Al giorno d’oggi uno dei temi più discussi dei dibattiti è il ruolo della donna lavoratrice. Donne che smettono di lavorare dopo la nascita di un figlio, donne che scelgono di non averne per dedicarsi alla carriera, donne che non lavorano senza una specifica ragione, donne imprenditrici di sé stesse. Punite, giudicate, al centro di un mirino e di un vortice dal quale a volte è difficile uscirne. La difficoltà principale è proprio quella di far coincidere lavoro e maternità. Tante parole e misure preventive, sussidi, incentivi.
In un tempo non lontano dal presente, una donna straordinaria ha costruito la sua immagine, la sua vita privata e la sua carriera. In un’epoca in cui al gentil sesso era tutto privato, lei brillava di luce propria, ma non solo per sé stessa: nella sua persona c’erano tutte le donne. Luisa Sergentini nacque a Perugia nel 1877, un periodo storico in cui la donna aveva limitate possibilità . Cresciuta in una famiglia di umili origini, sposa Annibale Spagnoli, dal quale erediterà il cognome per tutta la vita. Insieme al marito, rileva una drogheria nel centro città e con il passare del tempo la produzione si amplia con caramelle, confetture e cioccolate. La giovane Luisa era dotata uno spiccato spirito imprenditoriale che si concretizzerà con una nuova svolta: apre l’azienda Perugina con l’aiuto di Francesco Buitoni. Un’impresa tutta al femminile a tutela delle lavoratrici: Luisa apre un asilo nido in azienda e degli spacci per consentire alle madri di avere i propri figli vicino al posto di lavoro e di fare anche provviste per la famiglia. Assume personale appartenente a famiglie meno abbienti, non dimenticandosi mai delle sue origini.
A seguito di un decreto stop sul commercio dello zucchero, Luisa brevetta la creazione del cioccolato fondente al 51% di cacao, che diventerà il simbolo dell’azienda perugina. Una rivoluzionaria molto attenta al rispetto dell’ambiente e allo spreco: da questa ottica nasce il prodotto per eccellenza, il Bacio, ideato per non gettare il cioccolato e la granella di nocciole avanzata dalla produzione. Inizialmente chiamato “Cazzotto” per la sua forma che ricorda le nocche della mano, sarà rinominato il “bacio” da Giovanni Buitoni, con il quale Luisa inizierà una lunga relazione che durerà tutta la vita. Si racconta infatti che i bigliettini romantici presenti nell’incarto del prodotto altro non sono che una corrispondenza tra i due innamorati. Ma le idee di Luisa non sono ancora giunte al termine: inizierà ad allevare Conigli D’angora, una specie che perde pelo semplicemente accarezzandoli e spazzolandoli, senza necessità di tosarli. Nel rispetto degli animali e contro qualsiasi forma di sfruttamento, inizierà la realizzazione di pellicce, mantelle, scialli e boleri. Una vita per le donne mai stata così attuale, che si spegnerà nel 1935. I suoi figli e i loro discendenti portano avanti l’attività di famiglia con la Fondazione che porta il suo nome. Luisa ci lascia una grande eredità morale, un insegnamento di coraggio per tutte le donne di oggi che hanno paura di lanciarsi in nuove avventure e per tutte le donne che spesso si trovano costrette a scegliere tra il lavoro e la vita privata.
“Se vuoi qualcosa, devi imparare a combattere per averlo. Anche a costo di sbagliare. Anche se gli altri ti prendono per matta o ti lasciano sola” – L. Spagnoli