Il desiderio di partecipare alla marcia per la pace di Perugia Assisi è cominciato molto tempo fa, forse già lo scorso anno. L’idea è legata all’esperienza del Cammino di Santiago e quindi forse rivivere in parte quelle emozioni, forse per ritrovare se stessi…
Con Bartolo avevamo deciso di andare in Umbria già da un mese e senza ansia particolare ho aspettato il giorno della partenza. Non avevo fatto i conti con maltempo, però, che avrebbe potuto rovinare tutto … Infatti, già una settimana prima, le previsioni meteo non erano delle migliori. Ma nonostante ciò siamo partiti perché il desiderio di vivere questa esperienza era diventata molto forte. A Perugia la pioggia ci ha accolto come annunciata ma noi, come tutti gli altri, non ci siamo fatti intimorire.
La grande avventura della marcia comincia domenica mattina ore 7,30, con partenza dall’albergo in macchina. Arriviamo alla stazione di Perugia, parcheggiamo l’auto, e prendiamo il minimetrò fino al capolinea. Ci incamminiamo seguendo l’onda dei compagni di viaggio che immaginiamo vadano nella stessa direzione: verso il luogo del raduno. Arrivati ai Giardini del Frontone c’è già la folla che attende sotto la pioggia il via. Ci sono soprattutto giovani che si incrociano, si riconoscono e si salutano … intanto la pioggia ci accompagna lieve e sottile, ci bagna il viso, siamo costretti a fare una breve sosta in un portone perché all’improvviso diventa più insistente. È strano vedere tanta gente che pur di fare questa esperienza si attrezza nei modi più disparati per difendersi dalla pioggia. Alcuni sembrano avere la gobba perché infilano degli impermeabili enormi per coprire il corpo il più possibile, compresi gli zaini. Mi chiedo: ma qual è lo spirito che spinge tutta questa gente ad affrontare la pioggia che continua a cadere. Intanto c’è qualcuno che al microfono parla, invita, si congratula. L’obiettivo è la marcia della pace che ne racchiude tanti altri: partecipare, non lasciare nessuno indietro, camminare tutti insieme, darsi la mano, guardare ad un mondo migliore… Tra i tanti partecipanti mi incuriosisce una signora col passeggino e il suo bambino che sulle ginocchia ha il libro di Gianni Rodari “Brif Bruf Braf” che sfoglia sotto “coperta”… questo libro ci ricorda come i bambini siano disinibiti e il loro linguaggio è comprensibile a tutti.
Manca ancora un po’ alle 9,00, orario previsto per la partenza, la pioggia è sempre presente tra noi e a volte diventa insistente. Ha deciso di essere la protagonista indiscussa della giornata insieme alla tenacia dei presenti. Ma tutto è pronto e allora, pioggia o non pioggia, la marcia comincia tutti “armati” di ombrelli, impermeabili e tanta voglia di andare.
Il mio desiderio era partire in testa al corteo ma non è stato possibile e per la grande partecipazione e per gli spazi un po’ ristretti delle vie di Perugia che non lo permettono. Allora, una volta partiti, ci riproponiamo di mettercela tutta per guadagnare posizioni e avvicinarci il più possibile alla testa del corteo. Inizialmente, zigzagando tra la gente, non sentiamo la pioggia che cade e procediamo con un certo ritmo, ascoltando i discorsi degli altri. In seguito, mentre la folla si dirada e gli spazi diventano più vivibili, anche il passo, diventa più sostenuto. Ma la testa del corteo neanche si vede.
Pian piano raggiungiamo il centro del “fiume umano” che scorre lungo le strade presidiate da polizia, vigili e tantissimi volontari. Intanto ha smesso di piovere e il chiacchierio degli altri si fa più sereno e dalle “parlate” si distinguono le loro provenienze: c’è tutta l’Italia e i vari dialetti si mischiano e si fondono, anche i passi si susseguono a ritmo diverso. Sembra di essere sul Cammino di Santiago dove ognuno con la sua andatura, coi suoi pensieri, i suoi interessi … avanza verso la meta.
Intanto il serpentone si ingrossa e si allunga con l’immissione di altri protagonisti ad ogni incrocio, borgo, paese. Le ore passano, i chilometri percorsi aumentano, la Rocca di Assisi e il complesso della cattedrale si intravedono sullo sfondo. I gruppi organizzati, le associazioni, le scolaresche con i loro docenti si alternano nel sostenere i cartelli e gli striscioni con le parole d’ordine della manifestazione che non sono mai banali e tutti concentrati sui motivi umanitari che muove la “marcia”.
È bello sentire i canti di gioia che raccontano il piacere di stare insieme. Di quando in quando ci si concede una piccola sosta per rifocillarsi, per riposare, infine per ripartire. Quando mancano ancora 6 o 7 km all’arrivo, la gente comincia ad essere un po’ stanca, il passo è già più lento e più tranquillo. Il sole da un po’ ci accompagna, fa caldo e l’umidità rende più duro l’andare. Nelle pozzanghere formatesi per la pioggia, che sembra ci precede, incontriamo della curiose barchette di carta depositate a galleggiare da bambini dell’asilo di Bastia Umbra. Altre sono disseminate in un prato verde con pensieri che lanciano messaggi di pace e solidarietà. L’arrivo a S. Maria degli Angeli è un bagno di popolo nel popolo che è già radunato. Sono decine le scuole arrivate con i bus e che partono da questo punto di raccolta per risalire fino ad Assisi.
Ci aspetta l’ultimo tratto in salita, verso la chiesa di San Francesco e poi alla Rocca di Assisi. La piazza e la spianata superiore non si fanno penetrare dalle migliaia di persone che incalzano dal basso, ma non c’è acredine, né eccessive proteste per il supplemento di “penitenza” da sopportare prima di entrare nelle chiese. Un sorriso da regalare, una parola dolce da offrire, una preghiera da recitare e la stanchezza da dimenticare … tutto prima di ripercorrere a ritroso i 4 Km per raggiungere la stazione, riprendere il treno e tornare a Perugia. Un salto in albergo una doccia veloce e poi in auto per rientrare a casa con i muscoli sofferenti, la stanchezza che prende il sopravvento e il ricordo di una esperienza indimenticabile.