Se c’è una sfida che Antonio Marino ed Enzo Luciano hanno lanciato fin dal loro insediamento come sindaco e vicesindaco del comune di Aquara: portare una fetta di mondo che conta nel borgo alburnino.
Si tratta di un impegno ripetuto anche al momento dell’apertura della nuova sede di proprietà sulla SS 18 a Capaccio Paestum.
Ecco perché ritrovare nella chiesetta adattata a sala convegno proprio sotto la chiesa madre, dove troneggia San Lucido, patrono del paese, una platea composta di persone provenienti dal mondo accademico, imprenditoriale e di professionisti del settore della consulenza commerciale è un segnale che va nella direzione giusta.
Se poi il convegno si propone di rilanciare l’impresa cooperativa al quale Aquara ha prestato il suo gioiello, la Bcc, ecco che la saldatura di interessi sociali è garantita.
Nel merito del convegno si deve però rilevare che il rilancio dell’impresa e del valore della cooperazione è alquanto al ribasso in questo momento politico che sta rottamando ogni idea solidaristica che viene dal secolo scorso.
La stessa proposta di legge N. 4588, presentata il 13 luglo del 2017, primo firmatario Basso che disciplina la vita delle Cooperative di Comunità, è rimasta nei cassetti dei desideri della Camera dei Deputati. Essa ha l’ambizione di porre al centro della discussione l’apertura di strade nuove per affrontare le problematiche legate alla desertificazione demografica è difficile che possa vedere la luce.
È lo stesso Marino che si schernisce dicendo che “fare il sindaco rende tristi, ma la gioia di vedere qui tanta gente ripaga delle sofferenze …”, ricorda che “il venticello normativo che va contro la cooperazione che mette le persone al centro, va rinforzandosi”.
In ogni caso assicura che Aquara avrà la sua cooperativa di comunità che affiancherà i medici di famiglia e sarà sostenuta da versamenti volontari dei cittadini e dalle imprese al fine di consentire a tutti gli aquaresi di poter accedere ad ogni cura necessaria sia dal punto di vista sociale sia sanitario.
Aquara copierà a piene mani dallo’esperienza fatta nel comune di Montefelcino in provincia di Pesaro Urbino.
Marino non può non ricordare che combattendo contro le cose sbagliate, oltre a fare il proprio dovere di cittadini con la schiena diritta, si riesce sempre a portare a casa qualcosa. Infatti nella vicenda della riforma delle Bcc la modifica ottenuta di far sedere altri due componenti oltre a quelli previsti per il 50% del capitale versato. Ma anche lo stesso capitale destinato alle Bcc aderenti alla capogruppo possono arrivare al 60% del patrimonio stesso.del Cda della capofila oltre al
Pertanto vale la pena insistere nel richiedere un nuovo modello di sviluppo per i Comuni montani come ha fatto l’AGCI (Associazione Generale Cooperative Italiane) sia nel convegno di Milano del 17 ottobre sia nell’incontro del 23 ad Aquara.
Lo stesso Enzo Luciano, vicesindaco di Aquara e presidente regionale dell’UNCEM, lancia l’allarme sul fatto che bisogna smetterla di continuare a spendere risorse per pavimentare strade e ristrutturare fontane ma bisogna investire sui bisogni delle persone.
La relazione su “Le cooperative di comunità” è stata affidata a Giovanni Capo professore di diritto commerciale dell’università di Salerno che ha illustrato ogni aspetto legato sia alla forme statutaria sia relativamente alle ricadute nella gestione amministrativa e relazionale delle cooperative.
I lavori sono stati conclusi dal Brenno Gegani, presidente nazionale AGCI, il quale ha dichiarato rimarrà al fianco del comune e a quanti avranno voglia di incamminarsi sulla strada dell’impresa sociale che dia qualche ristoro a chi ha bisogno di assistenza.