Ha fatto il pieno a livello di affluenza, seguaci e curiosi…ma anche di osservazioni critiche.
Matteo Renzi a Sassano ha raccontato, commentato, proposto e criticato.
L’ex Presidente del Consiglio ha fatto tappa nel centro del Vallo di Diano (unico appuntamento nel salernitano) nell’ambito del tour per l’Italia di presentazione del suo ultimo libro, dal titolo “Un’altra strada”. Invitato da Tommaso Pellegrino, sindaco del paese delle orchidee e presidente del Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (renziano della prima ora), l’ex segretario del Pd è giunto nel comprensorio insieme all’onorevole Maria Elena Boschi.
In giro per promuovere e vendere copie del suo testo, certo, ma anche per dire la sua sulla situazione politica e sull’attuale Governo, nonché sul passato e sul futuro dell’Italia.
Renzi ha dimostrato, laddove ce ne fosse stato bisogno, di essere un ‘animale da palcoscenico’, accattivandosi e divertendo anche il pubblico, in particolare nella sua analisi relativa a Salvini e Di Maio.
Tra i passaggi più significativi proprio quello legato al vicepremier Salvini (intervenuto a poche ore di distanza nella vicina Lauria), al destino, a suo dire segnato, del governo gialloverde ed alla necessità di guardare oltre con fiducia.
“Salvini è un trasformista eccellente – sottolinea Renzi. Prima odiava il sud e l’Italia mentre ora l’Italia viene prima di tutto. Indossa la divisa della Polizia ma è l’unico politico condannato per oltraggio a pubblico ufficiale. Con lui non c’è più spazio per il pensare positivo e per la speranza, ma soltanto la paura. Saranno mesi complicati ma – aggiunge – si scioglieranno come neve al sole. E allora dovremo essere pronti e presentarci con le persone giuste”.
L’ex premier ha, inoltre, garantito il sostegno al neo segretario del PD Zingaretti.
Presenti, tra gli altri, parlamentari, amministratori del territorio e non, i Giovani Democratici di Salerno, sostenitori e curiosi.
Le sue parole (ma più che altro, la sua presenza), tuttavia, hanno prodotto reazioni discordanti. Molti, infatti, sia nei giorni precedenti, che dopo sui social, si sono detti sconcertati dalla venuta nel Vallo anche in considerazione di determinati fatti accaduti quando al Governo c’era proprio Renzi,
Tra questi la soppressione del Tribunale di Sala Consilina, con conseguente trasloco a Lagonegro ed il decreto ‘Sblocca Italia’, con relative trivellazioni, in considerazione delle istanze e dei ripetuti tentativi da parte, in particolare, della Shell nel comprensorio valdianese.
Una personalità, quella di Renzi, che, forse più d’ogni altra, divide. Da un lato chi ne evidenzia la spiccata immodestia e la non completa coerenza. Dall’altra chi continua a dichiararsi renziano a prescindere, dichiarandosi pronto a seguire il Matteo toscano nel suo cammino, a prescindere dal fatto che lo stesso continui o meno all’interno del PD.