Cari lettori di UNICO, per gentile concessione del giornalista Giuseppe Geppino D’Amico, in questo numero vi racconto alcuni particolari molto interessanti, aneddoti sulla storia dell’ospedale di Polla e sul suo fondatore Luigi Curto, presi da un estratto dell’intervento di Giuseppe Geppino D’Amico, in occasione del centenario dell’Ospedale Civile “Cav. Luigi Curto” dello scorso 21 giugno 2005. Ve lo avevo promesso ed io mantengo sempre le promesse!
Inizio dal principio. All’indomani dell’Unità d’Italia il flusso migratorio, peraltro già presente all’epoca del Regno delle Due Sicilie ma non quantificabile per mancanza di statistiche, cresce a dismisura fino a diventare un vero e proprio esodo. Partivano tutti, anche tanti ragazzini che genitori in preda alla disperazione per la miseria in cui erano costretti a vivere cedevano a mediatori senza scrupoli che li conducevano all’estero. I più fortunati erano i ragazzi in grado di suonare uno strumento che, sistemati sui marciapiedi delle città americane, riuscivano a guadagnare qualcosa; gli altri, invece, erano costretti ai mestieri più umili e faticosi. Solo nel dicembre del 1873 il Parlamento Italiano porrà fine a questa vergogna nazionale approvando una legge a tutela della puerizia, “Proibizione d’impiego di fanciulli in professioni girovaghe”.
L’America era il sogno di molti ma non per tutti il sogno si è avverato. Anche il Vallo di Diano visse momenti molto difficili nonostante i benefici apportati dalla realizzazione e dall’apertura della ferrovia Sicignano-Lagonegro. La crisi era forte così come, almeno a Polla, era vivo il desiderio di costruire un ospedale perché la situazione sanitaria presentava una forte emergenza. Il consiglio comunale di Polla, nel 1876, aveva chiesto al re d’Italia Vittorio Emanuele III di poter utilizzare i soldi del grano per un erigendo ospedale. Passarono gli anni ma l’ospedale non si riuscì a costruire per mancanza di fondi. E quì entra in gioco Luigi Curto il cui sogno americano era diventato realtà.
Nato il 1° febbraio del 1836 a Polla da Francescopaolo e Margarita Iacontini, lascia l’Italia nella primavera del 1861 diretto in Argentina, dove ben presto il suo cognome viene cambiato in Curto. In quarantacinque anni di permanenza e di duro lavoro nel campo del commercio dei cereali, riesce ad accumulare una notevole fortuna. In Argentina conosce e sposa Regina Alonzo, di origini spagnole. Sensibile ai bisogni del prossimo, partecipa in modo tangibile alla fondazione del nuovo ospedale italiano di Buenos Aires, dove, a dimostrazione della benemerenza acquisita, sarà successivamente collocato un busto di marmo in suo onore.
Agli inizi del ‘900 Luigi Curto decide che è giunto il momento di rientrare in Italia e di donare anche al suo paese un ospedale per i più bisognosi. Intanto, il 3 settembre del 1904, invia una lettera al dottore Carmine Stabile, che nel frattempo aveva lasciato il lavoro presso l’ospedale italiano di Buenos Aires per fare ritorno in Patria, con un acconto di 5.000 lire per il consiglio comunale affinché venisse acquistato il suolo su cui realizzare l’edificio. Successivamente, il 24 dicembre dello stesso anno, scrive al sindaco ed al consiglio comunale di Polla per comunicare di avere provveduto a rimettere altre 20.000 lire ad un gruppo di amici tra i quali lo stesso dottor Carmine Stabile, il farmacista Domenico Curzio e Antonio Iacontini con preghiera di consegnare il danaro al consiglio comunale oppure ad una commissione nominata dagli stessi amministratori per la costruzione dell’ospedale. Nella lettera, dimostrando una notevole lungimiranza, Luigi Curto raccomanda al sindaco di fare in modo che la nuova struttura venga realizzata in località Belvedere anziché in località Cappuccini, ritenuta lontana dalla strada rotabile e, quindi, di non facile accesso. Secondo le indicazioni suggerite, il suolo viene acquistato in località Belvedere; i lavori iniziano il 21 giugno del 1905, giorno dell’onomastico di Luigi Curto. Per la collocazione della pietra fondamentale la Commissione organizza una solenne cerimonia con la partecipazione del sindaco, Isacco Del Bagno, dei consiglieri comunali, delle altre Autorità cittadine e di tutti gli alunni delle scuole. Quella data segna una tappa importante nella storia di Polla, in quanto dalla realizzazione dell’Ospedale, che impegnò numerosi artigiani locali, ha tratto notevoli vantaggi non soltanto nel campo della sanità ma anche nel campo economico e sociale. Per dare solennità alla giornata, viene coniata una piccola medaglia d’argento con impressa su un lato l’immagine della donna simbolo della Vittoria, mentre sul retro è incisa questa scritta: “Ospedale Civile Francesco Paolo Curcio; Collocazione della pietra fondamentale; Ricordo; Polla, 21 giugno 1905”. Il testo inciso sulla medaglia ci spinge a ritenere che l’ospedale avrebbe dovuto portare il nome del padre di Luigi Curto e che, dopo la morte del fondatore, siano stati gli Amministratori della Congrega di Carità a volere il nome “Luigi Curto”. L’anno successivo anche Luigi Curto lasciò l’Argentina per fare ritorno in Italia e, giunto a Polla, fu ospitato dall’amico dottore Stabile. Fortunatamente ebbe la soddisfazione di vedere completato l’ospedale prima di passare a miglior vita, il 31 maggio del 1908. La notizia della sua scomparsa destò profondo cordoglio sia a Polla che a Buenos Aires ed ebbe ampio risalto sui giornali tra i quali vanno segnalati La Patria degli Italiani, La Uniòn ed El Progresso.
In conclusione è importante ricordare una frase tratta dall’articolo pubblicato dal giornale El Riachuelo che meglio di altri spiega ed eleva il senso dell’opera di Luigi Curto: “Morì in Polla, all’età di settant’anni, dopo avere impiegato la sua vita e la sua fortuna per opere altrui, costruendo degli ospedali dove se ne sentiva la mancanza”.