Nell’ultimo consiglio comunale, convocato d’urgenza dal sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri, per approvare la variante urbanistica sulla riqualificazione della fascia costiera, sono emerse tutte le debolezze dell’azione politica della minoranza. Seppur di tanto in tanto riescono a trovare argomenti interessanti per esercitare la funzione di contrasto e di controllo sulla maggioranza, finiscono quasi sempre per contraddirsi tra di loro e agire in ordine sparso. Nel consiglio comunale, infatti, Longo, Paolino e Sabatella si astengono motivando che l’urgenza sulla variante urbanistica non è comprensibile e che si potevano rispettare i tempi previsti dalla legge per convocare il consiglio comunale 30 giorni dopo l’approvazione del piano triennale delle opere pubbliche del 5 settembre scorso. Longo, in particolar modo, non vede in questo progetto un senso di globalità e unitarietà rispetto alle altre opere approvate dalla maggioranza.
Come loro anche Sica si astiene e, seppur condividendo l’intervento di riqualificazione della fascia costiera, esprime la sua preoccupazione sulla possibilità di una cementificazione incontrollata che rischierà di violentare eccessivamente il territorio. E poi lancia un ultimatum alla maggioranza riguardo al modus operandi dell’urgenza sine die. Un “andiamoci cauti” che esprime in parole chiare “C’è una legge non scritta che fa riferimento di condividere queste scelte con l’intero consiglio comunale. Il consigliere comunale è chiamato dalla legge e dall’etica ad esercitare il sacrosanto diritto di rappresentatività per le scelte che ricadranno sui figli e sui nipoti”
Parole che evidentemente non condivide a pieno Voza, assente in quasi tutte le sedute consiliari, che non è mai intervenuto durante questi appuntamenti così importanti per la comunità. Eppure lui rappresenta l’altra fetta del comune di Capaccio Paestum, con i suoi oltre 5mila voti, ed ha il sacrosanto dovere di dire la sua e dare voce ad un elettorato non allineato. In questo va riconosciuto a Sica l’onore delle armi nel suo tentativo di dar ossigeno a quella fiammella d’opposizione che resiste in consiglio comunale. Prendere in considerazione eventuali dimissioni sarebbe un atto di responsabilità a questo punto, per ridare alla minoranza, e dunque a quel pezzo di elettorato, un voto in più in consiglio. In caso di sue dimissioni subentrerebbe la dott.ssa Pia Adinolfi che comunque è la prima eletta tra le file dei consiglieri. La vera debolezza di questa minoranza è proprio quella di non avere un frontman di prima linea pronto a fornire il contro racconto alla politica alfieriana cercando così di dividere il fronte avversario con argomentazioni valide.
Quaglia, che ormai è sempre più in sintonia con la maggioranza, accoglie l’invito del sindaco per un voto unanime sull’opera pubblica e vota favorevole. Nel suo intervento addirittura critica il sindaco per aver messo solo 2 mln di euro nel progetto per realizzarlo solo in parte e aver concentrato, invece, le altre risorse per Cinema Miriam e Palazzo Stabile che lui stesso ha votato e che, secondo il consigliere, sicuramente potevano aspettare. Si sarebbe arrivati così ad una mega opera pubblica di circa 6 milioni di euro di cantieri aperti sul litorale pestano che avrebbero stravolto tutto insieme, e in modo frettoloso, l’intera fascia costiera. Situazione che è in netta contraddizione a quella che è la preoccupazione di rischio cementificazione e speculazione espressa dal suo ex candidato sindaco Enzo Sica e, in parte, anche dal consigliere Longo. E’ anche vero, però, che il localismo di questa opera pubblica è fastidioso da digerire. Decidere di iniziare a premiare i concessionari demaniali della contrada Laura lascia un retrogusto amaro agli stessi concessionari del “comune del Sud” che pagano le tasse nella stessa egual misura con, evidentemente, un futuro scompenso di servizi rispetto ai cugini del “Nord” e con tutto ciò che ne comporterà sul piano concorrenziale. Ma da una parte bisognerà pur iniziare, e la conformazione urbanistica esistente facilita l’intervento in zona Laura piuttosto che in zona Torre di Mare.
A conti fatti, la minoranza sembra ridotta ormai a soli 4 voti (Sica, Paolino, Longo e Sabatella) contro gli 11 (più l’astesione perpetua del consigliere Voza) della maggioranza che ha la grande forza di non essere tentata da un’alternativa politica, e la contro storia che l’opposizione cerca di raccontare è debole. Basata su argomentazioni spesso contraddittorie tra di loro e, il più delle volte, legate a questioni di principio che faticano ad arrivare al popolo. E, spesso, anche al loro popolo.