La cornice paesaggistica in cui è andato in scena l’addio di Michele Albanese è stata il Lloyd’s Baia Hotel a Vietri sul Mare. Il rimbalzare emozioni con cui è stato condito l’evento, sono venute a galla senza soluzione di continuità nella lunga serata che ha sancito il passaggio di consegne tra il direttore uscente e Cono Federico che prenderà il suo posto dal 1° gennaio 2025.
Lo spettacolare tramonto del sole sul golfo di Salerno ha intrattenuto i dipendenti, i componenti del Consiglio di Amministrazione e i giornalisti invitati a condividere una serata preparata, come al solito, scrupolosamente dal gran “cerimoniere” della Banca Monte Pruno, Antonio Mastrandrea e l’uomo che traduce tutto in slide, video e, perfino, una “dipendente androide” che fa capolino dallo schermo gigante .
Infatti, la scaletta degli interventi ha avvicinato con gradualità e decisione fino al momento clou dell’intervento di Albanese e della presa in carico del ruolo di Federico.
Ma a sintetizzare che non si tratta di un addio, ma di un arrivederci è proprio Mastrandrea che ha “proclamato” nel corso del suo intervento che “oggi finisce la cronaca e si entra nella storia …” perché la “dicotomia tra Michele e banca è inscindibile”.
La testimonianza di Anna Miscia, da tempo “ha avuto il piacere e l’onore” di essere diventata presidente succedendo Michele Albanese (zio e mentore dell’attuale direttore) e a Filippo Mordente, colloca “l’esperienza di Albanese come pietra miliare sulla quale scrivere molte pagine di futuro che per tanti dei 135 dipendenti è diventato realtà concreta di vita vissuta nella Banca Monte Pruno”.
La formalità di relazionare sui conti e l’attività sociale della Banca Monte Pruno relativi al 2024 è chiamato, come avviene già da tempo, proprio il futuro direttore, Cono Federico!
“€ 1.256.000.000 di raccolta e € 559.000.000 di impieghi diretti certificano l’ennesimo balzo in avanti della banca che ha saputo cambiare molto senza snaturare il ruolo di banca della porta a fianco.
Ovviamente, Federico mette l’accento più sul futuro da “scrivere insieme a Cda e dipendenti” con un occhio attento alla qualità del credito.
Sull’espansione territoriale Federico getta sul tavolo la decisione di inoltrarsi in “Costiera Amalfitana e di sbarcare ad Ischia … facendolo con l’umiltà di ricordare chi siamo e da dove veniamo, ma aprendo le braccia al cambiamento senza rinunciare ai propri valori.”
Poi arriva il turno di Michele Albanese chiamato a commentare i dati di bilancio ma, soprattutto a fare un bilancio di una vita “spesa” al servizio di un’impresa che ha dello straordinario.
Il direttore fa fatica a soffocare l’emozione di chiudere un “capitolo della propria vita e ad aprirne un altro”, richiama alla mente i “momenti bui e i valori della condivisione e della resilienza che lo hanno aiutato a superarli”.
Rivendica di aver saputo “pensare in grande senza cedere alla possibilità di accontentarsi” che pure ha fatto fare bella figura a tanti altri dirigenti del credito cooperativo.
Ricorda a chi verrà dopo di lui che bisogna andare oltre i numeri, che per una banca sono l’essenza dell’agire, ma anche fare tesoro delle vittorie dell’anima che sa esaltare il ruolo delle persone”.
Indica ai giovani di essere orgoglioso di aver “coltivato connessioni umane guardando indietro con un sorriso e avanti con speranza”.
Infine, ringrazia “Anna Miscia per la sua guida luminosa; e Antonio Ciniello per la fratellanza sincera indissolubile che lo ha contraddistinto. Poi ribadisce di non aver avuto “alcun dubbio nell’indicare Cono Federico come futuro direttore!” Ed è proprio a Federico che Michele scrive una lettera “testamento” per ricordargli gli “ingredienti” che hanno consentito alla Monte Pruno di entrare nel gotha delle prime cinque banche del Gruppo Cassa Centrale e la prima Banca in Campania”.
Albanese, però, sa bene che avrà ancora un ruolo “pubblico” nella realtà in cui vive e non ha remore a ricordare che “questo non è un addio ma un arrivederci” su altri fronti operativi al servizio del prossimo e della società in cui continuerà ad operare sotto altre forme. Rassicura Federico che “non sarà un’ombra del passato, ma un tifoso interessato al bene futuro …”
La serata ha visto anche la consegna di un riconoscimento al dipendente Angelo Sica che chiude la carriera per quiescenza! Mentre un attestato viene consegnato a Ernesto Picecchi, che con Albanese è stato uno dei primi dipendenti della BCC Monte Pruno, con il quale il Direttore Albanese ha condiviso l’inizio della carriera quando i dipendenti della Banca erano solo tre!
Foto, abbracci, congratulazioni, foto ricordo in coppia e di gruppo hanno dato il via alla seconda parte della serata che per le mille emozioni vissute difficilmente verrà dimenticata.
La tensione ormai è superata e anche Antonio Ciniello, vicepresidente del CDA della Monte Pruno, che nel corso del suo intervento non ha potuto trattenersi ed è scoppiato in un pianto liberatorio, ha ripreso i suoi modi di sempre …
Al tavolo scelto da Gina per consumare la cena offerta a dipendenti e invitati trovo Alfredo Boccia, Vito Di Canto e Pino Carriero … I primi due amici di vecchia data, il terzo è collaboratore di Vito editore de’ “La Città” di Salerno che ho conosciuto di persona in questa occasione. Infine si aggiungono Valentino Di Brizzi e due sue collaboratrici.
Quando ci alziamo dal tavolo la festa, che fino a quel momento era stata un po’ ingessata, cede il posto all’allegria che diventa incontenibile fino a lasciarsi andare in un turbine di gente che balla, salta, si incontra per poi lasciarsi andare altrove …
Nessuno pensa al domani che, per la verità, è già decollato verso un futuro ricco di altre opportunità a patto di saper almeno eguagliare l’impresa di Albanese perché “passi indietro” non ne sono previsti.
Per Michele Albanese, invece, è già iniziata l’era del padre nobile che dalla plancia di comando della “Fondazione Monte Pruno” avrà modo di “vigilare” sulla sua creatura e “travalicare” nel territorio del “no profit” che, alle nostre latitudini, è ancora del tutto privatizzato e che, invece di guidare, insegue gli eventi in un mondo che è abituato a non “dare conto” …