“Matteotti per le scuole”. Un Concorso ricorda Giacomo Matteotti e la sua testimonianza di libertà e di democrazia.
Oggi la scuola italiana vuole ricordare Giacomo Matteotti e la sua testimonianza di libertà e di democrazia. Obiettivo del Concorso è quello di stimolare gli studenti a riflettere, in maniera critica e creativa, sul valore della testimonianza etica e civile di Giacomo Matteotti. Fu assassinato. La sua fedeltà al socialismo lo rese un martire. Idea e vita di Matteotti erano tutte impastate di ideologia socialista. La sua morte sugella la sua dottrina. La morte di Matteotti determinò il vagito primo dell’antifascismo culturale che sollecitò fortemente l’agire della politica. La sua tragica dipartita servì da collante fra politica e morale.
Mai teorico politico. Orgoglioso di non esserlo mai stato. L’azione politica di Matteotti era rigorosa, fatta tutta di un praticismo d’efficienza, di ossessiva e infaticabile analisi del dato giuridico ed economico e richiedeva una rigorosa formazione teorica. “Non ostentava presunzioni teoriche: dichiarava candidamente di non aver tempo per risolvere i problemi filosofici perché doveva studiare bilanci e rivedere i conti degli amministratori socialisti. E così si risparmiava ogni sfoggio di cultura. Ma il suo marxismo non era ignaro di Hegel, né aveva trascurato Sorel e il bergsonismo, (P. GOBETTI, Matteotti. Il suo marxismo, in La Rivoluzione Liberale, Torino, 1 luglio 1924). Si sentiva «turatiano, riformista e gradualista», sostiene G, Casanova. Ottenne una formazione socialista con l’influenza di Badaloni nella terra del Polesine. Accostò al riformismo di Turati. Ne fu amico, oltre la politica. Si costituì di un socialismo diverso da quello turatiano, “un riformismo anomalo anche rispetto a quello di Filippo Turati, più pedagogico che politico …”. Durante la sua attività amministrativa prima e parlamentare poi, Matteotti si distinse per eccezionale capacità organizzativa e continuo impegno nella lotta politica. “Dunque non uomo di corrente o di fazione, ma portavoce di volontà e di energie esperimentate nella diuturna opera organizzativa e nei luoghi di lavoro, e mai come in quel momento pronte e disponibili per azioni di massa. Egli non sottovalutava l’importanza delle questioni dottrinarie, ma le vedeva indirizzate a un fine concreto, limitato nel tempo e il più possibile di pratica attuazione. La dottrina per la dottrina non lo interessava” (G. CASANOVA, Matteotti. Una vita per il socialismo, Bompiani, Milano, 1974, p. 99). Morì, è noto, di tragica morte. La sua fedeltà al socialismo lo rese un martire. Idea e vita erano tutte impastate di ideologia socialista. La sua morte sugella la sua dottrina. La morte di Matteotti determinò il vagito primo dell’antifascismo culturale che sollecitò fortemente l’agire della politica. La sua tragica dipartita servì da collante fra politica e morale. “A chiamarlo al sacrificio, la storia conosce queste cose e sa quanto incidano nel corso della realtà, è una fede per la quale nessuna rinuncia gli par troppo amara. Perciò si può dire, senza retorica, che con la morte di Matteotti nasce l’etica dell’antifascismo, motivo ispiratore dei venti anni successivi della storia d’Italia, e forse ancora qualcosa in più: la “religione della libertà” quale storicamente si esprime in un largo scorcio del nostro tormentato secolo (G. ARFÈ, Giacomo Matteotti uomo e politico, Editore Riuniti, Roma, p. 75). Ebbe i natali a Fratta Polesine il 22 maggio del 1885, morì assassinato a Roma il 10 giugno del 1924. Fu politico, giornalista e antifascista. Fu segretario del Partito Socialista Italiano. Fu rapito. Fu assassinato. Rapimento e assassinio furono operati per azione di una squadra fascista condotta da Amerigo Dumini e per volontà di Mussolini, a seguito della sua coraggiosa denuncia di brogli elettorali e del clima di violenza. Il 10 giugno del 1924 Matteotti avrebbe dovuto infatti presentare un nuovo discorso alla Camera dei deputati, dopo quello sui brogli del 30 maggio, in cui avrebbe rivelato le sue scoperte riguardanti lo scandalo finanziario coinvolgente anche Arnaldo Mussolini, fratello minore di Benito, il Duce. Il brigadiere Ovidio Caratelli, a due mesi dal suo assassinio, ne ritrovò il corpo. A gennaio dell’anno successivo, Benito Mussolini, di fronte alla Camera dei deputati, si assunse pubblicamente la “responsabilità politica, morale e storica” del clima nel quale l’assassinio si era compiuto. Oggi la scuola italiana vuole ricordare Giacomo Matteotti e la sua testimonianza di libertà e di democrazia. Obiettivo del Concorso è quello di stimolare gli studenti a riflettere, in maniera critica e creativa, sul valore della testimonianza etica e civile di Giacomo Matteotti. Il Ministero dell’Istruzione – Direzione Generale per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento scolastico, la Fondazione Giacomo Matteotti – ETS e la Fondazione di Studi Storici Filippo Turati Onlus indicono, per l’anno scolastico 2020/2021, la sesta edizione del Concorso nazionale “MATTEOTTI PER LE SCUOLE” rivolto agli alunni della scuola secondaria di secondo grado. Il concorso intende contribuire a ricordare il politico polesano che ha sacrificato la propria vita per la piena attuazione dei valori democratici e dei principi di giustizia sociale e di crescita civile, culturale, sociale ed economia del Paese. L’iniziativa, che si inserisce nell’ambito delle attività culturali e di promozione della formazione civile del cittadino che la Fondazione Giacomo Matteotti – ETS e la Fondazione di Studi Storici Filippo Turati Onlus promuovo da anni per i giovani, punta – grazie al coinvolgimento delle scuole secondarie di secondo grado di tutta Italia – a favorire lo sviluppo, attraverso la formazione di cittadini consapevoli, di una cultura della cittadinanza attiva, della conoscenza e del rispetto delle istituzioni e dei valori fondanti di una società civile. In questo quadro, il concorso intende sensibilizzare gli studenti alla conoscenza e all’approfondimento dei temi legati alla democrazia e alle sue istituzioni, attraverso la conoscenza dell’opera e della testimonianza etica e civile di Giacomo Matteotti, e del suo sacrificio in difesa della libertà, della democrazia e del progresso sociale. A coronamento dell’attività di informazione e formazione, viene quindi istituito un “Premio Matteotti per le scuole” che selezionerà gli elaborati realizzati dagli alunni degli Istituti che intenderanno aderire e premierà le migliori realizzazioni, suddivise in diverse categorie: testi, grafica, opere multimediali. Il progetto si inserisce in un piano di interventi complessivo che il MI promuove da anni per la formazione dei giovani alla cittadinanza attiva ed alla conoscenza delle istituzioni democratiche. A quanti ne faranno richiesta saranno inviate a titolo gratuito copie del volume Matteotti 90 nelle scuole, I giovani e la lezione civile, morale e politica di un martire per la democrazia, realizzato dalle Fondazioni organizzatrici in occasione del novantesimo anniversario della morte di Giacomo Matteotti. Il volume, di 118 pagine e ampiamente illustrato, è corredato da un DVD con materiale audiovisivo originale e sarà distribuito sino a esaurimento delle disponibilità.
Emilio La Greca Romano