MARIO CAROTENUTO nasce a Tramonti nel 1922. Dopo il Liceo a Nocera Inferiore e l’Università a Napoli, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove studia con Emilio Notte e Vincenzo Ciardo. Già nel 1945 dà inizio alla sua attività di disegnatore e pittore: nel 1948 partecipa alla Prima Annuale d’Arte tenutasi a Cava dei Tirreni; nel 1950 alla Mostra Nazionale organizzata a Nocera Inferiore.
La sua prima mostra personale è del 1953 all’emeroteca dell’Ente Provinciale per il Turismo di Salerno, presentata al catalogo da Aldo Falivena, mentre nel 1956, in piena adesione alla pittura realista, espone alla Galleria La Cassapanca di Roma. Successivamente amplia l’orizzonte della sua ricerca nei viaggi a Parigi, Madrid, Monaco, mentre diventano sempre più continui gli incontri con Filiberto Menna, Alfonso Gatto, Aldo Falivena, Domenico Rea, Paolo Ricci, Eduardo Sanguineti, Vasco Pratolini e Raphael Alberti: dagli inizi degli anni Sessanta, fino al 1965, dirige la Galleria “L’Incontro” di Salerno.
In questo decennio la sua pittura apre a nuove esperienze, introducendo il collage, l’oggetto recuperato dal tessuto sociale, guardando alle esperienze new-dada: molte delle opere di questo periodo sono esposte nella personale organizzata alla Galleria “La Borgognona” di Roma nel 1965 presentate da Marcello Venturoli; nello stesso anno partecipa alla mostra “La critica e la giovane pittura italiana d’oggi”, organizzata dalla Galleria “Ferrari di Verona” e alle rassegne “Pittori Italiani in America”, (Galleria Roma, Chicago) e Arte Oggi (Dorn Kultury, Bratislava) entrambe del 1966. Di questi anni sono opere quali Santuario,Omaggio a Schwitters o anche il suggestivo Interno del 1965.
Morisini, recensendo la mostra romana, osserva che sono oggetti “estratti dal cassetto di umili cimeli di famiglia… Insomma è l’accostamento fantastico di documenti della superstizione o, comunque, di cose che appartengono ancora al presente, ma stanno scomparendo”.
Sul finire degli anni Sessanta la sua ricerca artistica recupera l’impianto figurale, introducendo dei temi e degli spunti onirici, soggetti lasciati alla corrosione dei sogni, alle alterazioni delle atmosfere. In tal senso Venturoli scrive nel 1968 che ” tutta la recente pittura “surrealista” di Carotenuto è permeata di pittoresco e nasce dalla rinnovata fiducia nella realtà sensibile “.
Nel 1969 la Galleria Il Catalogo di Salerno organizza una mostra antologica di opere dal 1943 al 1963, presentata in catalogo da Alfonso Gatto: nel 1970 espone alla Galleria Porta Romana di Milano, mentre nel 1971 tiene una personale alla Galleria l’Incontro di Cagliari. Gli anni Settanta segnano un momento decisivo, innanzitutto il recupero di una figurazione espressione di un attento sondaggio della storia dell’arte, quindi la pittura come “memoria della cultura “.
Molte le mostre personali: nel 1972 alla Galleria Arte più, di Firenze; nel 1973 alla Galleria La Mediterranea, di Napoli e alla Diarcon di Milano. Nel 1970 Alfonso Gatto scrive ” La pittura di Carotenuto, qual è oggi, al punto di congiuntura della sua naturalezza e della sua ironica verità nella superstite poesia verginale ch’egli riesce a salvare indenne dalla propria violazione, come a saggiarla dalle prove in cui l’ha messa a rischio, prestandole tutti gli agguati della sua arte”. Nel 1978 espone in una personale alla Galleria La Nuova Sfera di Milano; nel 1979 La Galleria Il Catalogo di Salerno organizza una personale presentata da Vasco Pratolini, mentre nel 1981 è invitato alla rassegna Linea della ricerca artistica in Italia 1960/80 (Palazzo delle Esposizioni, Roma).
Nel decennio Ottanta la pittura diviene confessione effusiva, sogno, relazione con il tempo e le immagini nascono le opere quali Il sogno di Giorgione, del 1981, il ciclo dedicato a Raffaello e poi le riletture da Velàzquez.
Nel 1981 espone in una personale alla Galleria Rossi, di Parma; del 1982 è la grande antologica organizzata dal Comune di Teggiano e curata da Massimo Bignardi; del 1984 la mostra “Le bellissime” tenutasi alla Galleria Il Portico di Cava de’ Tirreni, presentata da Rino Mele; mentre nel 1988 è organizzata a Minori una grande mostra antologica con opere dal 1941 al 1988. Dello stesso anno è la personale “Le “Meninas” allestita presso la Galleria Il Catalogo introdotta da un testo di Rino Mele.
Sempre la Galleria Il Catalogo organizza nel 2002, per festeggiare i settant’anni dell’artista, la mostra “Festa di compleanno. Mario Carotenuto, il mare”, introdotta al catalogo da Enrico Crispolti; nello stesso anno tiene una mostra nella Chiesa di Santa Maria a Gradillo di Ravello, organizzata dalla Galleria Il Punto e presentata in catalogo da scritti di Michele Prisco, Gore Vidal e Massimo Bignardi.
Nel 1994 tiene una personale alla Galleria La Seggiola di Salerno, nella quale presenta otto grandi dipinti eseguiti data questa de I sette vizi capitali nel quale realizza il dipinto La fermata. Nel 1995 è invitato alla mostra “Transiti Mediterranei” curata da Massimo Bignardi e Giuseppe Zampino ed allestita all’Istituto Italiano di Cultura di Vienna e successivamente a quello di Monaco di Baviera. Del 1997 è la personale alla Galleria dedicata agli “interni”.
Del 1997 è la mostra “Il Tempo” allestita nella chiesa di Sant’Apollonia a Salerno, presentata in catalogo da Rino Mele, mentre nell’estate del 2000, la stessa sede espositiva, ospita la mostra “Mario Carotenuto – Paramenti Sacri” presentata da Paolo Apolito. Nel 2002 la Provincia di Salerno promuove un’antologica della sua pittura, dal 1938 al 1971; nello stesso anno il Comune di Vietri sul Mare ospita una mostra sull’intera vicenda spesa dall’artista in ceramica. Mario Carotenuto.
Del 2005 è la personale, promossa ed organizzata dal Comune di Salerno, dedicata ai dipinti che l’artista ha realizzato nel suo soggiorno tunisino allestita nell’ex Chiesa di Sant’Apollonia; e la mostra “Notturno” allestita al Frac-Baronissi. Nell’estate del 2006 presenta allo spazio Fës Show room, di Minori la mostra “La spiaggia”; nel 2008 Massimo Bignardi lo invita alla XIII Biennale di Arte Sacra Contemporanea che si tiene al Museo Staurós e nello stesso anno tiene la personale alla Galleria Il Catalogo di Salerno, dedicata ad alcuni dipinti inediti realizzati tra il 1948 e il 1984. Ad ottobre del 2010 la galleria salernitana organizza una mostra dal titolo “Venti opere per il Presidente”, allestita inoccasione della visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.