di Ilaria Longo
Lo scorso gennaio il presidente iraniano Hassan Rohani è stato in Italia e, in occasione della sua visita ai Musei Capitolini, alcune statue sono state coperte perché colpevoli di essere nude. Quella nudità, infatti, avrebbe potuto urtare la sensibilità di Rohani.
Lo svolgersi dei fatti è fin troppo noto perché fiumi di inchiostro e svariate ore di diretta televisiva sono stati dedicati a questo increscioso episodio. Questa vicenda, però, ci ha permesso di riflettere sul lungo rapporto esistente tra l’arte e il nudo e, soprattutto, ci dà l’opportunità di conoscere meglio Maria Rosaria Verrone, un’artista cilentana che spesso, nelle sue opere, ritrae giovani donne nude.
Sul suo sito (www.mrverrone.it/), ovviamente, sono presenti le sue notizie biografiche. Ma cosa può dire di più su di lei e sulla sua passione per l’arte?
Sono nata a Case del Conte (frazione di Montecorice) dove vivo tuttora. Ho scoperto l’amore per l’arte alle scuole medie, ma non ho potuto frequentare il liceo artistico perché, ieri come oggi, il più vicino è a Salerno. All’università, poi, mi sono iscritta a Lettere e Filosofia. Ho dipinto fino a 19 anni, ma ho smesso quando mi sono iscritta all’università perché volevo laurearmi in fretta, iniziare a lavorare, avere una mia indipendenza economica e continuare l’attività pittorica senza essere sottoposta alle logiche del mercato. Ho avuto qualche difficoltà a trovare un posto fisso e, quando nel 1991 sono passata di ruolo, ho ripreso a dipingere. Prima, però, sono stata allieva del maestro Nicola Campanella, uno degli artisti più rappresentativi del “figurativo polimaterico”. Oggi insegno italiano e storia presso l’I.T.C. di Agropoli e dipingo per colorarmi la vita.
Qual è il suo rapporto col Cilento? Il legame con la sua terra è presente nei suoi quadri?
Agli inizi ho avuto un rapporto complesso con la mia terra poiché vivevo in un posto in cui era difficile trovare lavoro ed evadere era importante. Quando sono ritornata nel Cilento, nel 1995, ho iniziato a scoprirlo e sono orgogliosa di appartenere a questa terra. Durante la mia attività pittorica ho avuto l’opportunità di conoscere Aniello De Vita che mi ha trasmesso proprio quell’orgoglio di essere cilentana.
Quando vivevo lontano dal Cilento utilizzavo soprattutto colori caldi perché forse, inconsapevolmente, avvertivo dentro di me la sua mancanza. Oggi realizzo lavori che si ispirano al Cilento anche se, quando dipingo paesaggi, ci sono tutte le bellezze della nostra terra.
L’arte, tutto sommato, è molto soggettiva. Ogni persona, quindi, nell’osservare i suoi quadri potrebbe dare una definizione delle sue opere e del suo stile pittorico. Lei come descriverebbe il suo modo di dipingere?
Il mio modo di dipingere è considerato “figurativo moderno”anche se me ne sono un po’ distaccata. La mia tecnica è materica perché, nei miei quadri, uso molto i materiali (plastica, rami, pietre etc.) per dare il senso della tridimensionalità. Si può parlare, allora, di tecnica “polimaterica”. Sono una persona molto critica e, per questo, prediligo dipingere ad olio perché in questo modo ho la possibilità di lavorare sulle mie opere.
Nella sua produzione artistica ci sono molti nudi di donna. Questo soggetto è caro al mondo dell’arte e nelle sue opere i colori delicati e il suo tratto gentile riescono a rendere i nudi sensuali senza mai essere volgari. Come mai questo tipo di scelta e quale messaggio vuol veicolare attraverso i nudi?
Sin dalle sue origini l’arte ha trattato il nudo; forse la Chiesa l’ha un po’ censurato, ma esso esprime armonia, equilibrio e perfezione.
Io sono una donna e voglio trattare l’universo femminile in tutte le sue sfaccettature: sogni, allegria, speranze, delusioni, tristezza etc. Sono nota soprattutto per il nudo perché nel 1991, quando ho ripreso a dipingere, ho scelto questo soggetto che nel mondo dell’arte è il più difficile da rappresentare. Io avevo fretta di imparare ed ho iniziato volutamente da ciò che era più difficile.
Sembra che nel 2016 il nudo artistico – che nulla ha a che fare con la pornografia – possa ancora scandalizzare al punto che, nei Musei Capitolini, proprio quei nudi che esprimono l’equilibrio e l’armonia di cui lei parlava, sono stati occultati. Come ha reagito nell’apprendere questa notizia?
È stata l’espressione di un’ignoranza bestiale. Non so chi abbia fatto ciò, ma credo sia stata una decisione dettata dall’ignoranza. I nudi nell’arte sono sempre esistiti e se, nel terzo millennio, si è ancora capaci di compiere simili azioni, vuol dire che non si è compreso nulla di arte. Io rispetto tutte le religioni, ma non dobbiamo farci condizionare da religioni che non sono le nostre.
Appena ho sentito questa notizia, in segno di protesta, ho pubblicato sulla mia pagina Facebook il nudo più eccessivo che ho dipinto.
Nell’arte nulla è volgare perché è un piacere della vita.
Forse è molto più volgare pensare che l’Arte possa essere anche solo lontanamente ritenuta imbarazzante, perché ciò che è bello ed è capace di suscitare emozioni è cultura. E la Cultura non può essere volgare.