di Moncil Il Cantone Ticino, che per la Svizzera è come la “nostra” Lombardia, ha appena scelto di “essere padrone a casa sua”. Infatti, ha indetto un referendum con cui ha defalcato la presenza dei “frontalieri”, cioè i lavoratori Italiani che ogni giorno varcano il confine per andare a prestare la propria opera al servizio delle imprese di servizi, edili, commercio … Si tratta di circa 70.000 lavoratori che quotidianamente si mettono in coda ai valichi aperti di Ponte Tresa, Porto Ceresio, Chiasso nella province di Varese e Como, ed altri minori nella Valtellina in provincia di Sondrio. Questo grazie al trattato di libera circolazione di merci e persone sottoscritto tra l’UE e la confederazione Svizzera. Questo sarebbe un fatto che non farebbe notizia se non fosse accaduto proprio nel cuore del sistema di potere della Lega Nord, prima Lega Lombarda, oggi non si sa ancora che cosa: forse lega Italia … Un sistema di potere costruito proprio al grido “padroni a casa nostra” lanciato negli anni ’80 contro l’invasione dei Meridionali che da decenni risalivano la penisola “chiamati” ad assicurare la copertura di lavori, per così dire, umili che i “Lumbard” rifiutavano sia nel pubblico che nel privato. Col tempo, nel Ticino, è accaduto che gli uomini e le donne frontalieri hanno cominciato a salire, decennio dopo decennio, la scala dei lavori possibili: da commesse, capo reparto nei grandi magazzini, da inservienti a titolari di ristoranti, da manovali a titolari di piccole imprese edili, ecc … Niente di nuovo sotto il sole! Lo stesso che è successo nel Nord dell’Italia. “chi di spada ferisce, di spada perisce” dice il proverbio. Qualche voce si è levata per far ragionare i Ticinesi: “I disoccupati nel cantone sono 11.000, se lasciamo a casa la metà di 70.000 addetti ai servizi come facciamo ad aprire i negozi, riparare le case, asfaltare le strade, portare a spasso i cani, coprire i turni negli per le pulizia negli ospedali o nelle grandi banche i cui bancari e banchieri che, pur custodendo scrupolosamente i soldi sporchi di mezzo mondo, sulle loro scrivanie non vogliono trovare al mattino nemmeno un granello di polvere. Certo è una bella lezione anche ai tanti Italiani, anche quelli che vivono a latitudini più basse, che pretendono la chiusura delle frontiere per barricarsi nel “piccolo” mondo in cui si spera di sentirsi più protetti. Lo è ancora di più perché, mentre gli Svizzeri possono farlo abbassando le sbarre ai valichi che sono tutti ben situati sulla terra ferma, fatta eccezione del lago di Lugano dove basta una guardia di frontiera per controllarlo con un binocolo, da noi ci sono oltre 4.000 Km di costa da presidiare e non basterebbe l’intera Royal Navy della Gran Bretagna.
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