Il candidato si presenti.
Milena Cicatiello, 28 anni. Lista: Adesso Capaccio Paestum Mi chiamo Milena Cicatiello, ho 28 anni, sono praticante avvocato e stagista presso la Corte d’appello di Napoli. Da diversi anni sono volontaria presso il C.I.R.E.N.E.U.S., lo sportello sito presso i palazzi quaranta (Capaccio Scalo) che si prende cura delle persone diversamente abili e non solo, in quanto fornisce assistenza e servizi a supporto di qualsiasi tipo di disagio (economico, sanitario, familiare) e di emarginazione sociale. Attività principale dello sportello è il laboratorio artistico, in cui si spazia dalla pittura alla ceramica e il cui scopo è quello di dare alle persone diversamente abili un’opportunità di vita migliore, favorendone l’integrazione con persone normodotate. La mia più grande passione, insieme alla politica e al volontariato, è la poesia: sono infatti poetessa pluripremiata nei concorsi nazionali e internazionali e relatrice della rassegna letteraria “Letteraturiamo”, fondata da Fanny Cotignola e Pasquale Quaglia (che saluto con affetto).
Come mai ha scelto di concorrere a queste amministrative e perché ha deciso di appoggiare il suo candidato sindaco?
Mi piace definire la mia candidatura un “atto rivoluzionario”, perché fortemente sostenuta e voluta da un gruppo di giovani, volontari e attivisti come me, con i quali lavoro da più di un anno a quelli che sono i progetti che vorremmo realizzare per Capaccio Paestum. Il nostro gruppo si chiama “IN-OLTRE CAPACCIO PAESTUM”. Dico in ogni comizio che io ci sto mettendo la faccia e il nome, ma questi ragazzi sono l’anima, la vera essenza della mia candidatura. Siamo ragazzi impegnati da anni sul territorio e che oggi, più che mai, vogliono scendere in campo per far sentire la propria voce. Vogliamo una politica fatta di più lavoro di squadra e meno individualismo. Una politica che guardi al bene comune. In questo gruppo ci sono alcuni membri dell’associazione il Cubo, che hanno ideato e fondato eventi come “Capaccio Porta del Cilento”; ci sono i ragazzi delle associazioni che , insieme alla mia, hanno protestato contro la centrale a biomasse. Ricordo che all’epoca in tanti ci dicevano di lasciar perdere, che non avremmo fatto la differenza e invece quella centrale non fu fatta: questa è la dimostrazione evidente che, quando il popolo fa sentire la propria voce, unito contro il mondo, si può cambiare la storia e il corso degli eventi. Dico sempre che abbiamo già fatto tanto senza avere una rappresentanza. Non immagino quante cose ancora potremmo fare se avessimo la possibilità di interfacciarci ogni giorno con l’amministrazione. La scelta di sostenere Italo Voza non è casuale: è una persona che, da sempre, ha dimostrato di saper lasciare molto spazio, soprattutto a noi giovani. E ho apprezzato particolarmente la sua scelta di “svecchiare” la coalizione, penso sinceramente che queste liste siano piene di persone competenti e perbene.
Quale contributo potrebbe dare a Capaccio Paestum in base alla sua formazione/professione?
I miei studi giuridici e il mio impegno nel sociale sono sicuramente un bagaglio importante, che vorrei poter mettere al servizio del cittadino. Intanto potrei essere un buon collante tra l’amministrazione e le associazioni locali, che non è cosa da poco, dato che le associazioni molto spesso forniscono quei servizi essenziali di cui dovrebbe farsi carico l’amministrazione. E di associazioni che operano per il bene comune, sul territorio, ce ne sono tante, ma hanno bisogno di maggiore visibilità e supporto. Vorrei, in questo modo, garantire l’efficienza quantomeno dei servizi minimi su tutto il territorio, fondendo le risorse materiali dell’amministrazione con quelle umane delle associazioni. Ho in mente da tanto tempo anche la creazione di un albo e di una consulta delle associazioni. In secondo luogo, forte della mia esperienza con soggetti portatori di fragilità, dedicherei loro particolare attenzione: soggetti che versano in condizioni di svantaggio necessitano di trattamenti ad hoc e di favore. Questo è quanto ci insegna l’articolo 3 della Costituzione, nella sua accezione di uguaglianza sostanziale. Bisogna rimuovere gli ostacoli che si frappongono allo sviluppo della loro persona e alla loro partecipazione alla vita della comunità, quegli ostacoli che io ho avuto modo di vedere attraverso i loro occhi. Pertanto, l’abbattimento delle barriere architettoniche e la creazione di una fattoria sociale sono alcuni dei punti del programma pensato dal nostro gruppo, per i quali ci batteremo con la massima serietà ed impegno. Un’altra proposta che ci sta particolarmente a cuore è la previsione di un assessorato delle politiche giovanili, attraverso cui rafforzare le azioni amministrative che riguardano i giovani della città, come supporto alla loro crescita personale e alla loro vita sociale. Siamo tutti giovani, e in quanto tali viviamo sulla nostra pelle le difficoltà dei giovani che hanno deciso di restare.
Parli del progetto che più ha apprezzato, tra quelli realizzati negli ultimi 20 anni sul territorio di Capaccio Paestum.
Senza ombra di dubbio, il servizio di trasporto urbano. A tal proposito, aggiungo che sarebbe opportuno anche creare delle tabelle orarie.
Quali sono stati gli errori più marcati commessi negli ultimi 20 anni di amministrazione a Capaccio Paestum?
Due sono le cose che rimprovero alla amministrazione di questi ultimi 20 anni . La prima è di non aver saputo favorire la creazione di una nuova classe dirigente. In questo senso, l’attuale coalizione di Italo Voza mi sembra un valido tentativo di rinnovamento della classe politica, forse l’unico cui ho assistito in tutti questi anni. La seconda è di non aver saputo favorire la coesione e l’omogeneità dei servizi nel tessuto sociale, né tra le persone né tra le contrade. Una buona amministrazione non può rafforzare i privilegi di pochi.
Ci illustri la sua Capaccio Paestum del futuro.
Come giovani, la nostra tendenza non è emigrare né portare le nostre conoscenze e il nostro impegno altrove. Noi siamo fortunati ad essere nati e a vivere a Capaccio- Paestum. Noi vogliamo dare il nostro contributo qui. Trasformare il nostro orto in un giardino. E i nostri uffici in biblioteche. Noi non vogliamo vivere in un’altra città, ma in un’altra Capaccio-Paestum.