Raccontare di Pisciotta è alquanto complesso perché dipende da come la guardi, da quando ci vai, da come la vivi e con chi ci vai! Io ci sono stata in più occasioni e vi ho trovato sempre ottimi motivi per ritornarci.
Ci sono arrivata, la prima volta e poi tornata più volte, per eventi sportivi, una volta all’anno negli ultimi cinque, al seguito degli atleti dello Sporting Calore, ad accompagnare il mio atletico marito per la gara del circuito “Cilento di corsa” e per la “Trans Marathon del Parco”. Una gara tra le più storiche, lunghe e faticose del circuito. Circa 15 km, con partenza da Pisciotta paese, arrivo a Rodio e ritorno: per metà è in salita verso la frazione, da dove si ammira un panorama mozzafiato, e l’altra in discesa. Io in quelle occasioni ho preferito guardarmi intorno, visitare il paese medioevale con i suoi antichi palazzi e chiese, intrufolarmi tra vicoli e vicoletti, fotografare piccoli e suggestivi scorci e poi scendere fino al mare ammirando gli enormi ulivi “pisciottani” che imponenti si alzano verso il cielo cilentano.
A Marina di Pisciotta si arriva scendendo in picchiata per una delle tante scalinate che si diramano dal centro del paese e si ricongiungono nel sentiero che segue l’andamento dell’acquedotto. È superfluo parlare del panorama mozzafiato che abbraccia, a sinistra, fino a Capo Palinuro, e, a destra, fino ad Ascea.
Questo spettacolo è possibile apprezzarlo in ogni antico borgo posto sulla linea pedecollinare che disegna le onde dei rilievi che, un tempo antico, divennero rifugio dei residenti quando i Saraceni facevano scorrerie lungo la costa mediterranea colonizzata dai coloni greci.
Ad introdurre il visitatore nel borgo c’è una chiesetta dedicata alla Santa Maria di Portosalvo che domina il porticciolo e le case che gli fanno da corona.
La prima volta che sono scesa a Marina di Pisciotta ho avuto la sensazione di trovarmi in costiera Amalfitana, a Ravello per essere precisi. Fui presa dal desiderio di arrivare al mare e di farlo con la consapevolezza che la costa era quella Cilentana, meno imponente, più semplice ma anche più accattivante. Ho potuto constatare che scendere al mare a piedi, godere di un bagno nella piccola baia, asciugarsi al sole e poi risalire in quota al paese, è qualcosa che pochi fanno ma che regala sensazioni di indicibile benessere.
Sono ritornata a Pisciotta, per fare una semplice passeggiata, in inverno, quando il sole vola basso ed è particolarmente piacevole perché riscalda nel profondo e il mare regala tranquillità all’essere. È stato come godere di una Pisciotta lontano dal fragore, senza rumorosi e invasive sovrapposizione di esistenze di passaggio e per le strade ci sono solo gli abitanti del posto, soprattutto anziani, e il tempo scorre tranquillo.
Il borgo marinaro sembra più assonnato, quasi in letargo e anche se la giornata invernale regala un tiepido sole invita a rilassarsi in spiaggia di fronte ad un mare fantastico che sembra osservarti mentre giochi con i sassi, a cercarne di particolari, a guardare la linea dell’orizzonte, ad ascoltare il rumore delle onde che con leggerezza accarezzano il bagnasciuga e risucchiano i ciottoli riordinandoli nel moto infinito, E allora godi il tuo essere sola nella tranquillità del momento mangiando il tuo panino e sorseggiando una bibita.
Sono stata a Pisciotta anche in piena estate con amici e parenti a cui abbiamo fatto da cicerone, coinvolgendoli con i racconti ed entusiasmandoli con le scoperte fatte in questo luogo quando tutto si presenta in maniera diversa alla stagione estiva. Quando c’è gente dappertutto, c’è frenesia di fare, di andare e tutti i locali sono vestiti a festa e propongono di tutto e di più. E il silenzio quasi non esiste. Anche in spiaggia diventa difficile trovare un angolo discreto per rilassarsi, ma tanto si sa in estate non ci si rilassa, si gira a pieno regime. E tutto ciò sembra sollevarti e trasportarti, ti fa entrare in un vortice e tutto sembra fantastico.
