Si è svolto domenica 19 gennaio 2025 , alle ore 17:00, presso il centro socioculturale “Enzo D’Orsi” di Moio della Civitella, il primo appuntamento di “Salviamo il dialetto cilentano”- giornate itineranti nei borghi. In una sala stracolma di pubblico, si è tenuta la prima giornata del format nato con l’obiettivo di sensibilizzare i cilentani alla tutela del patrimonio linguistico.
“Salviamo il dialetto cilentano” è stato ideato dal prof. Aniello Amato, dottore di ricerca in Linguistica italiana presso “La Sapienza” di Roma, coadiuvato da scrittori e artisti: l’agronomo, scrittore e attore Pasquale Alario; la prof.ssa Barbara Amorelli; la scrittrice Antonella Casaburi; il conduttore youtuber Angelo Cortazzo; la dott.ssa Laura Cuozzo; l’attrice Anna Fatigati.
La prima giornata itinerante nei borghi, presso il centro socioculturale “Enzo D’Orsi” di Moio della Civitella, ha inaugurato il format, celebrato l’iscrizione della canzone cilentana all’Inventario del Patrimonio Immateriale della Campania e omaggiato autori locali che con le loro opere hanno espresso le proprie emozioni in dialetto e allo stesso tempo ne hanno conservato la memoria. Moio della Civitella ha infatti dato i natali a musicisti, artisti e poeti che hanno dato lustro all’intero Cilento, come Aniello De Vita, Enzo D’Orsi, Giuseppe De Vita, Crescenzo De Vita.
La serata è stata presentata da Angelo Cortazzo e moderata da Antonella Casaburi.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Moio della Civitella, dott. Enrico Gnarra, che ha sottolineato l’importanza di riscoprire il passato per comprendere meglio il presente, è intervenuto il dott. Aniello Amato (I dialetti cilentani di ieri e di oggi: lo stato dell’arte), che ha illustrato le caratteristiche del dialetto di Moio della Civitella e la suddivisione delle aree linguistiche del territorio cilentano, e presentato alcuni documenti tratti da una sua prossima pubblicazione sulla storia dell’antico casale di Pellare.
Antonella Casaburi ha esposto le caratteristiche della poetica di Enzo D’Orsi, Giuseppe De Vita e Crescenzo De Vita.
Pasquale Alario, Barbara Amorelli e Anna Fatigati hanno declamato poesie tratte dalle raccolte dei tre poeti di Moio della Civitella.
Hanno coinvolto ed emozionato gli intermezzi del Maestro Angelo Loia, che ha eseguito: “So nato a lu Cilento…e me ne vanto”, l’Inno del Cilento composto da suo zio, Aniello De Vita; “Lo bene perduto” e “Paparacotta”, testo di Enzo D’Orsi e musica di Aniello De Vita; “L’aulivo”, testo di Giuseppe De Vita e musiche di Aniello De Vita; la canzone inedita “Nenna”, di Pasquale Alario.
La parte conclusiva della serata è stata affidata alla dott.ssa Laura Cuozzo che, dopo il suo intervento sui riti (I riti magici curativi tra superstizione e realtà), ha presentato una pietanza tipica per celebrare gli usi e i costumi cilentani più autentici.
A latere dell’evento, in un’intervista rilasciata a Unico Settimanale, il linguista ed ideatore del format, Aniello Amato, dichiara: “Salviamo il dialetto cilentano – giornate itineranti nei borghi è un progetto culturale itinerante, cioè mira a interessare vari paesi del Cilento e mira in modo particolare a sensibilizzare i cilentani alla tutela del loro patrimonio linguistico, che in maniera trasversale si riflette sulla tutela della storia, dell’archeologia, dell’antropologia, di tutti gli usi e costumi e di tutte le manifestazioni culturali che interessano il luogo proprio perché il dialetto è trasversale a tutte le aree disciplinari, soprattutto legate alla tutela e alla riscoperta della storia dei nostri luoghi. L’ area cilentana è la più particolare a livello linguistico di tutta la Campania. Basti pensare che Giovambattista Pellegrini nel 1977 nella ‘Carta dei dialetti d’Italia’ ha definito il Cilento come area mista di complessa classificazione. Questo perché soprattutto nell’area linguistica meridionale, cioè al di là della isoglossa delineata da Rohlfs Vallo -Ascea, ovvero nel Basso Cilento, sono presenti dei vocalismi molto differenti tra loro, ovvero quelli di tipo napoletano, di tipo siciliano, le isole alloglotte di Tortorella e Casaletto Spartano dove ci sono dei dialetti gallo-italici, vocalismi di tipo marginale a Teggiano studiati dal professore Francesco Cangemi e altre particolarità morfologiche e morfosintattiche che nelle parlate dei più giovani rischiano di estinguersi o sono in una evoluzione che si allontana dall’arcaicità di queste parlate. Quindi è importante cercare di sensibilizzare le persone affinché possano comprendere che la tutela del codice linguistico che veicolano si riflette proprio sulla tutela del loro patrimonio storico e antropologico. Questo progetto prevederà tre momenti. Il primo è di carattere teorico e mira a capire le caratteristiche strutturali del dialetto del paese ospitante. La seconda parte invece sarà un recital relativo a poesie oppure sketck comici oppure altri testi che saranno messi in scena da volontari e che riguardano opere scritte in dialetto dai cantori locali, che sono anche gli aedi delle comunità, cioè poeti, scrittori oppure attori che veicolano i sentimenti, le emozioni, l’identità culturale delle rispettive comunità di appartenenza. La terza parte invece sarà di carattere laboratoriale e mirerà a far comprendere in maniera pratica ricette, usi, costumi, oggetti, con visite guidate a paesaggi, musei oppure altri enti poco conosciuti”. Il dott. Aniello Amato, che invita a partecipare al format per capire il valore del nostro patrimonio linguistico, chiarisce inoltre: “Attraverso questo progetto miriamo a iscrivere i dialetti cilentani al Registro del Patrimonio Immateriale della Regione Campania”.