala d’attesa” con piano bar. Il fatto mi ha incuriosito e mi ha spinto a fare delle ricerche, grazie alle quali ho scoperto che ci sono tantissime esperienze riuscite di rigenerazione di stazioni impresenziate in Italia e all’estero. La mia ricerca è partita dalla seguente domanda che mi sono fatto, “Come si fa a rigenerare un patrimonio in disuso?” E così ho scoperto in Italia tantissimi esempi riusciti di riuso sociale del patrimonio ferroviario non utilizzato. Ve ne elenco solo qualcuno, sperando di suscitare il vostro interesse e la vostra curiosità. “L’antica stazione si fa ostello”: Da turisti zaino in spalla a richiedenti asilo politico; da artisti in servizio civile europeo a persone in condizione di emergenza abitativa. Diversità che convivono nello scalo convertito a struttura ricettiva promuovendo nuove forme di coabitazione. “In treno nella Valle dei Templi”: Dalla stazione partono convogli speciali che attraversano il sito archeologico, mentre gli appassionati di Ferrovie Kaos allestiscono un museo ferroviario nel principale scalo ottocentesco dell’isola ora chiuso al traffico regolare. “L’ecostazione della Valle del Sacco”: Centro di documentazione ambientale, sala riunioni e laboratorio didattico sono i servizi offerti dall’associazione Tolerus che collabora con il presidio locale di Libera. E ha favorito la riapertura del bar della stazione, dove lavorano quattro giovani. “La stazione diventa “porta del Parco””: Il primo sportello di turismo responsabile del Lazio ha preso il posto dell’ex ufficio del capostazione. Offre informazioni sull’area protetta di Bracciano e Martignano, una presenza che dissuade dagli atti vandalici. “Un infopoint per il turismo enogastronomico”: Il centro d’informazione multimediale realizzato dal Comune nella stazione ottocentesca, si inserisce nel programma di rilancio dell’economia agricola tradizionale dell’Oltrepò Pavese. “Con il riuso delle stazioni arriva il treno del turismo”: I centri d’accoglienza turistica dell’ente Parco Cinque Terre sono stati realizzati in ex fabbricati viaggiatori ed ex magazzini merci lungo la linea ferroviaria, creando un’alleanza tra ambiente e sviluppo sostenibile. “Il giardino segreto delle sementi rare”: In un orto accanto alla stazione sono stati piantati frutti e fiori tradizionali. Il parco, creato con un contributo europeo dal consorzio di pro loco Lago d’Orta, attrae scuole, turisti e appassionati di piante antiche. “Con il treno, in viaggio nella storia”: Dagli anni ‘30, quando il luogo della storica contesa fu scoperto da un casellante, il sito archeologico lungo la linea Barletta-Spinazzola, è indissolubilmente legato alla ferrovia, che oggi promuove un turismo sostenibile. “Un parco per Salvatore Quasimodo”: Nella stazione dove il premio Nobel figlio di ferroviere trascorse l’infanzia, è stato allestito il suo studio milanese e un museo a lui dedicato, dove alcuni cittadini appassionati accolgono studenti e ricercatori internazionali. “Una fermata per Marco Pantani”: L’ex magazzino merci della stazione nella città d’origine del ciclista, è stato trasformato in un museo a lui dedicato. Attrae 20mila visitatori all’anno e finanzia attività di beneficenza in Italia e Croazia. Questi sono solo alcuni esempi legati ai settori “Ambiente, Turismo e Archeologia”. Ma ne ho scoperti altri altrettanto importanti nell’ambito dei settori “Solidarietà, distribuzione di cibo e abiti” – “Cultura e aggregazione giovanile” – “Protezione Civile e assistenza”. Sono tutte idee di progetti sostenibili realizzati. Spero che possano anche dare lo spunto da cui partire a qualche gruppo di giovani munito di grande ingegno e buona volontà!
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