Le api selvatiche (Hymenoptera: Aculeata; Apoiea) sono uno dei più importanti ed interessanti gruppi di insetti non solo per quanto riguarda i molteplici aspetti puramente scientifici, come l’evoluzione delle specie e la relativa classificazione, ma anche e soprattutto dal punto di vista ecologico-comportamentale. Infatti è a tutti noto che numerose forme altamente sociali sono presenti proprio all’interno della famiglia delle api, offrendo una vasta gamma di comportamenti sociali su cui gli evoluzionisti possono eseguire indagini evolutive e comparative del comportamento stesso, Non bisogna trascurare inoltre l’enorme impatto economico sulle aziende agricolturali intensive: ben noto infatti è il ruolo di impollinatore eseguito da numerose specie di apoidea quali Apis mellifera, diverse specie di Bombus, Xylocopa violacea ecc,, particolarmente sulle specie frutticole, come le Rosaceae del genere Prunus (albicocco, amarena, ciliegio, pesco, prugno, ecc.), il kiwi (Actinidia sinensis) e Rutaceae del genere Citrus (arancio, bergamotto, limone, mandarino, pompelmo, ecc.). Nonostante tale molteplice interesse, in Italia si può affermare che lo studio delle api in senso largo è stato affrontato specialisticamente da 4 soli studiosi prima degli anni ’80: Massimiliano Spinola (1780-1857) Achille Costa (1823-1898) Giovanni Gribodo (1846-1924) e Guido Grandi (1886-1970). Instancabili studiosi e raccoglitori nonché descrittori di numerose specie nuove, dopo aver lasciato importanti collezioni imenotteologiche, nessuno di loro è riuscito a fondare una scuola specializzata nello studio degli Apoidea in Italia. Se si analizza la situazione per la Campania, si nota subito come dopo la scomparsa di Achille Costa nessuno più si è interesato specialisticamente di api selvatiche, tranne che per alcune sporadiche segnalazioni (e.g.: Comba, 1964; Pagliano, 1988. 1993; Comba & Comba, 1991- Vicidomini, 1996a). Negli anni sessanta è stata effettuata una spedizione zoologica sui Monti Picentini sponsorizzata dal C.N.R. ed eseguita dal personale scientifico del Museo Civico di Storia naturale di Verona, ma anche in quella occasione i campionamenti hanno trascurato la fauna apidologia (S. Rufo, comunicazione personale; vedi anche: volumi /1-XII Mem. Mus. Civ. Sto. Nat. Verona). Diò è perdurato fino a quando il Pr. Ermenegildo Tremblay, di concerto con la Pr. Rosa Priore, non hanno deciso di determinare tutta la collezione di Apoidea dell’Istituto di Entomologia Agraria Filippo Silvestri di Portici, affidando le centinaia di esemplari ai migliori specialisti europei e producendo così una serie di articoli sui vari gruppi di Apoidea (vedi: Vicidomini, 1999). Se tale lavoro non avesse avuto luogo, il popolamento di Apoidea della Campania sarebbe noto solo in base alle pochissime e sporadiche segnalazioni di un manipolo di specie. Invece ora si dispone di un buon numero di segnalazioni per gli Apoidea campani ed è possibile riunire tutti questi dati bibliografici in un elenco preliminare per la provincia di Salerno, certamente una delle meno note province italiane per quanto riguarda la fauna in generale (Vicidomini, 1999). Tale elenço bibliografico servirà da punto di partenza per uno studio approfondito sugli Apoidea cámpani da organizzare in due fasi successive di acquisizione dati: a) analisi del materiale conservato in museo ed istituti universitari italiani; b) campionamenti sul territorio.In tal modo sarà possibile innanzitutto tracciare un quadro iniziale ed approssimato del popolamento lipidico della provincia di Salerno e quindi del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Inoltre, comparando i dati ottenuti con quelli disponibili a livello nazionale e/o regionale (Vicidomini, 1999) sarà possibile individuare quali gruppi di api non sono stati ancora segnalati all’interno del Parco. Fondamentale quindi appare il raggruppamento di tutte le informazioni disponibili in letteratura, ma che sono altamente frammentate in diverse pubblicazioni in modo tale da poter elaborare un progetto di base, così che anche per il Parco Nazionale del Cilento si possa ottenere un quadro preliminare sulla biodiversità presente al suo interno. Secondo punto, ma non per questo meno importante, riguarda la possibilità di potenziare le popolazioni locali di apidi in modo tale da ricevere un sensibile incremento nel ritorno in termini di produttività delle varie colture presenti nelle piane della provincia di Salerno (e.: Battipaglia-Eboli), integrando in tal modo sia fini conoscitivi di base che applicativi e facendo sì che l’ente Parco svolga un ruolo di consulente agrario di supporto per le aziende della provincia apportando metodi ecologicamente sostenibili e naturali per l’incremento delle rese agricole. Gli studi sulle formiche campane sono dovuti quasi esclusivamente agli studiosi Emery CuGoetsch W., Santschi F. i quali hanno pubblicato un discreto numero di articoli includenti dati sulla Campania. A partire dagli anni ’60 Cesare Baroni-Urbani ha compiuto una lunga serie di studi ecologici e faunistici sulle formiche del Mediterraneo che culmineranno poi dell’autorevole catalogo delle specie di Formicidae d’Italia, opera di riferimento per l’intero bacino Mediterraneo (vedi Vicidomini, 2000), lasciando inoltre una considerevole collezione presso il Museo di Verona, I dati relativi però alle specie campane sono molto scarsi ed inoltre dopo la pubblicazione del catalogo italiano le formiche della Campania hanno ricevuto una scarsissima e sporadica attenzione, nonostante il loro fondamentale e delicato ruolo ecologico.
Bibliografia: COMBA M., 1964. Su alcuni generi di imenotteri melliferi dell’italia centrale. (Note faunistiche ed ecologiche). (Hymenoptera-Apoidea). Mem. Soc. Entomol. Ital., 43: 21-56. PAGLIANO G., 1988. Catalogo degli Imenotteri italiani. Il. Halictidae. Boll. Mus. Civ. Sto. Nat. Venezia, 38: 85-128 AGLIANO G., 1993. Catalogo degli imenotteri Italiani. IV. (Apoidea: Colletidae Andrenidae, Megachilidae, Anthophoridae Apidae). Mem. Soc, Entomol. Ital., 72: 331. 467 COMBA L., COMBA M. 1991. Catalogo degli Apoidei laziali. Fragm. Entomol. Suppl., 22: 1 169.VICIDOMINI S., 1996a. Un ulteriore sito campano per Xylocopa (Copoxyla) iris (Christ 1791) (Apidae: Xylocopa). Hy-Men (NotizImenott. Ital.), 7(VIlI): 8-9. VICIDOMINI S., 1999 Hymenoptera (Insecta) della Campania: rassegna delle segnalazioni bibliografiche di Apoidea. Famiglie Andrenidae, Colletidae, Halictidae, Megachilidae, Melittidae e Apidae Ball. ANISN
Sez. Campania (n.s.), 10(18): 19-40. VICIDOMINI S 2000 hymenoptera (insecta) della Campania: rassegna delle segnalazioni bibliografiche lai Formicidae – Boll. ANISN. Soz. Campania (n.s.), 11(19): in stampa.
Salvatore Vicidomini
Camillo Pignataro
Museo Naturalistico degli Alburni Corleto Monforte (SA)