di Massimiliano De Paola
Il 27 aprile scorso, nella splendida location del Castello Macchiaroli di Teggiano, è stato illustrato il progetto di Ospedale Diffuso ideato dal Dott. Eppe Argentino Mileto e finalizzato a ridare vita alle stazioni (che sono 14), ormai da tempo inutilizzate e abbandonate presenti sulla tratta ferrata Sicignano-Lagonegro.
Ospiti di Gisella Macchiaroli, il dott. Eppe Argentino Mileto e l’ing. Mario Ferrandino – funzionario di Rete Ferrovie Italiane, hanno tenuto un convegno nella sala Stefano Macchiaroli per spiegare il progetto ospedale diffuso nelle stazioni ferroviarie abbandonate da tempo.
Chi propone il progetto è Eppe Argentino Mileto che è un autore della Rai, originario di Paola (Calabria), che è rimasto affascinato dai nostri territori.
L’ing. Mario Ferrandino, invece, è un dirigente di RFI che è il concessionario della tratta ferrata e quindi anche delle stazioni. Si è reso disponibile a sostenere questo progetto che renderà possibile la ristrutturazione delle stazioni, togliendole dall’attuale stato di degrado.
Ad organizzare l’incontro e a permettere quindi al dott. Mileto di presentare il suo progetto, ci ha pensato Giuseppe Verga, membro del Comitato per la riattivazione della Tratta Ferrata Sicignano-Lagonegro, che è anche intervenuto nel corso dell’incontro per sottolineare come il progetto non vada in contrasto con la battaglia del comitato finalizzata al ripristino della mobilità su ferro nel Vallo di Diano. Un progetto che non è utopico visto anche il recente riconoscimento ottenuto dal Governo e dalla Regione Campania del Vallo di Diano come area pilota per la strategia delle aree interne. Un’opportunità che, se ben sfruttata, potrebbe consentire anche la riapertura della tratta ferrata se, gli amministratori chiamati a realizzare e proporre i progetti da finanziare, inseriranno la mobilità su ferro e quindi il ripristino della ferrovia nel documento finale. Una concreta possibilità che non andrebbe comunque in contrasto con la realizzazione di un ospedale diffuso, che consiste nella creazione di reparti diversi con diverse specificità nelle varie stazioni abbandonate, fornendo così servizi sanitari che non possono offrire gli ospedali, come la riabilitazione o i servizi e l’assistenza tipici degli ospedali di comunità.
Per realizzare questo progetto, RFI ha concesso il comodato d’uso delle stazioni all’associazione che andrà a costituirsi e di cui è già pronto lo statuto. L’associazione che gestirà e realizzerà gli speciali ospedali nelle stazioni, sarà composta da associazioni, enti pubblici e privati e quanti credono e vogliono investire nel progetto.
Oltre al Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro – Mons. Antonio De Luca, e alla titolare del castello Macchiaroli Gisella Macchiaroli, all’incontro erano presenti alcune associazioni, come l’associazione la Ferrovia di Montesano, che si è già dichiarata interessata al progetto, il commissario prefettizio di Teggiano Vincenzo Amendola, Antonio Mastrandrea responsabile e rappresentante della Banca Monte Pruno ed altre associazioni. Pochi invece erano i comuni e rappresentanti di enti pubblici partecipanti per conoscere nel dettaglio il progetto.
Nel corso dell’appuntamento si è comunque parlato delle stazioni in generale e non soltanto di un possibile utilizzo come ospedale diffuso. Il funzionario di RFI ing. Mario Ferrandino, infatti, ha sottolineato che, essendo al momento difficile la riattivazione della tratta ferrata che richiede un investimento di circa 170 milioni di euro da parte della Regione, è disponibile per qualsiasi proposta utile ad un miglioramento e ad una riqualificazione delle stazioni stesse, con RFI che è pronta a concedere i luoghi in comodato d’uso gratuito a chiunque ne faccia richiesta e presenti progetti di interesse collettivo.