“METROBORGO – Montaltolab – Presidato di civiltà future”. Nove cantieri di progetto per il recupero di edifici di grande valore storico culturale da destinare a nuove funzioni: dall’archivio storico alle micro-installazioni e pillole narrative nei punti chiave del borgo; dal museo del territorio e dei borghi agli spazi associativi ed espositivi; dal patrimonio immateriale dell’artigianato tradizionale e creativo alla riattivazione del Teatro di Sant’Agostino. Questa la strategia di rilancio di Montalto delle Marche, comune in provincia di Ascoli Piceno, destinato a divenire HUB di civiltà, centro di elaborazione di politiche di sviluppo sostenibile, collettore di esperienze locali, nazionali e internazionali che ispirino progetti replicabili nell’intero Paese.
Storia
Nel territorio comunale sono stati censiti ben 26 insediamenti di epoca romana, 14 di epoca protostorica e 13 di epoca medievale. Un profilo storico più nitido si delinea a partire dall’alto medioevo quando Montalto acquisisce una identità nata dalla fusione di cinque piccoli castelli: Monte Patrizio, La Rocca, Montaltello, S. Giorgio e S. Lorenzo e molti toponimi riferiti al nostro territorio sono attestati nella donazione che il signore longobardo Longino di Attone fa nel 1039 alla Abbazia di Farfa.
Già nell’anno Mille Montalto era terra nullius diocesis, non apparteneva cioè a nessuna diocesi, ma stava sotto la giurisdizione dei monaci farfensi insediati sul Matenano. Agli inizi del 1300 è libero Comune e in tale veste i suoi rappresentanti partecipano al Parlamento di Montolmo pro-pacificazione della Marca Anconetana.
Nel 1320 fu redatto il suo primo Catasto, il terzo più antico delle Marche, dove sono elencati tutti i possidenti, le proprietà, le colture e l’estimo, prezioso per la ricostruzione della vita dell’epoca.
Nel 1418 Montalto ottiene da Martino V la facoltà di eleggere autonomamente il Podestà e gli altri pubblici ufficiali. Non poté, tuttavia, opporsi alle truppe di Francesco Sforza che occupò parecchie terre della Marca e successivamente di Francesco Maria della Rovere, in guerra con papa Leone X, il quale invase il territorio occupando per oltre un anno il castello.
Montalto inizia il suo percorso verso la grande storia nel 1521 con la nascita di Felice Peretti, futuro Papa Sisto V.
Il comune di Montalto ha dato un “volto” a questo progetto attraverso un concorso di idee e scelta quella giusta che comunichi un nuovo immaginario di Montalto come borgo in trasformazione, capace di coniugare i vantaggi degli ecosistemi metropolitani con la qualità di vita di un borgo.
Con la rinascita di Montalto potranno rialzare la testa anche molti altri piccoli borghi situati nelle aree interne a partire dai comuni limitrofi assegnatari delle risorse per i piccoli borghi storici nell’ambito del PNRR – Linea B: Petritoli, Monte Vidon Combatte, Ripe San Ginesio, Loro Piceno, Colmurano, Ripatransone, Amandola, Rotella, Montedinove.
L’idea è emersa nel corso del tradizionale seminario estivo a Treia di Symbola, dedicato quest’anno alla sostenibilità, nella sessione riservata ai “Borghi contemporanei”.
Il miglioramento della qualità della vita di chi vive e risiede nei piccoli centri ha come base la necessità di rendere sostenibile l’aspetto sociale ed ambientale. Da questi due presupposti passa la possibilità di garantire ai residenti una vita dignitosa.
Si tratta già di luoghi a misura d’uomodonna, ma solo con un recupero intelligente dell’identità culturale, del senso di appartenenza al bene comune e la volontà di sostenerne la valorizzazione potrà avviarsi il salto di qualità che tutti auspicano e che è il motivo per il quale il progetto è stato finanziato. In questa stessa direzione va in primo luogo la legge regionale sui Borghi storici e anche la realizzazione del festival MArCHESTORIE, che ha tra i suoi obiettivi proprio quello di recuperare racconti, storie, leggende scritte e orali della tradizione perché se ne innamorino anche le nuove generazioni.
Anche Symbola – Fondazione per le qualità italiane – ha appoggiato pienamente questa candidatura di Montalto Marche a laboratorio nazionale per la rinascita dei borghi. Ecco perché la Regione Marche può candidarsi a svolgere un ruolo da protagonista nella costruzione di una politica nazionale per i borghi a partire dall’esperienza che verrà messa in cantiere a Montalto come borgo pilota assegnatario del finanziamento di 20 mln di euro del PNRR.
I luoghi si vivificano se sono vissuti e la legge regionale sui Borghi privilegia e auspica l’integrazione tra ambiti diversi – turismo, cultura, commercio, artigianato artistico, agricoltura, mondo imprenditoriale, politiche attive del lavoro, reti telematiche, edilizia.
L’obiettivo è quello di produrre crescita e sviluppo sostenibile e riportare famiglie di giovani e meno giovani a vivere nei borghi anche dando incentivi alle giovani coppie ad abitare questi luoghi “magici”. È possibile farli diventare poli attrattivi per lavoratori “smart”.
La regione sta anche immaginando di destinare fondi Fesr ad una misura che aiuti i giovani non soltanto a sceglierli come loro casa, riconoscendo un contributo sulle ristrutturazioni. Si ipotizza anche di dare un sostegno concreto per creare imprese, aprire attività artigianali, insomma contribuire alla crescita e all’economia di questi territori che conservano un patrimonio di ricchezze su cui investire e anzi richiamare investimenti dall’estero.
Appare evidente che Montalto delle Marche è perfettamente in linea con lo scopo ultimo del PNRR Borghi voluto dal ministero della Cultura e del Turismo.