Un esame di maturità alquanto diverso rispetto a quello che siamo soliti vedere o vivere attraverso i nostri ricordi di diciottenni. Un esame vissuto con mascherina calata sul viso, distanziamento sociale e tanti accorgimenti doverosi per rendere il giorno degli orali quanto più sicuro da ogni possibile contagio da Covid 19. Niente scritti, solo colloquio multidisciplinare. Così il giorno dell’unica prova di maturità 2020 durata circa un’oretta resterà un ricordo indimenticabile nel cuore e nella mente dei giovani maturandi. Anche a Sala Consilina, sono state adottate tutte le misure di sicurezza e i ragazzi si sono presentati dinanzi alla commissione avvolti dalla più classica emozione mista a sentimenti nuovi pieni di timore e di giustificata apprensione. Aria surreale, silenzio e non il classico vociare, sguardi carichi di attenzione, nessuno sguardo dei familiari li ha potuti accompagnare fino all’aula d’esame. Così sono arrivati a sedersi i giovani maturandi davanti la commissione appositamente riunita in contesti spaziosi per rispettare il distanziamento. L’esame di maturità, un passaggio doveroso che segna il primo vero ponte per costruire un adulto futuro. Il primo giorno, cioè il 17 giugno, abbiamo raccolto qualche commento a caldo una volta terminata la prova che li ha visti direttamente impegnati prima di prendere il largo verso la scelta dell’università che segnerà l’obiettivo professionale del domani. “Per quanto riguarda la commissione siamo stati facilitati in quanto era composta da membri interni – commenta Giulia Burzo, studentessa del liceo classico di Sala Consilina – e ci hanno agevolato. È stato un po’ più difficoltoso parlare con la mascherina, abbiamo compilato l’autocertificazione, insomma cose che nessuno ha mai fatto sinora. A me è andata bene. È stato difficile vivere questo momento di pandemia che è durato circa tre mesi, veramente tanto! Poi ci abbiamo fatto l’abitudine e così abbiamo vissuto anche la notte prima degli esami”. Mary Calceglia, una volta terminata la prova orale, all’uscita dall’aula così ha detto: “C’era molta ansia, ma è andata molto bene, molta tensione ma per fortuna la commissione interna ci ha messo molto a nostro agio. È finita nel migliore dei modi. Mi sono state poste domande del tutto semplici e finalizzate a migliorare e non a mettere in difficoltà il candidato”. Marina Carlomagno pure è stata tra coloro che hanno rotto il ghiaccio il primo giorno per l’unica prova di questa modalità nuovissima con la quale mezzo milione di studenti hanno affrontato l’esame di maturità 2020. “Mi aspettavo di concludere questo mio percorso liceale in una maniera alquanto diversa – rivela – con l’esame classico e con gli scritti, insieme ai miei compagni, invece è andata in modo diverso. Non ci aspettavamo questa modalità però possiamo dire che è andata bene, cioè nonostante abbiamo affrontato un esame nuovo, nessuno lo aveva sostenuto così prima di noi, possiamo dire di avere avuto ottimi risultati. I professori tutti ci hanno messo a nostro agio, infatti, non hanno rivolto domande particolarmente difficili, ci hanno lasciato discutere sull’argomento che avevamo scelto e dobbiamo ringraziarli anche per la loro comprensione”. Un raccolto lucido e a tratti un po’ malinconico quello scaturito da tre giovani studentesse del liceo classico Marco Tullio Cicerone di Sala Consilina. Una giornata, un’ora di colloquio che resterà per sempre impressa nei loro cuori e nella loro mente dato anche il momento storico che tutto il mondo sta vivendo. Una speranza che però si intravede nei loro occhi che guardano fiduciosi alla costruzione del loro futuro.
Antonella Citro