Piace ai turisti che giungono sulla Costa Cilentana farsi “rapire” da un mondo che sa essere se stesso anche quando è costretto a trasfigurarsi per garantire accoglienza e il meglio del buon vivere che, per noi residenti, è connaturato alla quotidianità di un’esistenza che è un dono per il quale non smetteremo mai di ringraziare il “fato” che qui ci ha destinati.
Ecco perché concludo questo scritto invitando i tanti conterranei che risiedono nell’area del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni a non sprecare il regalo che madre natura ci ha voluto fare e di mettersi in moto, magari in autunno, inverno e primavera per prendere possesso dell’essenza stessa del nostro destino.
Scheda
Pisciotta è uno dei comuni più caratteristici del Cilento, tra Ascea e Centola Palinuro ed è abitato da 2.600 abitanti. Il capoluogo è uno dei borghi medievali più belli del Cilento, posizionato sulla cima di una collina regala un paesaggio suggestivo per chi naviga la costa cilentana. A circa 100 km a sud di Salerno, si è sviluppato intorno alla cima di una bassa e ripida collina che si affaccia sul mar Tirreno. Sui fianchi scorrono i torrenti Fiori e San Macario. Le foci dei due corsi d’acqua delimitano più a valle la minuscola frazione di Marina di Pisciotta. A maggiore altitudine sorge la frazione di Rodio, che la leggenda vuole originata da un insediamento di Cavalieri di Rodi. Infine, a circa sette chilometri in direzione di Palinuro si è sviluppata la frazione di Caprioli, priva di un vero e proprio centro urbano e composta di diversi borghi sparsi su un’area relativamente vasta tra mare e colli.
Pisciotta capoluogo è situato a circa 200 metri sopra il livello del mare. Il centro storico è molto suggestivo poiché sono ben visibili gli edifici medievali del borgo. Il centro storico medievale è caratterizzato dal Palazzo Baronale Landulfo di recente restaurazione. Da Pisciotta è possibile raggiungere la frazione Marina anche a piedi per chi volesse percorrere una lunga scalinata.
Marina di Pisciotta è un piccolo borgo di pescatori che negli anni ha sviluppato un turismo di nicchia e alcuni prodotti di eccellenza come le alici di menaica. Molto caratteristico anche il piccolo porto, dove gli anziani pescatori tramandano le proprie tradizioni.
Caprioli è il borgo più esteso del comune.
Rodio è la frazione più interna ed è situata a oltre 350 metri d’altezza si sviluppa lungo il dorsale di una collina nascosta dal mare.
Mare pulito e assenza di confusione anche nei periodi di alta stagione è il grande segreto di Pisciotta e della sua costa. Il Vallone di Fiumicello, riconoscibile dall’omonima torre a pianta quadrata che si trova al confine con Ascea, segna l’inizio di 10 Km di costa premiati con la bandiera blu dalla straordinaria bellezza e pulizia. Sotto la torre la spiaggia sassosa di Pietracciaio lambisce il mare. Ai lati del porto, in direzione nord verso Ascea e sud verso Palinuro, si stendono le spiagge pisciottane, alcune caratterizzate da ciottoli bianchi, detti “agliaredde”, ovvero pietre levigate dal mare, tra cui le spiagge di Torraca, Gozzipuodi e Acquabianca. Quest’ultima chiamata così per il fondale basso e sabbioso che rende l’acqua cristallina; altre, a sud verso Palinuro, sabbiose, come quelle di Ficaiola e Gabella, più di due chilometri di spiaggia, a tratti libera e a tratti attrezzata con sdraio e ombrelloni, che rientra nella frazione costiera di Caprioli. Parallela al lungomare di Marina di Pisciotta scorre poi la spiaggia principale, quella detta delle Cartoline, un tratto sabbioso, così come i suoi fondali, protetto da diverse scogliere, che lo rendono ideale per i bambini più piccoli.
Gina Chiacchiaro