Di Erminia Pellecchia
Sabato 18 marzo 2017 alle ore 18:00 presso la Sala delle Esposizioni Fornace Falcone_Cilento Outlet Village_ Eboli (SA), sarà inaugurata la mostra Aria per nebulizzatore solo di Gerardo Cibelli. Acura di Erminia Pellecchia. La mostra fa parte della programmazione culturale “MATERIE3”.
Ad Memoriam Deleuze
Arie per nebulizzatore solo
Provate ad ascoltare, invece che guardare, le ceramiche evocative e misteriose di Gerardo Cibelli, il flusso casuale delle geometrie, la variazione audace dei colori, la materia in movimento che sembra scrivere una partitura orchestrata con cluster sequenzialmente connessi. E’ una suite quella composta dall’artista salernitano trapiantato a Napoli, uno studio terrazza zen dove elabora, con la forza degli agenti atmosferici, le sue produzioni nate dall’urgenza, “politica” – in un’epoca disumanizzata e in balìa del caos – di un io, il suo sentire profondo, che esce da sé per incontrare l’altro. E’ una sinfonia di “arie per nebulizzatore solo” questa che ha dedicato al filosofo del molteplice Gilles Deleuze. E fa sua la metafora del rizoma, nell’assemblaggio gioioso di segni che prolificano, generando soluzioni cromatiche inaspettate che trovano unità nel gesto creativo, nella “techné” figlia dell’immaginazione che porta ad indagare territori inesplorati, a spingersi oltre, a contaminarsi. Eccolo alla Fornace Falcone sperimentare l’argilla, materia povera e mistica, secondo gli insegnamenti di Ugo Marano, alla cui officina dei vasari si è formato. Mattoni, piastrelle, lastre si animano al soffio del suo strumento, lo spruzzatore a bocca, che “scrive” sulle superfici smaltate, complice l’uso di mascherine-spartito, strofe su strofe di una melodia che sfugge e ritorna, come una Fuga di Bach.
Provate ora a guardare e respirate il silenzio. Quelle astrazioni fluide, dinamiche sono come finestrini di un treno in corsa verso l’infinito. Di “stazione in stazione e di porta in porta”, citando Fossati, verso i paesaggi del sogno di un “artiere” che sa plasmare la materia dei sogni.
Biografia:
GERARDO CIBELLI (Salerno,1972). Artista, vive e lavora a Napoli.
Dal 1984, anno del suo primo lavoro su tela, ha sempre ricercato un utilizzo originale di mezzi tecnici diversi quali il disegno, l’incisione, la pittura ad olio, cercando di arricchire, con elementi eterogenei alla prassi pittorica, le possibilità proprie ad ogni segmento creativo, con l’intento di ricavare modi d’espressioni inconsueti e spiazzanti.
Alla fine degli anni ‘80 viene enormemente influenzato dalla pittura di Sironi. Nascono così paesaggi materici, che di li’ a poco lo condurranno ad una nuova stagione piena di riferimenti alla pittura informale (Burri, Fautrier, Dubuffet).
Nel 1988 si avvicina al teatro contemporaneo. Assiste a numerose opere teatrali (Kantor, Barba, DeBerardinis) che lasceranno un segno indelebile sulla sua ricerca pittorica. Con le performance “Il Sogno dell’Uovo”e “Mystery”, si cimenta nel teatro come autore e attore.
Dopo aver sondato la materia in tutta la sua ”gravità”, negli anni ’90 la sua pittura diventa “leggera”, influenzata da una metafisica religiosa i cui riferimenti non saranno solo i Pitagorici, Platone e i Neoplatonici, ma anche figure mistiche come Rumi e Nagarjuna, Chuang-tzu e i cabalisti medievali. Miniature, simboli, mantra, caratterizzano questa nuova produzione artistica. I lavori diventano elementi, lettere di un alfabeto che, a secondo dell’uso combinatorio degli accostamenti, crea linguaggi esoterici e schiude nuovi orizzonti conoscitivi.
Nel 1993 l’incontro con l’artista e ceramista Ugo Marano segna il suo ingresso nel mondo della ceramica. Alla fine degli anni ‘90 tiene due corsi estivi di ceramica e pittura per bambini. Apprende da loro il gesto senza scopo, l’immotivato che irrompe e stravolge le coordinate visive del mondo adulto. Esperienza ricca di stimoli che lo portera’ al collage, a “dipingere con cartoncini e carta
colorata”, all’uso di fogli già dipinti dai bambini, in un raccordo di linee e forme “ready-made”.
L’amore per la tecnica e i mestieri artigianali si concretizza agli inizi del 2000 in un laboratorio di falegnameria attrezzato per la realizzazioni di telai, tele e cornici: l’opera diventa anche il suo “supporto”.
Nell’estate del 2005 è presente nella galleria Artsplace di Amsterdam con il lavoro “Masks”, opere degli anni 90 ma presentate in video 3D con il software “dark basic”.
Inizia poi la lettura del filosofo Gilles Deleuze; in particolare viene influenzato dal testo “Logica della Sensazione”, che introduce nella sua pittura la tensione verso una forma mai pienamente realizzata, quel “divenire altro” colto nel momento della sua indiscernibilità: “una forma è sempre più forme simultaneamente”.
Dal 2007 al 2014, dopo un anno trascorso a Montreal (Canada) si trasferisce a Londra, dove realizza centinaia di lavori come una unica “variazione su tema”: una moltitudine di uomini che invade la superficie pittorica.
Dopo aver abbandonato la figura, i suoi lavori piu’ recenti consistono nell’uso e il riuso di tutto quel materiale (legno, terracotta, cartone) che lo ha sempre accompagnato, per creare installazioni sitespecific versatili e modulabili.