Lo spopolamento delle aree interne del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni è una sfida cruciale, ma non priva di soluzioni.
Guardando oltre i confini nazionali, esperienze internazionali come quelle dei villaggi scandinavi e il Cammino di Santiago in Spagna offrono spunti preziosi per rivitalizzare questi territori, unendo modernità e tradizione in una visione innovativa di sviluppo.
Nel Nord Europa, villaggi e paesi remoti sono stati trasformati in comunità fiorenti grazie a strategie che mettono al centro infrastrutture moderne, qualità della vita e valorizzazione delle risorse locali.
Ad esempio, il recupero e la promozione delle tradizioni legate alla pesca artigianale e alla lavorazione del pesce hanno ridato nuova linfa a piccoli centri, trasformandoli in mete turistiche attrattive e in centri di eccellenza per i prodotti tipici.
L’approccio, basato su un forte legame tra identità culturale e sostenibilità, ha creato opportunità economiche che hanno incentivato le giovani generazioni a rimanere nei territori.
Per il Cilento, il Vallo di Diano e gli Alburni, una simile prospettiva potrebbe partire dal recupero e dalla valorizzazione degli antichi cammini, in grado di intrecciare turismo esperienziale e narrazione storica.
Tra questi, la “Trazzera degli stranieri“ e gli antichi percorsi lucani e romani rappresentano non solo un patrimonio culturale da preservare, ma anche un’opportunità concreta per connettere le aree interne con la costa e favorire lo sviluppo di un turismo lento e consapevole.
Un modello di grande ispirazione è quello del Cammino di Santiago in Spagna, dove il recupero di un antico percorso storico e spirituale ha trasformato borghi e paesi abbandonati in mete vivaci e frequentate.
Questa esperienza dimostra come la valorizzazione di un’eredità storica possa generare un turismo capace di alimentare economie locali, rivitalizzando botteghe artigianali, ostelli e ristoranti.
Anche nei territori interni del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni, un’iniziativa simile potrebbe portare nuova linfa.
Lungo questi cammini, ogni passo diventerebbe un viaggio nel tempo, un’occasione per scoprire paesaggi straordinari, villaggi e paesi accoglienti, e tradizioni antiche.
Un “Cammino del Cilento”, che colleghi borghi, boschi e aree archeologiche, non solo attrarrebbe visitatori, ma ridarebbe un senso di appartenenza alle comunità locali, incentivando giovani e famiglie a restare.
In questa prospettiva, è fondamentale unire interventi infrastrutturali a un piano di marketing territoriale ambizioso, che promuova il territorio tutto l’anno, puntando sulle sue unicità.
Come dimostrano i modelli scandinavi e spagnoli, il connubio tra passato e futuro può essere la chiave per affrontare lo spopolamento.
La domanda è: il Cilento, il Vallo di Diano e gli Alburni sono pronti a cogliere questa sfida e a trasformarla in un’opportunità?