Una notizia succulenta è trapelata da qualche giorno. Il Senatore Matteo Renzi si è paragonato per intelligenza e acume politico a Niccolò Machiavelli, autore de: “Il Principe”, saggio critico dove lo scrittore fiorentino espone le caratteristiche e i metodi per conquistare il potere e mantenerlo. Un saggio meraviglioso, portato nello zaino da tutti quelli che vogliono far politica. Peccato che di politica in quello che ha fatto Renzi non ci sia niente. Il Senatore di Pontassieve cosa ha fatto? Ha detto che dopo il referendum costituzionale del 2016 si sarebbe ritirato dalla politica. Niente di tutto questo. Non ha permesso ad inizio legislatura un governo PD-M5S, salvo poi far alleare Salvini con il Movimento di Grillo facendo formare di fatto il primo Governo Conte. Poi, buttato giù il Conte 1, ha fatto di tutto per fare un Governo tra il PD , M5S e Leu. Dopo aver formato il suo Partito,per antipatia o interessi sconosciuti a noi, il “principe di Rignano butta giù il Conte 2,per non contare niente nel Governo Draghi(vista la maggioranza bulgara ,di cui dispone Super Mario).Più di Niccolò Machiavelli a me somiglia a Jerry Cala. La sua arroganza è pari solo alla sua megalomania. Mi fa poca pena. Tanta rabbia. All’inizio sembrava Alberto Sordi nel Marchese del Grillo: “Mi dispiace, io so’ io ,e voi non siete un cazzo!” . Con il Suo inglese maccheronico, le sue sparate senza senso, come quando a febbraio scorso disse: “ La gente di Bergamo e Brescia, che non c’è più, se potesse parlare ci direbbe di riaprire”. Non si scherza con i morti, con la vita che se ne va. Una battuta, se così si può definire, infelice .In questo ordine lo statista toscano mi ha ricordato il Toni Servillo ne : “La Grande Bellezza” di Sorrentino ,quando alla fine del film ,il protagonista ripercorrendo la sua vita dice: “ Quando sono arrivato a Roma, a 26 anni, sono precipitato abbastanza presto, quasi senza rendermene conto, in quello che potrebbe essere definito “il vortice della mondanità”. Ma Io non volevo essere semplicemente un mondano. Volevo diventare il re dei mondani. Io non volevo solo partecipare alle feste. Volevo avere il potere di farle fallire.” Ecco! Renzi è questo. Mister due per cento (questa è la percentuale attribuita al suo Partito: Italia Viva) ,non vuole avere solo il potere di far formare i governi, Renzi vuole avere il potere di distruggere quei governi. In un periodo come questo è stato da irresponsabile. Il Presidente Mattarella ha fatto a questo punto la cosa più logica. Un governo con una personalità di prestigio, ma senza l’anima. Il Governo “Conte 2” stava gestendo bene la pandemia come ci ricordano tutti i giornali stranieri e gli altri Paesi ancora alle prese con lookdown totali (Germania e Inghilterra). Ha portato un ottimo risultato per il Recovery plan (209 miliardi da spendere nei prossimi anni per riformare e modernizzare il nostro Paese), stava gestendo adeguatamente la campagna vaccinale (l’Italia è il primo Paese in Europa ad aver fatto più vaccini, nonostante le promesse non mantenute delle case farmaceutiche). Dei personaggi sopra citati, Renzi assomiglia più di tutti ad Al Capone negli : “Intoccabili” di Scorsese. Alla fine del film un magistrale Robert De Niro che interpreta Capone dice all’agente che lo ha messo alla sbarra: “Tu non hai trovato niente, tu sei solo chiacchiere e distintivo! Tu in mano non hai niente, non hai niente sei solo Chiacchiere e distintivo. Chiacchiere e distintivo. Renzi questo è diventato. O questo è sempre stato; è quello che eletto a sinistra ha fatto le svolte più liberiste o liberticide della storia. E’ quello che ha massacrato i diritti dei lavoratori con l’abolizione dell’articolo 18. E’ quello che voleva fare la buona scuola ed invece ci ha lasciato una Scuola alla buona. In ultimo ha voluto vanificare tutti gli sforzi di una vera sinistra riformista che stava prendendo il largo. Ha voluto, dettare linee politiche, ed infine fare quello che ha saputo sempre fare: chiacchiere e distintivo! La cosa che però fa ridere, se non fosse tragica, è quello di dare del populista agli altri. Non c’è nessuno più populista di Mister Renzi.
ROBERTO SCOLA