Violetta, Amina, Lucia, Tosca, Elvira, Medea. Tutti questi personaggi femminili racchiudono una sola voce, una sola donna: Maria Callas. La Divina ha dato volto a queste icone musicali, con la sua voce era capace di condividere la sua anima, scrigno di un passato difficile e sofferto. Venuta al mondo a New York nel 1923 per rimpiazzare la morte di un fratello, Maria Kalogeropoulus non è stata mai desiderata. E’ cresciuta in un terreno arido di amore, sua madre non l’ha amata come una figlia. A causa di una disfunzione ormonale, il suo fisico tendeva ad ingrassare e tutto ciò si trasformò in disturbo del comportamento alimentare: un rapporto di amore-odio con il cibo che divenne una valvola di sfogo per sopperire alla mancanza dell’affetto familiare affetto tanto sognato. Cresciuta in competizione con sua sorella, inizia a cantare per obbligo dei genitori, agli occhi di sua madre era una fonte di guadagno per aiutare la famiglia nel sostentamento quotidiano. Maria non voleva cantare, spesso l’annoiava, ma con il passare del tempo il canto divenne il suo tesoro, il luogo dove ripararsi dalle intemperie della vita. Frequentò il conservatorio ad Atene e dedicò anima e corpo per formarsi come cantante lirica fino a quando non debutterà come professionista al teatro dell’opera di Atene. L’interpretazione della Gioconda al Verona Opera festival la lanciò come stella dell’opera: in questa occasione conosce Giovan Battista Meneghini, l’uomo che sposò e che fece esplodere il suo talento. Si apre così il sipario per la Divina: Milano, Venezia e tanti altri teatri del mondo l’accolgono gremiti di un pubblico pronto ad ascoltare questa donna straordinaria, capace di ammaliare tutti. Le sue esibizioni non lascavano nessuno indifferente: Maria voleva essere ricordata per la sua personalità e il suo carattere deciso. Non aveva mezzi termini e per questo ebbe anche molti nemici, svolgeva il suo lavoro con libertà e fermezza. Una donna determinata anche durante il suo percorso di dimagrimento: perse 35 kg in due anni, modificò il suo outfit facendosi seguire da professionisti della moda dando vita allo “Stile Callas”, imitato da molte donne dell’epoca. Nel 1957, all’apice della sua carriera, l’incontro con Aristoteles Onassis determinerà la fine del matrimonio con Meneghini e l’avvio di una relazione tormentata, travolgente e dolorosa: una tragedia greca, ricordando anche le loro origini. Un matrimonio promesso e mai celebrato, la nascita di un figlio vissuto poche ore, l’inizio della depressione della Divina. Nel frattempo, anche la sua voce inizia a far sentire il suo declino; una dermatomiosite , che oltre a provocare un cedimento dei muscoli dei tessuti, coinvolge anche la laringe, indispensabile per la cantante. Ebbe vari incidenti a causa della sua miopia, in quanto rifiutava di indossare le lenti. Venne ricoverata per abuso di sonniferi, e dopo la separazione da Onassis, appare per l’ultima volta al Covent Garden di Londra dove il legame di amicizia con Pasolini le regalerà una breve esperienza come attrice nella riproduzione cinematografica di “Medea”. In seguito di esibirà per Franco Zeffirelli in varie rappresentazioni leggendarie come Tosca e Norma. Una seconda parentesi della vita che per Maria si spegnerà nel 1977 nella sua casa di Parigi in seguito ad un arresto cardiaco. Dietro al successo, alla fama e all’apparente perfezione di queste grandi icone del passato si nasconde una vita dolorosa, segnata da eventi irreversibili. Forse sono proprio questi ultimi e dare forza alle donne, che non si arrendono e vanno avanti nonostante le ondate contrarie della vita.
“Mi piacerebbe dare il massimo in tutto ciò che faccio, quando canto desidero che la mia voce mi obbedisca. A volte arrivo al punto estremo di invocare la morte per liberarmi dal tormento e dall’angoscia che mi affliggono perché non riesco a raggiungere ciò che voglio” – M,.Callas