di Ilaria Longo
Il giovane poeta di Omignano, Menotti Lerro, torna in libreria con la raccolta poetica ‘Pane e zucchero’ (Landolfi Editore, 2016). Nel titolo è già possibile scorgere quali saranno le tematiche affrontate nelle poesie: quelle legate all’infanzia, ai giorni in cui due elementi semplici come il pane e lo zucchero potevano rappresentare tanto per un bambino impegnato a divertirsi e a vivere con spensieratezza l’infanzia, quella stessa che per Menotti è stata un “sogno irripetibile”. Perché “i sogni, belli o brutti, andrebbero fatti una sola volta”, spiega il poeta. “Ripetere lo stesso sogno può essere noioso e potrebbe avere poco senso. La mia infanzia è stata sognante perché meravigliosa (e posso dire che lo è stata per la maggiore parte), e dolorosa al contempo come credo capiti un po’ a tutti. Ero un bambino intelligente e gioioso di vivere, entusiasta di infinite cose. Questo ha fatto di me un fanciullo, e oggi un uomo, felice anche se qualche problemino familiare a volte mi rendeva, e non mi rende più, triste. Ci tengo però a sottolineare che chi crede, leggendo le mie poesie, che la mia infanzia sia stata poco serena o malinconica sbaglia ad interpretare il mio messaggio perché è stata amorevole e avvincente grazie ad una madre eccezionale, a sorelline e amichetti con cui giocare e a un padre straordinario che ci amava e ci ha dato tutto l’amore e la saggezza che un figlio possa sperare di ricevere in dono”. Così Menotti chiarisce il senso delle sue poesie e, al dì là dei ricordi legati a questo periodo della sua vita, utilizza i suoi versi anche per raccontare la memoria, tematica tanto cara a tutto il mondo della letteratura e non solo. Memoria strettamente intrecciata ai ricordi che riemergono dal profondo di ognuno, quelli che – secondo Menotti Lerro – sono semplicemente ricordi, “immagini di noi nel mondo, interiore ed esteriore, in un tempo passato. Alcune immagini sono piacevoli e confortanti, altre meno; spesso sono distorte dall’instabilità della memoria che non è bianca o nera, ma ha mille sfumature. A volte si tratta di memorie nostalgiche, altre di liberazione o, per così dire, ‘neutre’. In noi permangono memorie di vario genere e ogni ricordo ha una sua vita indipendente”.
Oltre a quest’ultimo lavoro l’anno appena trascorso è stato molto impegnativo per Menotti che si è cimentato nella scrittura di due generi nuovi per lui: il teatro e i testi musicali. Nel 2015, infatti, ha pubblicato le pièce teatrali ‘Donna Giovanna’ e ‘Il gorilla’ e il cd ‘I battiti della notte’ con 10 brani musicati dal compositore polacco Tomasz Krezymon. L’opera ‘Donna Giovanna’ è la versione femminile del celebre ‘Don Giovanni’ in cui la protagonista, nell’intenzione di Menotti, “rivendica la sua identità autonoma di donna e di genere sessuale”. ‘Il gorilla’, invece, spiega l’autore, “è una commedia che prende spunto da un’immagine, quella del Gorilla del Crodino, che nella mia fantasia turba il protagonista di questa vicenda, Don Raimondo, al punto da non fargli più accendere il televisore per paura di incontrare lo scimmione. La storia è molto complessa, in verità, poiché si narra in chiave semiseria la placida follia di un uomo che non riesce più a contenere il mondo esterno e se stesso”. A ‘I battiti della notte’ sono affidati vari temi da veicolare attraverso la musica e i versi di Menotti che precisa: “il filo conduttore di questo lavoro è la dolcezza delle ombre, non solo quelle amorose”. Le canzoni sono state presentate in tre concerti (a Cracovia, Varsavia e Danzica) sponsorizzati dall’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia ed hanno riscosso un notevole successo di pubblica e di critica.
Tuttavia, nonostante questa vita ricca di impegni, di poesie da scrivere, opere teatrali da pubblicare e versi da musicare, ciò che non smette di emergere dall’animo di Menotti è l’infanzia, “irreale veliero sprofondato con gesti goffi”.