Lou, lei è il Presidente dell’associazione che organizza la festa della Madonna di Costantinopoli ogni anno. Come si chiama l’associazione?
The Felittese Association.
Quanti soci ha questa associazione?
Membri attivi penso che siano, probabilmente, 50 o 60. Sono persone che hanno origini felittesi qui, come me. Io sono felittese solo in parte; mia nonna era di Felitto. Oggi sono davvero poche le persone di questa organizzazione che hanno origini totalmente felittesi. Ce n’è uno, ma non è qui adesso. Il suo nome è Bob Schiavo. E c’è anche un’altra persona, ma non riesco a ricordare il nome. Lui potrebbe essere l’unico ad avere ancora piene origini felittesi, da entrambi i genitori. Vicino a me c’è Connie Genova che dovrebbe essere un membro con piene origini felittesi.
E tu hai piene origini di Felitto?
Sia di madre che di padre.
C’è qualcun altro ad avere piene origini felittesi?
So per certo che anche Bob Schiavo è nella stessa situazione, ma potrebbero essercene altri …
Da quanto tempo si fa questa festa?
L’anno più lontano è stato il 1986. Posso raccontarvi un po’ di storia a riguardo. …
Certo …
Anni fa i felittesi organizzavano il festival proprio qui. Era una cosa familiare, preparavano una serie di piatti e si faceva festa.
Tra il 1985 e il 1986 questa area era di proprietà della diocesi. Fu proposta un’azione negatoria (una cosa legale). Alcune persone volevano comprare tutti questi lotti edificabili. Uno dei membri dell’associazione vide l’annuncio sul giornale. Quindi, qualcuno se ne accorse e disse: “Aspettate un attimo, quell’area appartiene ai felittesi: le persone che vengono da Felitto”. Molto tempo fa c’era una cappella qui, che poi è stata abbattuta. Nel 1986 questo festival si è ingrandito.
Quando abbiamo organizzato il festival per la prima volta, qui c’era solo terreno. Usavamo tende e pentole che prendevamo in prestito dalle case delle persone e cucinavamo qui. Come ho detto prima, nel 1986 il festival ha iniziato a crescere rapidamente: abbiamo raccolto denaro a sufficienza per costruire questo posto. E ora abbiamo questa stanza e in più la cucina laggiù. La festa ci ha portato molti soldi per costruire e attrezzare la cucina che, come vedete funziona a pieno regime.
Quanti anni ha lei?
Io ho 77 anni.
Cosa ha fatto nella vita? Che lavoro ha svolto?
Ero uno stenografo di tribunale. Li vedi in televisione: nei tribunali c’è una persona che scrive a macchina e verbalizza tutto quello che si dice nel dibattimento … quello è ciò che facevo io.
Suo nonno è stato il suo primo parente che è arrivato qui negli USA?
Credo che fosse il padre di mio padre. Lui arrivò qui prima di mia nonna. So che era giovane, ma non so quanti anni avesse.
Quando è arrivato qui?
Io ho 77 anni e, quando guardo al passato, penso che non abbia mai parlato con mio nonno; non gli ho mai chiesto da dove venisse o fatto altre domande del genere. Io ero molto piccolo, probabilmente avevo 5 anni, quando mia nonna è morta. Lei aveva avuto un brutto ictus e non riusciva a parlare. Comunque, ricordo che viveva con noi, ma non le ho mai parlato perché non poteva rispondermi.
Torniamo al Festival … come si è sviluppato?
Gli uomini più anziani venivano qui a cucinare, anche se avevamo solo delle tende.
Prima di costruire la cucina che vede oggi, noi eravamo i giovani e venivamo ad aiutare gli anziani di allora. Io faccio parte del gruppo degli anziani e sono uno dei pochi di quell’epoca rimasti e che ancora viene qui a lavorare. Comunque, c’è ancora in giro qualcuno del vecchio gruppo di anziani. Anche le donne si son impegnate a far crescere l’evento.
Che lavoro faceva suo nonno?
Immagino che mio nonno non abbia voluto lavorare in miniera. Probabilmente parliamo dell’inizio del XIX secolo. Lui era intelligente e voleva avviare un’attività, e aprì un bar. In più ha fatto anche altre cose che non posso dire.
Mentre il suo papà?
Da quello che ricordo, mio padre lavorava nell’edilizia, era un operatore di macchine pesanti. Poi quando mio nonno aveva il bar, uno dei fratelli di mio padre morì e quindi mio padre andò a lavorare nel bar con mio nonno.
Ha conosciuto persone che ancora lavoravano nelle miniere, cioè quando la miniera era ancora aperta?
Avevo uno zio che ha lavorato nelle miniere. Probabilmente l’unico.
Questa associazione di cui lei è Presidente svolge solo questa attività? O anche attività di aiuto sociale?
Ogni tanto qui organizziamo delle raccolte fondi per qualcuno malato o cose del genere. Organizziamo una cena annuale per la gente del posto, si chiama “Sons of Italy” (Figli d’Italia).
È mai stato a Felitto?
Non sono mai stato in Italia. Spero di andarci prima di morire.
Allora la aspettiamo a Felitto…