di Giuseppe Liuccio Caro Presidente della Pro-Loco, immagino che tu sia già in fibrillazione per organizzare al meglio attività e manifestazioni capaci di attrarre nel tuo paese folle di villeggianti tessi pazientemente la tua tela di relazioni con soci passivi e spigolosi, con sponsor restii e tirati, con amministratori locali insensibili e spesso ostili, per creare un clima diconsenso e, possibilmente, di entusiasmo intorno alle tue iniziative; sforzi lodevoli per vivacizzare i mesi estivi guadagnarti attimi di notorietà nella considerazione dei tuoi concittadini e, quando di ti va bene, sbandierare come trofeo di vittoria un trafiletto di giornale in cui il giornalista opportunamente sollecitato fa cenno al tuo impegno per la rinascita del paese. Raramente ti interroghi sulla qualità delle tue iniziative. Difficilmente metti in discussione i tuoi programmi e ne verifichi la validità. Spesso riproponi stancamente il copione degli anni precedenti senza il benché minimo sprazzo di novità o un fecondo guizzo di fantasia. Il tuo piatto forte (e mai termine fu più appropriato) resta la sagra. E quindi la fantasia che per altri aspetti e in altre occasioni è piatta e amorfa, si sbizzarrisce. E la gara alla trovata più originale, capace di oscurare le bizzarrie del paese vicino, si scatena frenetica, irresistibile, senza esclusione di colpi. C’è la sagra di mare e di montagna, di pianura. E di collina. Ogni paese ha la sua specialità, salvo poi a verificare che dei prodotti reclamizzati nella zona non c’è, e non c’è mai stata, la benché minima ombra; C’è quella della “pasta e fagioli” in tutte le salse, quella del “soffritto”, della “trippa”, delle “melenzane fritte, a funghetti, alla parmigiana, mbuttunate” e via dicendo. E naturalmente, non manca mai quella della “supressata” del “capicollo”, del “prosciutto e melone”, del “prosciutto e fichi”. Ci sono i paesi che si contendono il primato dei “fusilli” e dei “cavatielli”: e già questa gara è un tantino più credibile e certamente in sintonia con le migliori tradizioni gastronomiche del territorio. Mi sembra piuttosto stravagante quella dei “galletto amburghese” e, addirittura, ridicola quella della “birra”, dal momento che nel Cilento non c’è la benché minima traccia di coltivazione di luppolo e nessuno mai ha visto campi sterminati di avena. Ma tant’è. È tempo di sagre e sagra sia. E, naturalmente, la cornice deve essere prestigiosa: l’accogliente piazza del centro storico con il palazzo gentilizio a far da sfondo, il sagrato della chiesa, il raccolto cortile/porticato del convento, lo spiazzo panoramico mozzafiato, il panoramico unico ed irripetibile. E al richiamo urlato con tutti i mezzi: altoparlanti. Megafoni, striscioni multicolori, manifesti giganti, accorrono orde fameliche all’assaggio di specialità a poco prezzo ed invadono piazze e strade dei piccoli centri mettendone a rischio l’equilibrio, con soddisfazione degli organizzatori che a sera verificano gli incassi, di te, caro presidente, che hai messo a dura prova le tue capacità di intraprendente factotum, del Sindaco che può salutare con orgoglio le schiere, ogni anno più numerose, di turisti e, perché no, premiare i più fedeli. E la fiera della vanità e dell’incultura si perpetua senza il benché minimo vantaggio dal punto di vista turistico e con il quasi certo rischio igienico. Non sarebbe il caso di invertire la tendenza e cambiare registro? Che ne diresti, caro presidente, di utilizzare chiese e conventi, piazze e belvedere, case gentilizie e castelli per mostre di pittura, concerti di musica, presentazione di libri, recital di poesia, spettacoli di folclore, rassegne di fitografia, dibattiti sull’ambiente, recupero della civiltà contadina, valorizzazione delle tradizioni locali, riscoperta degli episodi storici più rappresentativi del territorio, mostra/mercato dell’artigianato, ecc. Il Cilento può offrire di sé un’immagine non volgare, non pacchiana, fatta di semplicità, di genuinità, di belle e nobili tradizioni; può offrire il meglio della sua cultura senza spocchia, con grande dignità. Dipende da te, caro presidente, dal tuo buongusto e dalla tua sensibilità. E ricordati che il tuo sodalizio, la Pro-loco, appunto, ha come compito primario quello di riscoprire e valorizzare il meglio del paese. Provaci. Potrebbe essere già questa l’estate giusta per voltare pagina e cambiare musica. Buon Lavoro e Buona Fortuna.
Trending
- Scuola, 267 milioni per tutor e orientatori
- Vallo della Lucania, Teatro “Leo de Berardinis”: “Il calamaro gigante” con una straordinaria Angela Finocchiaro
- “Fiumi, Briganti e Montagne”: Il Salernitano tra storie e storia, coraggio, mistero e resilienza
- Orientamento scolastico, Valditara scrive ai genitori
- Un Re venuto a servire
- Il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati chiede al MIM di garantire i diritti dei docenti precari: presentata diffida formale
- OMEOPATIA E DOLORE AI DENTINI DEI LATTANTI
- Scuola: emendamenti ANIEF alla Manovra Finanziaria 2025